CENNI STORICI – ORGANO

Tratto da :CHIESA PARROCCHIALE S.GIUSEPPE ARTIGIANO LISSONE – numero unico per l’inaugurazione del nuovo organo – ottobre 1981           

Il Crocifisso al centro dell’organo, una volta squallidamente appeso alla parete di fondo della Chiesa, ha una nuova cornice. Infatti, il bel Crocifisso è stato l’elemento condizionante del progetto estetico dell’organo.

PERCHE’ L’ORGANO
La parola del Parroco (Don Paolo Grimoldi – parroco di allora)

Per i credenti l’organo liturgico è segno di fede espresso dalla comunità con un grande sacrificio non solo economico, ma, soprattutto nel nostro caso, anche di tempo e di energie, e collocato nella Casa di Dio, che è anche Casa degli uomini, come strumento di preghiera –“laudate eum tympano et choro, laudate eum chordis et organo” (S150,4) -; come invito alla riflessione; come simbolo di unità: come le molte voci dell’organo sono perfettamente armonizzate, così l’unità del popolo di Dio, riunito in assemblea, in Comunione con Cristo.

La Chiesa esalta l’organo e lo ha sempre considerato come il “suo” strumento, sommamente adatto all’indole e alla natura del canto sacro e della musica sacra. Papa Ratti, Pio XI° lo decantava per la sua arcana maestà e lo dichiarava degno di sposare i riti liturgici, accompagnandone il canto e diffondendo armonie solenni e soavi nei momenti di silenzio e di meditazione. Ascoltando certe esecuzioni, si ha l’impressione che i cieli si aprano e che ne scenda nell’immensità attonita dello spazio la grande Voce che non si ascolta se non prosternati nella polvere.
Il Concilio Vaticano II° è chiaro nell’indicare l’importanza di un simile strumento: <> (Costituzione su la Sacra Liturgia, 120). 
                      

CENNI STORICI

UNA MEMORABILE AVVENTURA A LIETO FINE

Un organo vero nella chiesa di S.Giuseppe Artigiano?
Potrebbe sembrare un lusso, ma niente è di troppo per la gloria di Dio.

Alla fine del 1979 si presenta l’occasione di recuperare un organo smontato di proprietà dell’ing. Gianfranco Torri di Cesano B.
La richiesta non sembra esagerata: dieci milioni. L’ingegnere, che ha conoscenze e amicizie nella nostra parrocchia, si impegnerebbe a dirigere l’opera di ricostruzione e adattamento mettendo a disposizione la sua notevole competenza in materia. Ma dieci milioni sono una cifra impossibile per chi, non solo non ha niente, ma ha molti debiti da pagare e spese più urgenti da fare. D’altronde si tratta di una occasione più unica che rara e che ben difficilmente si ripeterà. O adesso, o forse mai più. Sembra anche una cosa facile e presto fatta: lo prendiamo, lo portiamo a casa e lo rimontiamo in chiesa.
In una situazione di questo genere, chi ha la responsabilità di decidere si trova a dover sciogliere un nodo gordiano.

A tagliarlo risolutamente, questa volta sono i coristi della S.Giuseppe Artigiano, con l’impegno non solo del lavoro necessario per la ricostruzione ma anche della ricerca dei primi fondi. Inizia così una avventura memorabile e incredibile.
Nei primi giorni del 1980 in un laboratorio sufficientemente grande iniziano i lavori, dopo quattro mesi circa, la facciata e finita ma è solo l’involucro dell’organo. Il lavoro intanto procede fra imprevisti e difficoltà talvolta anche notevoli: somieri, mantici, condotte d’aria, crivelli, valvole, registri, centraline, canne di legno, canne in lega, quindici chilometri circa di cavo elettrico, consolle, relais. Nessuno poteva immaginare che l’organo fosse una macchina così complessa e delicata. Il 16 Maggio 1981 vengono sistemate sul somiere principale del Grand’Organo le canne e finalmente, per la prima volta lo sentiamo suonare.

Manca l’accordatura, manca l’intonazione, manca il registro e tante altre cose…ma suona! La commozione è grande.
All’inizio di agosto viene un esperto per l’accordatura e l’intonazione, nelle sue mani l’organo si trasforma, i suoni si compongono in melodiose armonie, lo strumento esprime tutta la sua maestosa sonorità.
Ci sono certamente organi più o meno belli, più o meno grandi del nostro. Ma, con alle spalle una storia così sorprendente e memorabile, forse non ce ne sono altri.
Chi è del mestiere e sa, non può credere che sia stato fatto da persone non del mestiere, sia pure con qualche materiale di recupero, con qualche elemento eseguito necessariamente altrove e con la guida di un grande appassionato. 

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