PERCHE´ ANCHE LA PARROCCHIA SUL WEB?

                

  
E’ diventato ormai difficile prescindere dall’esistenza della rete di internet. Anche se in Italia i fruitori sono ancora solo 10 milioni circa, non accedono facilmente da casa, lo fanno dall’ufficio, hanno un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, sono prevalentemente maschi; sempre di più il

                

  
E’ diventato ormai difficile prescindere dall’esistenza della rete di internet. Anche se in Italia i fruitori sono ancora solo 10 milioni circa, non accedono facilmente da casa, lo fanno dall’ufficio, hanno un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, sono prevalentemente maschi; sempre di più il mondo fa riferimento alla rete. Guardate la pubblicità, in televisione o per la strada, spesso non appaiono informazioni e indirizzi, ma i fatidici “www.cliccate sul sito”
Anche la comunità cristiana, allora, cerca il proprio spazio in questo grande mercato di informazioni. I siti cattolici sono numerosi e vanno dalle informazioni istituzionali (per esempio www.vatican.va oppure www.chiesacattolica.it) agli elenchi di istituti e ordini religiosi, al suggerimento di meditazioni e preghiere (www.pescatoriduomini.it , www.vangelogiovane.it ) alle agenzie di stampa ed editoriali che sono veramente tantissime.

E’ in preparazione in questi mesi anche un grande portale della chiesa ambrosiana che si troverà all’indirizzo: www.chiesadimilano.it.

I responsabili dell’iniziativa vorrebbero che fosse la base di partenza per una grande comunità virtuale (ma poi neanche tanto virtuale, visto che la diocesi milanese è una realtà ricchissima di iniziative e di avvenimenti) dove ci si scambiano informazioni, suggerimenti, riflessioni.

Don Gianni Zappa, incaricato dell’Ufficio comunicazioni della Curia, presentando il portale ha paragonato internet ad un grande stadio, gremito, dove tutti hanno qualcosa da dire. L’importante è mettere in grado quelli che stanno nella curva sud di ricevere le informazioni lanciate da quelli della curva nord… questa la funzione di un portale. Bisogna lasciarsi provocare dai nuovi mezzi che l’informatica ci offre, senza fuggire, ma evitando di buttare nel gioco risposte affrettate, senza rilevanza, incapaci di sostenere il confronto qualitativo con tutte le altre esistenti. Internet, demonizzata da chi non la conosce, esaltata da chi ne subisce il fascino può diventare veramente un mezzo di comunione? Vogliamo lasciare che sia destinata ad accrescere l’individualismo, la solitudine, l’incapacità di relazione?

Io non credo che sia giusto sottrarsi all’impegno, ritirarsi nelle strutture “protette” delle nostre piccole comunità. La rete ha un nome che forse si potrebbe considerare profetico: non è con una rete che Gesù prometteva di farci pescatori di uomini?

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