HO MESSO VIA…

Accensione del “palos”

Normalmente dopo una festa resta da “mettere via” tutto quello che si è usato, da riporre quello che si presume servirà ancora, da gettare quello che è rimasto sbocconcellato o rotto….

Se questo è un compito ingrato e noioso

Accensione del “palos”

Normalmente dopo una festa resta da “mettere via” tutto quello che si è usato, da riporre quello che si presume servirà ancora, da gettare quello che è rimasto sbocconcellato o rotto….

Se questo è un compito ingrato e noioso quando si parla di oggetti concreti, non lo è affatto quando si tratta di bei ricordi e di esperienze che fanno la vita.

I due giorni della festa dei SS. Pietro e Paolo sono ormai da “mettere via”, immagazzinare nella mente e nel cuore, per esserne contenti.

La gente ha partecipato alle varie iniziative: la Missa Luba di giovedì 26 giugno che ha riempito di sonorità esotiche le navate della Prepositurale; il giro “di sett campanitt” minacciato e poi interrotto dalla pioggia; le S.Messe della domenica mattina e in particolare quella solenne delle 11.15 quando si è acceso il caratteristico Palos. Una cerimonia, questa, tanto antica ma sempre suggestiva con il carico di tradizioni a cui rimanda e il senso di continuità con la Fede di quei Lissonesi che 100 anni fa vollero e costruirono la chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo

E come non ricordare l’esecuzione del “Tu es Petrus” regalata dalla Corale Verdi che ha fatto sentire vive le pietre di tutta la chiesa?
I gazebo delle Associazioni e delle attività hanno animato la piazzetta e la gente si è fermata ripetutamente ad osservare i Madonnari che disegnavano sul sagrato un Paolo avvolto in una turbinante toga rossa e un Pietro, pescatore che immergeva i piedi nel lago di Genezaret.

Quest’anno, una novità: insieme ai madonnari Mariano e Nicola, avevano lavorato anche i ragazzi dell’oratorio estivo San Luigi e San Giuseppe Artigiano. Le tavole decorate con la polvere di gesso hanno fatto da cornice alle grandi composizioni dei madonnari più esperti: attorno all’effige di San Paolo c’erano personaggi e volti di tutta la gente del mondo, attorno a San Pietro erano disegnati edifici e rocce o paesaggi con chiese e montagne.
E ancora, penseremo con piacere all’aperitivo come al risotto “in piazza”, alla musica suonata dal Corpo Bandistico S.Cecilia e dal gruppo 440 Megahertz.

Rimangono negli occhi i colori vivaci dei quadri esposti dalla Famiglia Artistica Lissonese e dagli alunni della scuola di pittura. E la lucentezza degli smalti a fuoco nell’interessante opera di Virginia Cozzone, che ha esposto una serie inspirata alla Creazione
Forse, travolti dai ritmi della vita quotidiana, ricorderemo con piacere due sere passate a tirar tardi, a fermarsi a salutare e chiacchierare, a sedersi con calma sui gradini del sagrato e stare lì ad osservare, assaporando un gelato senza fretta.
Non è poi questa la tanto decantata “qualità della vita” alla quale il nostro mondo sembra aver deciso di rinunciare?
Una comunità cristiana, se vuole porsi come alternativa, non può costruirsi sul parametro dell’efficienza, dell’ottimizzazione delle risorse, del raggiungimento del risultato che si usa nelle aziende.

Perciò crediamo in questi momenti e godiamo di incontrarci (qualche volta) in modo rilassato, familiare, senza definizione di ruoli e di compiti o impegni!

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