La “fontana” di Piazza Libertà a Lissone
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La “fontana” di Piazza Libertà a Lissone
Solo pochi anni fa l’unico rimedio alla calura estiva era una bibita ghiacciata, magari la limonata fatta in casa. Se era possibile si lasciava la città per la mitica villeggiatura anni ’60: pensione Maria o bungalow, quasi sempre sull’Adriatico; auto stracarica di passeggeri e bagagli, quasi sempre una seicento; il marito e padre di famiglia era un optional, portava moglie e figli al mare e poi tornava in città a … sognare avventure tipo “Quando la moglie è in vacanza”.
Oggi le cose sono rapidamente cambiate. Non esiste quasi più la “villeggiatura” di uno, due, tre mesi. Sono i last-minute quelli che vanno per la maggiore. Dove vai, quando parti e con chi, ma soprattutto per quali ragioni parti, se non per raccontarlo in ufficio o al bar, non lo sai fino all’ultimo minuto, appunto. Chi ancora non è stato alle Maldive o a Santo Domingo, ai primi caldi, provvede immediatamente a cambiare il fondo del desktop nel proprio computer.
Ed ecco fiorire gli uffici di palme tropicali, spiagge bianchissime oppure onde da far invidia al più incallito surfista. Per chi non se ne fosse ancora accorto, ci sono le varianti sullo stesso tema applicate anche a tappetini per mouse, porta cd ecc…
L’uomo sembra la specie animale più facilmente adattabile all’ambiente che lo circonda. Forse per questo o per il dono che gli viene da Dio di una intelligenza superiore, riesce spesso a sublimare i disagi e ad adattarsi. Non è capitato anche a voi, in questi giorni di calura insopportabile di sentirvi più freschi solo guardando lo scorrere dell’acqua dalle dighe alpine trasmesso dai TG? Oppure di godere del refrigerio del mare, rimanendo nella propria poltrona, dopo aver noleggiato un adeguato DVD?
Adattabilità o disperazione? Siamo arrivati al last-minute del nostro pianeta o al last-minute della nostra civiltà? La tecnologia ci ha ridotti a credere vero ciò che è solo immagine e a goderne come se fosse reale? !