MESSAGGIO DEL CARDINALE TETTAMANZI…..

PER LA FESTA DI APERTURA DEGLI ORATORI 2003

Carissimi,

ho ancora nei miei occhi i volti dei ragazzi che ho incontrato due mesi fa nelle visite ad alcuni oratori estiv

PER LA FESTA DI APERTURA DEGLI ORATORI 2003

Carissimi,

ho ancora nei miei occhi i volti dei ragazzi che ho incontrato due mesi fa nelle visite ad alcuni oratori estivi. Mi sembra di risentire le loro belle voci, unite a cantare con gioia: “Metti in moto il cuore… party con me…”. L’oratorio estivo ha rappresentato, come sempre, una bellissima avventura.

Il Cardinale Tettamanzi in visita al campeggio di Lissone a S.Caterina Valfurva

Anch’io mi sono sentito molto coinvolto dall’esperienza missionaria dell’apostolo Paolo, che faceva da filo conduttore del tema estivo. Come Vescovo, successore degli Apostoli, vorrei sempre poter condividere la passione e la missione di san Paolo ed essere, come lui, «servo di Dio, apostolo di Gesù Cristo per chiamare alla fede gli eletti di Dio e per far conoscere la verità che conduce alla pietà ed è fondata sulla speranza della vita eterna… mediante la predicazione che è stata a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore» (Tito 1, 1-3).

Ora, in occasione della Festa di apertura degli oratori, che si celebra ovunque nella nostra Diocesi, vi chiedo, con grande fiducia: “Volete veramente partire con me?”. C’è un percorso che ci attende tutti, sul quale ho invitato l’intera Diocesi a camminare per i prossimi tre anni. È un cammino molto bello e impegnativo. È il “viaggio” di una Chiesa tutta missionaria, che continua la missione di Gesù Cristo, l’inviato dal Padre, per annunciarlo e testimoniarlo a tutti.

Carissimi responsabili degli oratori – e tutti voi: genitori, educatori e animatori, giovani, adolescenti e ragazzi – risentite e ascoltate con me la parola di Gesù: “Mi sarete testimoni!”. È una parola nuova, forte, convincente ed esplosiva, che tutti ci interpella e ci sprona. Il volto missionario della Chiesa di Milano dipenderà anche – e spero tanto! – dalla vostra generosa accoglienza di questo invito. Se all’oratorio si impara a diventare veri testimoni di Gesù risorto, allora il volto della Chiesa risplende, sorride, è bello come Dio lo vuole!

L’oratorio possiede già i “segreti” di un’autentica educazione missionaria. Eccoli:
l’annuncio del Vangelo, proclamato, raccontato, insegnato ed “esercitato”;
la trasmissione della fede nei suoi contenuti (mediante la catechesi, la celebrazione dei Sacramenti, la preghiera), nelle sue modalità (con le esperienze, la vita della comunità, il discernimento) e nei suoi frutti (quali la carità, l’impegno, la fraternità, il servizio, la festa…);
– la passione per l’umanità, cioè la vera attenzione e simpatia per tutti, nessuno escluso, perché ciascuno possa crescere in età, sapienza e grazia, davanti a Dio e agli uomini.

L’oratorio, ogni oratorio, può e deve essere missionario!

Lo sarà nella misura in cui la comunità che lo anima si mantiene fedele al Vangelo di Cristo e, insieme, rimane aperta alle continue sfide della vita e della crescita delle giovani generazioni.
È missionario l’oratorio dove, per esempio, si trova tempo per pregare e insieme per ascoltare le paure degli adolescenti; dove si prepara la Prima Comunione dei fanciulli e, al tempo stesso, si medicano le ferite della solitudine e della divisione di tante famiglie; dove si insegna ai giovani ad amare il silenzio, mentre si regalano loro le parole buone che squarciano la noia, si propongono quelle sagge che guidano le scelte importanti della vita, si cantano le storie della fede, della festa e dell’allegria.
L’oratorio ha un volto missionario anche quando ha il coraggio di riconoscere qualche ruga e, soprattutto, di sentirla come una “pro-vocazione” per eliminarla. Sarà così più libero e sciolto nell’aiutare la crescita umana e cristiana di tutti.
Propongo che – a livello diocesano e locale – si realizzino occasioni per studiare in maniera approfondita alcuni nodi della vita degli oratori, per confrontarsi e per trovare qualche adeguata soluzione, così da ripartire con rinnovato vigore. Sarà di aiuto il risultato di una recente indagine sugli oratori, svolta in Diocesi e in tutta la Lombardia, dove si registra un generale apprezzamento dell’
inesauribile risorsa educativa che gli oratori rappresentano e si mettono in luce anche i problemi – alcuni inediti – di cui soffrono.

Il modo migliore per non lasciare invecchiare i nostri oratori, è certamente quello indicato dal Papa Giovanni Paolo II poco più di due anni fa. Le sue parole tracciano un validissimo programma per chi voglia tenere accesa la tensione missionaria dell’oratorio in un mondo che cambia: «Rilanciate gli oratori, adeguandoli alle esigenze dei tempi, come ponti tra la Chiesa e la strada, con particolare attenzione per chi è emarginato e attraversa momenti di disagio, o è caduto nelle maglie della devianza e della delinquenza».

Sì, carissimi, il nostro è il tempo della missione!
Ce lo ricorderà anche il simpatico logo di quest’anno oratoriano, che vedrò riprodotto in mille modi quando verrò in visita: ORA ANDATE DAPPERTUTTO.

Sì, è l’ora di andare dappertutto, per dire a tutti che la vita di Gesù – il Risorto e vivo per sempre! – è un dono per tutti. Più ancora, è sempre l’ora di dare tutto, come ha fatto Lui, spendendo la propria vita per tutti, nell’amore.

Con l’augurio più sincero e con il saluto più cordiale, invoco su tutti gli oratori, sulla loro Festa di Apertura e su tutte le persone che lì si incontrano, la benedizione di Dio, sorgente di ogni dono perfetto.

+ Dionigi card. Tettamanzi,
Arcivescovo di Milano

I commenti sono chiusi.