FAVOLE DI CELLULOIDE

C’era una volta e adesso c’è ancora la possibilità di lasciarsi andare alla dolcezza delle favole, alla tranquillità di un mondo in cui i buoni sono veramente buoni e hanno sempre la meglio sui cattivi che, se non vengono puniti per il male compiuto, finiscono

C’era una volta e adesso c’è ancora la possibilità di lasciarsi andare alla dolcezza delle favole, alla tranquillità di un mondo in cui i buoni sono veramente buoni e hanno sempre la meglio sui cattivi che, se non vengono puniti per il male compiuto, finiscono quanto meno sbeffeggiati e derisi da tutti i protagonisti della storia.

C’è questa possibilità ed è il cinema. Non penso al cinema impegnato politicamente, al cinema di denuncia tipo “Il giorno della civetta”, “Il caso Mattei” “un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. E nemmeno penso al cinema nevrotico alla Woody Allen o introspettivo fino alla noia di un certo Nanni Moretti.

Quando parlo di cinema come una favola rivedo quei prodotti ben confezionati del cinema americano, magari anche senza roboanti effetti speciali, ma sempre rigorosamente “happy end”. Da “Ufficiale gentiluomo” a “Pretty Woman”, dalla favola di cenerentola trasportata alla Casa Bianca come ne “Il Presidente” al racconto scanzonato di un successo universitario narrato da “La rivincita delle bionde”…

Perché dobbiamo farci del male guardando in televisione serial sboccati dove personaggi famosi o non ancora vengono spiati dalla telecamere in situazioni falsamente reali?

 Perché siamo affascinati e soggiogati da vicende sbriciolate in pochi minuti di trasmissione e continuamente aggrovigliate affinché non abbiano mai una conclusione?

Perché gli intellettuali e i tuttologi dei talk show condannano film come quelli sopra citati definendoli vacui e commerciali?

Forse che dalle favole non si può trarre una morale per la vita?

Lasciateci sognare! Verrebbe da dire parafrasando una nota canzone. I sogni sono speranza e più piacevoli sono più fanno venire la voglia di realizzarli. Restiamo allora all’erta, non facciamoceli rubare.

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