QUALCHE PAROLA PER ALESSANDRO

“So bene che ognuno ha qualcosa che vorrebbe far sapere a noi tutti, qualcosa di particolare, di proprio e di personale a riguardo di Alessandro….”

“So bene che ognuno ha qualcosa che vorrebbe far sapere a noi tutti, qualcosa di particolare, di proprio e di personale a riguardo di Alessandro….”

Così ha esordito Don Pino alle esequie del giovane seminarista. “Non possiamo però fermarci ai ricordi. Struggenti. Perché molti episodi della sua vita, molti atteggiamenti e molte chiacchierate con lui, solo ora assumono contorni e dimensioni del tutto particolari”.

Sono da scoprire perché ricchezza spirituale donata con il sorriso, con quella esuberanza giovanile, piena di futuro che nemmeno la malattia, consapevole, riusciva a contenere. Lo sanno bene i ragazzi e i giovani degli oratori della nostra Unità Pastorale. Alessandro ha condiviso questa esperienza in atto nella nostra cittadina: le tre comunità cristiane di questa Unità, (Cuore Immacolato di Maria, San Giuseppe Artigiano, S.S. Pietro e Paolo) l’hanno avuto presente, anche in periodi difficili quando la malattia lo stancava e, a sera, terminato l’oratorio feriale, faceva ritorno a casa desideroso solo di un po’ di riposo, accanto ai suoi genitori e al fratello Davide.

E le tre comunità ora elevano al Signore il grazie per la testimonianza di Alessandro. Per il suo gioioso ministero liturgico ed educativo.
In un momento come questo, segnato da un dolore così grande, vogliamo confermare la fede che professiamo da sempre nella comunione dei santi. E’ una verità stupenda, che suscita stupore in tutti noi. Un verità che scaturisce dal mistero del Regno di Dio, che sta nella storia e si compie nell’eternità.

Guardiamo allora al futuro. Il nostro che continua nel tempo. Un futuro che può anche comprendere la sofferenza, ma da vivere in un rapporto fiducioso con Colui che ad essa ha dato senso e valore.

Alessandro ha scritto: ‘E’ amando Gesù che si riceve la grazia di poter guardare a questo nemico con occhi da bambino; è il guardare e l’agire da bambini l’unica possibilità che noi abbiamo per sconfiggere la morte…’

Guardiamo al futuro di Alessandro. E’ in Dio, ora. Lui non ha più futuro. Così sembra. Anzi così è. Lui vive nel mistero di un Dio d’amore.

In una sua lettera scrive: Dai anche a me, Signore la forza di trovare e di cercare il vero amore all’interno di quella croce così dolorosa e così difficile da accettare ‘. Egli, dunque, attraverso la sofferenza, la croce, il morire è giunto a quell’incontro che un cristiano, dalla fede robusta e amorosa, attende. L’incontro con il Signore Gesù.

Qui il nostro futuro si incontra con quello di Alessandro. Lui potrà starci vicino, sempre. Starà vicino alla sua gente. Starà vicino anche a noi che viviamo la nostra esperienza di Chiesa che lui ben conosceva. Ci suggerirà le scelte da fare. Ci sosterrà con la memoria del suo esempio, nei momenti dell’inquietudine.”

Concludendo, don Pino ha invocato la consolazione dello Spirito di Vita su genitori e parenti e anche su tutti quanti, raccolti in preghiera, hanno testimoniato la gratitudine e l’affetto per Alessandro: una giovane vita, spesa per gli altri, che non sarà dimenticata.

CRONACA FOTOGRAFICA DELLA VEGLIA E DELLE ESEQUIE

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Pensieri di Alessandro apparsi sul sussidio per la celebrazione delle esequie

La morte e il male sono come un nemico invisibile
che deve essere sconfitto.
E come sconfiggere questo nemico invisibile?
L’amore per Cristo e per la Chiesa
sono le uniche nostre speranze.
E’ amando Gesù che si riceve la grazia
di poter guardare a questo nemico
con occhi da bambino;
è il guardare e l’agire da bambini
l’unica possibilità che noi abbiamo
per sconfiggere paure, angosce…
per sconfiggere la morte.[…]
E’ nella sofferenza che noi ritroviamo
l’elemento essenziale del nostro essere cristiani:
la croce di Cristo,
quella croce che è stata sua compagna
dall’inizio della sua vita sino alla sua morte

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Uomo dove sei?
Sono millenni che esisti, sono millenni che vivi….
o sopravvivi?!?
Ma vivere per che cosa e sopravvivere a che cosa?
Alla morte? Lei inesorabile ti coglierà di sorpresa.
Alla vita? E’ un dono e non è eterno.
Uomo dove vuoi andare?
vieni a questa grotta,
cenacolo vivente dell’Eucaristia della vita.
Qualcuno ti laverà i piedi anche se tu non lo vuoi
e tu allora esclamerai: perché fai questo?
Non te l’ho chiesto
e non sono degno di accettare questo servizio da te.
E’ bello sedersi in questa grotta,
inginocchiarsi davanti a te
e scoprire che tu ci chiami a restare con te,
ad essere come te padre e madre
di una piccola umanità che è la nostra famiglia

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