IL CORTEO DEI RE MAGI

L’esperienza sensoriale è indispensabile agli esseri umani. Si può spiegare un concetto senza fare un paragone visibile o perlomeno immaginabile? Forse sì, ma sono molto più efficaci le parabole:”Il regno dei cieli è simile a …” Si può

L’esperienza sensoriale è indispensabile agli esseri umani. Si può spiegare un concetto senza fare un paragone visibile o perlomeno immaginabile? Forse sì, ma sono molto più efficaci le parabole:”Il regno dei cieli è simile a …” Si può raccontare un avvenimento lontano nel tempo senza cercare similitudini nell’attualità ? Sì, ma si farebbe la figura di quel predicatore che parlando di velocità citava il “Piè veloce Achille”, dimenticandosi che esistono aeroplani e razzi.

Si può descrivere un personaggio storico impedendo alla mente degli ascoltatori di figurarsi Noè con la barba bianca o le sirene con la pelle squamosa dei pesci? No, non è possibile.

Il Corteo dei re Magi, che ormai per tradizione porta doni al Gesù Bambino della chiesa Prepositurale, è proprio questo: rende visibile l’immaginazione. Ecco i Re venuti dall’Oriente che appaiono in ricche vesti, con numerosi servitori e le portantine per i doni… C’è anche il Re di Saba che è un africano e indossa pelli di leopardo.

Ci sono damigelle vestite da odalische e bambini con il copricapo di velluto. Forse mancano i cammelli… perché quelli restano ombre fuggevoli nella notte. Ai bambini di tanti anni fa sembrava di vederli mentre si avvicinavano al davanzale della finestra dove era stato messo per loro un po’ di fieno.

Certo chi tra il pubblico è più cinico e disincantato non può fare a meno di pensare che i re magi non erano così. Nel Vangelo non è nemmeno scritto che fossero 3. E che venissero dall’Oriente era un modo di dire per indicare che non erano giudei. Ma va bene così. Non ci permettiamo, da questa pagina, di far traballare convinzioni millenarie o di distruggere sogni che fanno parte dell’immaginario collettivo.

Va bene così, a patto che, dopo il corteo, si torni alla realtà della fede e non ci si limiti ad offrire doni simbolici. Si spenda l’Oro delle proprie doti personali a favore della comunità. Si usi l’Incenso della coerenza evangelica per purificare uno stile di vita cristiana logorato dalle consuetudini. Ci si renda conto che la Mirra è un olio molto simile al crisma che ci ha segnati come figli di Dio, nel battesimo e per quasi tutti anche nella cresima. Figli che devono dimostrare di essere degni della somiglianza donata.

Quando poi guarderemo ancora al presepe, a quel bambino che ha il volto paffuto e roseo di un bambolotto di ceramica, socchiudendo per un attimo gli occhi, immaginiamo di vederlo vivo. Forse, allora, non avrà la pelle rosa, ma il volto scarno di un piccolo africano che muore di fame. Sulle sue guance scenderanno le lacrime di paura di un piccolo iracheno, o palestinese, o israeliano, o afgano. Tremerà per il vento freddo della notte su uno scafo in mezzo al mare o avrà le mani tagliate dei piccoli tessitori pakistani.

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