SILENZIO…….PARLA IL PAPA.

Ha sete di te, Signore, l’anima mia!

VANGELO della XII° settimana del tempo ordinario – anno C

Vangelo Lc 9, 18-24

Ma voi

Ha sete di te, Signore, l’anima mia!

VANGELO della XII° settimana del tempo ordinario – anno C

Vangelo Lc 9, 18-24

Ma voi chi dite che io sia? – Tu sei il Cristo di Dio. – Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire.

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?». Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. «Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».
E a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà».

ECO della PAROLA:

Nella sua riflessione prima della recita dell’Angelus Domini, ricordando che venerdì scorso abbiamo celebrato la solennità del Sacro Cuore di Gesù, ultima delle grandi feste liturgiche che, dopo il Tempo pasquale, costituiscono altrettante sintesi mirabili del mistero cristiano: la Santissima Trinità, il Corpo e Sangue di Cristo e, appunto, il suo Cuore Sacratissimo, ‘fonte di vita e di santità’, ‘nostra pace e riconciliazione’ (Litanie del Sacro Cuore)”, il Papa ha citato l’Enciclica Haurietis aquas di papa Pio XII del 1956: “Nessuno può conoscere a fondo Gesù Cristo, se non penetra nel suo Cuore, cioè nell’intimo della sua Persona divino-umana”.

La mentalità dominante di oggi ha contagiato anche la letteratura e gli spettacoli per bambini e giovani. Fumetti, cartoni animati, videogiochi che riempiono gli occhi e la mente, sono tutti, più o meno, inficiati di questo messianismo spurio. Lì c’è sempre un salvatore, un superman, che arriva all’ultimo momento e sbaraglia i nemici. La violenza è l’ingrediente di fondo che non manca mai. Il suo scoppio finale è atteso come l’acme di tutto e salutato dagli spettatori con entusiasmo.

Che dire dunque quando ci chiedono chi è Gesù?

Parliamo pure di LUI come di un eroe, come del più grande degli eroi. Egli è venuto a salvarci da un pericolo, di fronte al quale un asteroide che sta per precipitare sulla terra o una invasione di extraterrestri sono degli scherzi. Ma spieghiamo anche che la sua forza non è in un’arma segreta più potente di quella degli avversari: un potentissimo raggio laser, o (come nel caso di Braccio di ferro) una scatola di spinaci. È una forza che risiede nella persona, non nell’arma che imbraccia. Cosa ancora più importante: la vittoria di Gesù non consiste nell’annientare i nemici o ridicolizzarli, ma nel cambiarli e renderli buoni, come ha fatto San Francesco.

Si torna dunque alla domanda iniziale: chi è il Cristo per noi?
C
he cosa siamo disposti a fare per rendere autentica la nostra disposizione a seguirlo fino in fondo? Queste sono, in fondo, le domande che Gesù pose un giorno agli Apostoli e che oggi rivolge a noi. Egli sta per dare l’annuncio della sua passione e morte che scandalizzerà la gran parte dei suoi uditori e metterà sull’avviso i discepoli più affiatati: il Messia trionferà ma solo attraverso la donazione della vita per le persone amate da salvare.

Il Vangelo ci invita a rispondere a tre interrogativi.

Gesù ci chiede: “Chi sono io per te? Accetti di condividere il mio destino di sofferenza e di gloria? Se sì, cosa sei disposto a fare per rendere più sincera e fruttuosa la tua vita?”.

La nostra risposta, naturalmente, non può avere la validità di un giorno, un mese, un anno, ma dev’essere per sempre. Non avevo capito che tu, il vero Crocifisso mi chiedi di seguirti, condividendo le tue scelte fondamentali, divenendo come hai preferito di essere tu, piccolo, umile, povero, obbediente fino alla morte.

Aiutami a portare la croce, rinnegando il mio io e tutto quanto mi appesantisce ed impedisce di camminare sulla tua strada, dove imparo a non esser più io la misura di tutto, ma a diventare sempre più simile a te.

Solo così potrò capire che sei il vero ‘cireneo’ che porta la croce.

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