CULTURA DA PIAZZA

Ormai abbiamo fatto l’abitudine all’ovvietà e all’insulsaggine di molti programmi televisivi. Ma sperimentare dal vivo, in una piazza di paese, lo stesso tipo di proposte di intrattenimento, fa un certo effetto.

Se poi il tutto viene contrabbandato come manifestazione cult

Ormai abbiamo fatto l’abitudine all’ovvietà e all’insulsaggine di molti programmi televisivi. Ma sperimentare dal vivo, in una piazza di paese, lo stesso tipo di proposte di intrattenimento, fa un certo effetto.

Se poi il tutto viene contrabbandato come manifestazione culturale… beh!

E’ davvero troppo. Si sono spesi fiumi di inchiostro a commento di questa nostra società post-moderna che non ha più valori e riferimenti, ma solamente pensieri deboli e individualismi sfrenati. Da tuttologi televisivi, politici e predicatori si alza un coro di unanime condanna verso il degrado culturale del nostro tempo. Così che il giudizio negativo, il lamento che non propone alternative, è diventato lo sport preferito dagli italiani (dopo il calcio naturalmente) a tutti i livelli e in tutti gli ambienti.

Per carità!

Non mi associo e non sono qui a pretendere che dopo una giornata di lavoro, di stress, di “corri, corri” della vita moderna, una persona normale sia entusiasta di sorbirsi una conferenza sulle teorie sociologiche di Zygmunt Bauman (già il nome… appesantisce le palpebre…), per arricchire il proprio bagaglio culturale. Non pretendo nemmeno che con spirito di sacrificio si preferisca un film di Lars Von Trier ad un gustoso telefilm disimpegnato da gustare allungati sulla poltrona di casa propria, con adeguato rifornimento di coca cola e patatine.

Ma c’è modo e modo di interpretare il divertimento e il relax. Così come ci sono argomenti e situazioni che aumentano la cultura e la conoscenza di una persona senza annoiarla. Pensate ad un viaggio, magari un po’ al di fuori delle mete “all-inclusive”, a qualche giorno trascorso insieme ad un amico che vive in una città di cui non conoscevate quasi niente. Pensate ad un buon libro, e per non citare ancora una volta Guareschi, che dietro all’umorismo celava profondità umane notevoli, vi dico Severgnini con la sua intelligente satira su usi e costumi degli italiani o Luca Goldoni, o quel grande filosofo piacevolmente napoletano che è Luciano De Crescenzo.

Non vorrete poi paragonare il ridere saporito e immortale di film come “A qualcuno piace caldo” con l’insipienza volgare della serie “Vacanze di Natale”?

Perché togliere sapore al sale della vita che è la conoscenza, sempre alimentata e mai soddisfatta?

Perché identificare il successo di una persona con l’esposizione della “propria merce”, alla maniera delle Miss, senza manifestazione di altre qualità interiori? Molto più coinvolgente è stata, nella stessa piazza di paese, l’esibizione di gruppi musicali e di ballo. Almeno loro dimostravano di non essere solo belli e giovani, ma anche veramente bravi.

Ho una sola speranza che le Miss della fotografia si siano più divertite che montate la testa!

Ultimi articoli in “EDITORIALE”:

L´EUCARISTIA NEL GIORNO DEL SIGNORE.


(Don Pino CAIMI – Prevosto)

Il giovane apostolo di Gesù, Giovanni, scrisse uno dei Vangeli (gli altri, tre, sono di Matteo, Marco e Luca). Dopo aver dato testimonianza al suo Signore, subendo esilio e sofferenze fisiche……

CRUDELTA´ ESTIVE

(Ci.ma)

Debiti e crediti non sono più prerogativa esclusiva dell’economia. Esistono anche nel mondo della scuola, da quando sono stati aboliti i terribili esami a settembre.

I commenti sono chiusi.