IL CARDINALE CI HA…PROVOCATI!

Mercoledì 8 settembre. Duomo di Milano.  Iniziamo un percorso “insieme”.

Ore 9.30. Il Cardinale Tettamanzi presiede una solenne liturgia, presenti i vescovi ausiliari, i vicari episcopali, i

Mercoledì 8 settembre. Duomo di Milano.  Iniziamo un percorso “insieme”.

Ore 9.30. Il Cardinale Tettamanzi presiede una solenne liturgia, presenti i vescovi ausiliari, i vicari episcopali, i responsabili curiali, tanti preti e il popolo di Dio. E’ la patronale della Cattedrale, la Chiesa del Vescovo dedicata a ’Maria nascente’: la “Madunina”.

Davanti al grande altare stanno alcuni giovani. Portano la talare, per la prima volta.

Tra questi giovani c’è anche Davide.

Lo vedo salire a ricevere la pace dal suo Vescovo che poco prima l’aveva accolto tra coloro che sono in cammino verso il sacerdozio. Visibilmente emozionato.

 Anch’io! E ho pregato intensamente per Lui!

Quando giunge il momento dell’omelia, il Vescovo sale al grande pulpito. Inizia quindi a parlare. Si vede …che i fogli tra le sue mani sono numerosi….Mi appresto a seguirlo. Dopo l’introduzione il Cardinale con appassionato fervore parla alla sua gente del mistero centrale della comunità cristiana: Cristo Signore e Salvatore nel sacramento dell’Eucaristia, celebrata e vissuta. E ne parla collegandola alla Domenica, il giorno del Signore, da molti cristiani ancora frequentata, almeno nelle nostre comunità.

Sul ’Corriere della sera’ (di certo anche su altri quotidiani) qualcuno ha scritto del discorso del Cardinale in Duomo. L’articolista titolava il suo racconto: “Messe noiose e sciatte…va alzata la qualità della celebrazione eucaristica. La domenica riprenda il suo ruolo di riposo, gioia e festa” .

Riportava fedelmente le parole dell’Arcivescovo che inoltre invitava a ridurre le SS. Messe sul territorio per guadagnare nella ’qualità della celebrazione’. Fortissimo il richiamo al recupero della vera ’domenica’, “giorno di riflessione e di riposo e non di evasione e fuga dalla città”.

Ho voluto rifarmi a un giornale laico per riprendere sia pure per sommi capi i pensieri e le proposte del Cardinale. Perché i cattolici sappiano che si sta aprendo una stagione nuova, coraggiosa, da vivere con entusiasmo, nella fiducia e nella genialità della fede.

Anche da noi. Qui, nelle comunità dell’Unità pastorale. Chiedendo in particolare un’attenzione. La Messa sia ’partecipata’, condivisa, nel raccoglimento sì, ma anche nelle espressioni della comunione, nella gioia. Certo che vedere i cristiani prendersi gli ultimi posti in chiesa (stare in fondo) e lasciare vuoti quelli davanti all’altare non è un buon segno.

Certo che assistere al mutismo di molti cristiani durante la liturgia può far pensare a una ’presenza’ precettata e sopportata e non una gioia.

Certo che scappare subito dalla chiesa, terminata la liturgia non è proprio il massimo! ……Ma ne parleremo in futuro!

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