STRANE SENSAZIONI….

PER STRADA, VERSO IL NATALE DI CRISTO.

Chissà se abbiamo preso sul serio l’AVVENTO? Alle volte infatti si prova una strana sensazione.

PER STRADA, VERSO IL NATALE DI CRISTO.

Chissà se abbiamo preso sul serio l’AVVENTO? Alle volte infatti si prova una strana sensazione.

Come capita quando, in gruppo, cerchi di comunicare con gli altri parlando loro di ciò che ti sta a cuore e ti trovi invece ’solo’ perché la conversazione si svolge attorno ad altre notizie e a ben altri ’problemi’.

Gli amici, la gente è interessata a tutt’altro. Allora ti passa per la mente di tacere. Non con il broncio. Ma per cercare di capire. E ti chiedi il perché di tutto questo. Forse non ’porti’ una notizia interessante’ Forse la offri con un linguaggio sbagliato? Con atteggiamenti non coerenti?

Ecco io vorrei chiedere ai miei fratelli se hanno provato, loro, da cristiani, a parlare in casa o tra gli amici dell’AVVENTO. Vorrei domandare loro come hanno fatto per farsi ascoltare. Vorrei sapere in ultima analisi se l’avvento e ancora più il santo Natale di Cristo sono notizie che vale la pena di far conoscere…ancora oggi!

Forse a qualcuno ( o a molti) può sembrare che queste domande che nascono dal mio vissuto di prete e di parroco, siano per nulla pertinenti alla condizione spirituale dei cristiani di oggi. Rimangono pur sempre ’cristiani attenti e disponibili all’ascolto´ (almeno quei cristiani che cercano e amano la Messa domenicale). E poi la ’notizia’ di Dio che si fa uomo è così ’impressionante’ da interessare chiunque seriamente cerchi il senso della sua vita.

No, non è così. Anzi è il contrario. Quel poco che mi riesce di ’dire’ corrispondendo alle attese del Signore e al suo mandato, non solo a livello ’personale’ ma in comunità muove dal desiderio di ’dire a tutti’ ciò che ha fatto l’Amore misterioso ma reale di Dio, ciò che è venuto a dirci il Figlio suo, Gesù, Figlio di Maria, ciò che per me e per ciascuno di noi Lui ha compiuto, chiamandoci all’unità, alla comunione e donandoci la certezza di un futuro felice in Dio..

Ma ciò non mi toglie quella ’sensazione’ di cui ho parlato.

Se non ricordassi tutte le volte che Paolo, l’apostolo delle genti, anzi Gesù stesso, ha anticipato le difficoltà che il vangelo avrebbe incontrato nella storia, sarei tentato di scoraggiamento, avvertirei la stanchezza dell’annuncio, mi sentirei deluso. Il nostro Arcivescovo nel suo ’percorso pastorale’ ce lo ricorda: “…la fede appare una realtà ripetitiva, stanca, adagiata, priva di smalto…Lo è in particolare per il continuo avanzare dei noti processi di secolarizzazione, di vera e proprio scristianizzazione, di indifferenza religiosa, di neopaganesimo” (cap. 1,8)

Ma è proprio per tutto questo che con rinnovata fiducia torno a dire a tutta la mia gente: “Viene il nostro Dio, viene e si manifesta!”.

E mi pongo, con loro, per strada finchè di nuovo potrò incontrare il ’mistero’ di un Bambino tra le braccia di sua madre e riconoscerLo Signore della mia vita e della storia!


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