DAVANTI AL ’MISTERO’ PER RICONOSCERE LA NOSTRA DIGNITA’

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

Diritti umani e ’riconoscenza’….

“Anima mia, benedici al Signore, tutto il mio essere lodi il suo santo nome. Anima mia, benedici al Signore, non dimenticare i suoi tanti doni…” (Salmo 102).

Stiamo vivendo ore del tutto ’uniche, particolari’ .

La comunità dei cristiani si raccoglie, in momenti programmati in questi giorni, in contemplazione del ’Mistero’ della fede. Di fatto è un Mistero da credere e da vivere, quello che si propone nelle nostre comunità nei giorni detti delle SS. Quarantore: l’Eucaristia di Gesù Cristo.

Una particola di pane sulla quale è stato invocato lo Spirito (“Manda o Signore il tuo Spirito a santificare questi doni, perché diventino il Corpo e il Sangue di Gesù…), …viene posata sulla mensa per essere riconosciuta Presenza reale di Gesù Risorto in mezzo ai ’suoi’. Per questa fede il dialogo tra Gesù Signore e la comunità (e in essa, ogni cristiano) si fa concreto, profondo, ampio perché investe tutta la realtà comunitaria e tutta la vicenda della persona.
In questa straordinaria e indefinibile relazione molti sono i sentimenti che vengono manifestati.

Uno di quelli più avvertiti è la riconoscenza.

“Anima mia, benedici al Signore, tutto il mio essere lodi il suo santo nome. Anima mia, benedici al Signore, non dimenticare i suoi tanti doni…” (Salmo 102).

Oggi si parla tanto dei ’diritti umani’. Scaturiscono dalla dignità della persona e dalla sua vocazione alla gioia.

Devono essere riconosciuti, proclamati e difesi poiché la persona sempre rischia nei suoi rapporti con il ’potere’ .

Ma i ’diritti’ altro non sono che ’doni’: essi infatti non trovano altro fondamento, se non la volontà di Dio Creatore. Forse è per questo che nella storia e nel mondo, ancora oggi, essi vengono misconosciuti e calpestati.

Negato Dio, o comunque esiliato dalla modernità autosufficiente, sempre più secolarizzata, l’uomo finisce per diventare un numero, insignificante e qualche volta preoccupante (vedi le politiche della denatalità in tante parti del mondo).

La verità invece è che l’uomo è stato fatto immagine di Dio.

Egli l’ha voluto così: “…di poco inferiore agli angeli, adorno di gloria e di splendore, con il potere sull’opera della mani di Dio….” (salmo 8)

Tutto ciò che ha, tutto ciò che è, è affettuoso , grazioso dono di Dio. Anche la sua salvezza. Dono immenso di Gesù, nella sua Pasqua, perché l’uomo, ognuno di noi, riceva la sua nuova dignità e il suo diritto alla felicità completa e definitiva…..

Il ’diritto ad essere felice’ deriva dalla redenzione di Cristo e dalla vocazione al Regno!

Di questo si viene a parlare con il Cristo presente nel suo Sacramento. Per dire ’grazie’. Per fare ’eucaristia’. Anzi perché tutta la vita sia vissuta nella gratitudine. Forse dovremmo andare oltre il lamento quotidiano a motivo della fatica del vivere. Aprendoci alla gratitudine finiremmo per capire che ’siamo stati amati’, anzi ’siamo amati’, qui e oggi.

Questo incontro con il Signore Risorto carico di gratitudine ci proietta al futuro, ci impedisce di cadere nello scoraggiamento anche a fronte di cocenti delusioni e di attese incompiute. Ritroveremmo la nostra dignità, sapremmo custodirla nella gioia. Troveremmo coraggio nel viverla, davanti a tutti.

E’ dunque il rapporto con l’Eucaristia, e non solo in questi ’giorni così diversi’, la sorgente della testimonianza cristiana chiara, limpida in questo mondo che desidera e cerca valori autentici da ’condividere’, per costruire una società giusta e serena!

 

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