LA CROCE SUL MONT ROUS

CAMPEGGIO ORATORIO MASCHILE: ANNO XX
È STATA INAUGURATA UNA CROCE – RICORDO DEI 20 ANNI DI CAMPEGGIO

…  ERA IL 15 AGOSTO 1981

CAMPEGGIO ORATORIO MASCHILE: ANNO XX
È STATA INAUGURATA UNA CROCE – RICORDO DEI 20 ANNI DI CAMPEGGIO

…  ERA IL 15 AGOSTO 1981

Dal “Cittadino della Brianza” del 25 agosto 1981…La cronaca di quei giorni


Sulla vetta delle montagne è facile trovare una croce. Dal 15 agosto di quest’anno è ancora più facile, perché una nuova cima, il Mont Rous, di 3242 metri di altezza, nel Gruppo Murailles di fianco al Cervino, porta la nostra croce.

Non voglio fare la cronaca di quelle memorabili giornate, e neppure raccontare come si è riusciti a portare i vari pezzi della croce, o le feste a Cervinia alla sera, mentre la croce era circondata da un grande falò visibile a fondovalle.

Altri faranno la cronaca e daranno le notizie più interessanti; io voglio solo fare partecipi i lettori di un momento limitato nel tempo; ma certo il più importante tra i tanti momenti indimenticabili di quei giorni.

Il «mio» momento ha limiti ben precisi: dalle 11,30 alle 12,30 di sabato 15 agosto, festa dell’Assunzione di Maria Vergine al Cielo.

In questa ora, a 3242 metri di altezza, sul Mont Rous, sotto la croce nuova di zecca, veniva celebrata la messa, apice e completamento di tutti gli sforzi per mettere lassù la nostra croce, ricordo dei 20 anni del nostro campeggio.

Difficilmente si vedeva una giornata cosi limpida: il Cervino, quasi a portata di mano, era completamente sgombro da nuvole; la vista raggiungeva il gruppo del Monte Rosa, il Gran Paradiso, a due passi c’era il Monte Bianco; il fondovalle, con la striscia della strada tra Valtournanche e Cervinia, brulicava di persone piccole come formiche, e le case e gli alberghi erano come quelli del presepe.

E lassù celebravamo la messa: tre sacerdoti con un centinaio di fedeli stretti attorno alla croce, seduti sui sassi o sulla neve della cima.
Per un cristiano, ogni messa dovrebbe essere sempre qualche cosa di nuovo, perché ogni volta è diverso l’incontro con la Parola di Dio e con la sua presenza; e questa volta la «novità» della messa è risultata ancora più evidente, quasi tangibile.

Ricordo solo due attimi: la lettura del Vangelo (era il brano del Magnificat) e la comunione.
Quando il lettore è giunto al versetto «l’anima mia magnifica il Signore, ed esulta il mio spirito in Dio, mio creatore…» sembrava non ci fosse più nulla attorno a noi, tanta era l’emozione e la partecipazione personale a quelle parole di Maria.

Veramente, in quell’istante, ci sentivamo degni di «rendere gloria e grazie» al Signore, che ci aveva permesso di poter gustare la gioia della sua presenza.
E la comunione: partecipazione diretta di tutti i presenti al mistero della croce e resurrezione, segno noi stessi dell’amore di Dio.

La croce, testimone della Passione, era senza il Crocifisso: colui che era morto è risorto, è qui tra noi, ci dona la croce affinché anche noi, come lui, vi possiamo salire per partecipare alla gloria.

Molte altre,cose sono successe sul Mont Rous la mattina del 15 agosto: chi era presente le ricorderà per sempre e le narrerà perché sono cose che non si possono tenere dentro; si sente il bisogno di rendere partecipi anche gli altri di quella gioia e di quella esperienza.

Io ho voluto solo ricordare due momenti; altre persone ne ricorderanno di diversi; tutti comunque ci siamo sentiti, e non solo per l’altezza, più vicini a Dio.

I RICORDI DELL´INIZIATIVA

La croce è stato il motivo dominante in questo Campeggio ’81.

È arrivata al campo con la gita dei parenti (tre pullman) il giorno 26 luglio e subito, in mattinata, è stata collocata dai nostri esperti «meccanici» nella piazza della chiesa di Cervinia dove, con grande interesse dei turisti, è stata esposta una settimana.

Intanto fervevano i preparativi per la collocazione del basamento: dopo i rilievi e gli scavi eseguiti in cima dai nostri pionieri (domenica 5 luglio) capitanati dall’esperto signor Leone, si era resa necessaria e indispensabile l’opera di un elicottero per la posa del fondamento della nostra croce (circa 15 quintali di materiale).

Fallito il tentativo di poter usufruire dell’elicottero dell’Esercito della Scuola Militare Alpina (intralci della solita burocrazia) abbiamo dovuto rivolgerci ad una ditta privata (lire 15,000 ogni minuto di volo)
L’appuntamento era per domenica 2 agosto: ore 7. Nel frattempo, dovendosi concludere il primo turno, i ragazzi (24 arditi) tentavano per primi e con successo la salita al Mont Rous, portando nei loro zaini i dadi ed i bulloni di acciaio della croce (venerdì 31 luglio).

Sabato 1 agosto, ultimata la pergamena da collocare nella base partivano Leone, Franco e Poppi per la cima, per essere pronti il giorno successivo ad attendere l’elicottero.
Mattinata, movimentata quella del 2 agosto, che ci ha visto tutti uniti intorno all’elicottero ed in collegamento radio con la cima, dove veniva posto il basamento con la pergamena; nel frattempo, quattro nostri atleti partecipavano alla Gran Balconata del Cervino, e noi approfittavamo di questa occasione per propagandare attraverso volantini la nostra impresa.

Nel campeggio intanto arrivavano gli adolescenti ed i giovani per il 2° turno: in questo turno, la riflessione e la preghiera sono state tutte orientale al tema della croce, così che questa non diventasse solo momento folcloristico, ma fosse veramente, e così è stato, espressione cosciente della nostra fede e di una vita d’assieme maturata lentamente.
L’operazione croce ora toccava ciascuno personalmente: ognuno con generosità si è offerto di portare le varie parti di essa, ed anche i più restii alle gite, superando se stessi, e con grande commozione di tutti, vi hanno partecipato.

L’appuntamento per il trasporto della croce era per martedì 11 agosto.

Il lunedì sera con cura e fervore tutto il campo era mobilitato nel preparare gli zaini; sveglia alle 4 ed alle 4… una pioggia torrenziale ha deluso la nostra carica…
Giornata nera,
avremmo dovuto valutare quel martedì, se non ci fosse stato Carluccio che, spronando alcuni di noi, ci ha invitati a comporre una canzone sulla croce: è stata quella bellissima canzone dialettale che è servita ad unirci ancor di più in tutta l’impresa, ed a esprimere coralmente a tutti quel che per noi significava la croce.

Ed appunto con questo canto (eseguito direi quasi in modo marziale) mercoledì 12 agosto alle ore 5 partivamo con il nostro «toc de cros dent in da la saca».

Con passo deciso, alternandoci con i pesi, alle ore 12 eravamo tutti in cima, anche l’Adriano, stravolto, ma irradiante gioia con il pezzo di croce.

Seguiva l’istallazione della base della croce con il dinamico alpino «Pedar» unico a sfoggiare accanto al valoroso cappello la maglietta con i colori del nostro oratorio.

Frattanto il nostro campo incominciava ad animarsi ed a popolarsi sempre più, (le nostre strutture si sono dimostrate quasi insufficienti ad accoglierli tutti), non solo di lissonesi che volevano condividere questo avvenimento, ma anche di simpatici e cordiali turisti della valle.

L’appuntamento era per le ore 3 del 15 agosto: a quell’ora, una cappa di nuvole basse sembrava scoraggiare l’impresa; nonostante questo siamo partiti decisi: erano con noi anche 20 giovani di S. Colombano capeggiati dal loro prete, altri intraprendevano la via della cresta (6 giovani di Valenza Po con il loro prete) o quella del ghiacciaio di Vofrede.

Con calma e costanza, abbiamo ripercorso le 5 e più ore di cammino: le nuvole man mano si diradavano fino a farci contemplare, alla finestra di Cignana, un’alba stupenda: il cielo, rimaneva limpido e senza una nuvola.
Giunti in cima, abbiamo partecipato alla conclusione dell’imbullonamento della nostra croce poi, stabiliti i contatti radio con il campo abbiamo dato inizio al momento più bello e significativo dell’Eucaristia, in cui abbiamo ringraziato il Signore per questi 20 anni di campeggio ed abbiamo pregato in particolare per Roberto e don Pino che in questi anni il Signore ha voluto con sé (una targa ai piedi della croce li ricorda).

Scendendo al campeggio siamo stati accolti con grande gioia dai nostri cari lissonesi venuti in gita; soprattutto abbiamo apprezzato la visita e la partecipazione del sig. sindaco dott. Cerizzi che ringraziamo di cuore per l’interesse che ha mostrato all’iniziativa, facendoci dono del gagliardetto del Comune, segno dell’apprezzamento con cui tutta la cittadinanza ha accolto questa iniziativa.

Alcuni frattanto si erano fermati in cima per preparare «l’annuncio luminoso» a tutta la valle: dopo esserci portati tutti a Cervinia, attraverso i canti abbiamo coagulato l’attenzione di tutti i turisti dapprima su di noi, e poi sul Mont Rous sulla cui cima, man mano che i nostri prodi accendevano le fiaccole, si delineava più nitida e bella la linea della nostra croce.

A questo punto la partecipazione di tutti coloro che si univano a noi è diventata corale e, spontaneamente, abbiamo trascorso una serata indimenticabile tra canti, bevute e balli accompagnati dalla nostra sempre vivace, anche se «affaticata» fisarmonica.

La luna intanto spuntava dietro le cime ed illuminava il percorso dei nostri amici che si accingevano a ritornare dalla croce al campo.

La gioia di quel giorno è ancora in noi, e vorremmo parteciparla a tutti in occasione della festa del nostro oratorio con una sera appositamente dedicata a questa impresa: l’appuntamento è per tutti,

I commenti sono chiusi.