Azione Cattolica – Decanato di Lissone – Scuola della parola – Quinta Tappa: La Via Migliore di tutte.

Dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi – 1 Corinzi 13,1-13
Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo. Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla. Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente. L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L’amore non verrà mai meno. Le profezie verranno abolite; le lingue cesseranno; e la conoscenza verrà abolita; poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito. Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino. Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto. Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l’amore.

Commento breve.

Non si può dimenticare allora che il contesto è una lettera scritta a credenti in carne ed ossa che l’apostolo conosceva: erano persone che certo incontravano qualche difficoltà nel comprendere fino in fondo la “nuova via” e nell’appropriarsi della dottrina, dei nuovi insegnamenti sulla buona notizia, sull’evangelo, su Gesù Cristo, sulla grazia, sul perdono dei peccati, sul dono di sé in una dimensione di servizio al Signore ed al prossimo.
Paolo scriveva ai cristiani di Corinto, cioè a qualcuno che aveva abbandonato il paganesimo o il giudaismo dei padri e si era costituito in comunità di credenti, una chiesa, da non molto tempo e, pur fervente, si portava dietro convinzioni non ancora del tutto filtrate dall’insegnamento apostolico.
In questo brano, dopo molti insegnamenti e molte esortazioni sulla buona condotta in una vita comunitaria fedele a Gesù Cristo, Paolo vuole tirare un po’ le conclusioni, dicendo ai credenti ed ai credenti di ogni tempo, dunque anche a noi, più o meno così: ” Tutto quello che vi ho detto ricordatelo, cari fratelli e care sorelle di Corinto, e mettetelo in pratica, ma soprattutto ricordate che ogni cosa sta in piedi se al centro ponete il Cristo morto e risorto per ognuno e quindi anche per voi. E se comprendete questo allora comprenderete anche che la regola principale è quella dell’amore. Se c’è l’amore allora il tutto regge.
E l’amore non è un soprammobile, un qualcosa in più, un talismano, un oggetto pur prezioso, è invece un dono, una virtù, un percorso, una relazione. Per vivere veramente da cristiani, in questo tempo complesso, percorso da tensioni sociali, politiche, ma anche da conflitti culturali e religiosi, la via da seguire è quella dell’amore, il quale segna l’esistenza del credente, indica la direzione, permette di superare gli ostacoli, di evitare i trabocchetti, e di giungere al traguardo. E’ la via da percorrere con coraggio e con speranza perché costituisce il dono più prezioso che Dio fa ai suoi figli, è un dono perfetto, senza il quale gli altri pur importanti doni dello Spirito di Dio sono zoppicanti, ridimensionati. Ed è un dono per l’umanità che vale per sempre e che è a disposizione anche oggi, in un tempo cioè in cui più che la fratellanza e, appunto, l’amore, sembra prevalere la contrapposizione clamorosa e violenta.” 

Essere discepoli di Cristo significa camminare con lui, amare come lui ha amato, seguirlo fino alla fine, non in modo passivo, ma disponibili anche a prendere su di sé la sua croce.
La vita è un dono e il viverla da discepoli è il massimo del dono ed è anche il massimo dell’amore possibile, che è poi l’unico che conta dal punto di vista di Dio.

A conclusione della LECTIO DIVINA 2016-2017 – Scuola della Parola – un ” GRAZIE “ per quanti hanno permesso lo straordinario successo di questa edizione, su tutti al Teologo Luca Moscatelli, e allo staff dell’ AC. di Biassono per l’impegno in questa edizione.

Per vedere il video con l’intervento del Teologo dott. Luca Moscatelli, realizzato da Sergio che ringraziamo per l’ottimo lavoro, clicca qui: https://www.youtube.com/watch?v=ByXBLUPDscY

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” Le nostre attività personali
sono soltanto dei mezzi ordinati a un fine,
mentre l’amore del prossimo è il fine stesso,
perché DIO è Amore.”
S. Teresa Benedetta della Croce

COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes 
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE

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