Vicini, con affetto, a chi soffre.

Don Tiziano Vimercati – Parroco

 

Stupore per quanto Dio compie: “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente”: ieri, nella festa della Beata Vergine Maria di Lourdes, abbiamo celebrato la  XXV Giornata Mondiale del Malato.
Intende essere un richiamo alla Chiesa perché il malato e chi è nella sofferenza per qualsiasi motivo, non solo non sia dimenticato ma sia messo tra le priorità dell’azione pastorale.
Perché così ha fatto Gesù durante tutta la sua vita: annunciava il vangelo e guariva i malati, con infinita compassione.
La malattia, che può manifestarsi improvvisamente, destabilizzandoci, e l’età che avanza, con tutti gli acciacchi che porta con sé e soprattutto con la consapevolezza sempre più lucida che la morte si avvicina, sono momenti delicati e tremendi, momenti che pongono all’uomo domande a cui una risposta bisogna pur darla.
Ma è arduo e difficile, non c’è niente di scontato, non esiste un percorso valido per tutti: nella malattia possiamo essere rinsaldati nella fede, ma possiamo anche perderla, possono cadere le convinzioni che pensavamo di avere, come possiamo riscoprire amore, affetto e tanta amicizia nelle persone che ci sono vicine, al punto che si può pensare addirittura di non meritare tanto.
E’ difficile vivere la malattia quando si è lasciati soli.
Ecco allora che la Giornata del Malato non ci deve far pensare solo all’uomo che soffre ma anche a quella rete di amicizia e solidarietà necessaria attorno alla persona ammalata .
Il PAPA stesso lo ricorda nel messaggio inviato per celebrare questa giornata: Tale Giornata costituisce un’occasione di attenzione speciale alla condizione degli ammalati e, più in generale, dei sofferenti; e al tempo stesso invita chi si prodiga in loro favore, a partire dai familiari, dagli operatori sanitari e dai volontari, a rendere grazie per la vocazione ricevuta dal Signore di accompagnare i fratelli ammalati.
Il PAPA definisce lo stare vicino al malato non un dovere, un sacrificio, un obbligo, bensì una vocazione, una chiamata, qualcosa di bello di cui ringraziare il Signore.
Come dire: è un privilegio stare vicino a un ammalato, accarezzagli il volto, abbracciarlo con delicatezza e discrezione, saperlo ascoltare senza preoccuparci troppo di parlare e di dire le solite parole di circostanza che tendono a nascondere la verità, a cui lo stesso malato neanche crede.
E’ davvero una grazia condividere con tutto noi stessi la sofferenza del papà, della mamma, di un amico, o anche di una persona da poco conosciuta, donare loro il nostro tempo, il nostro affetto, riconoscenti per ciò che abbiamo ricevuto e per quanto ancora ci sarà donato.

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Non accettate nulla come verità che sia privo di amore.
E non accettate nulla come amore che sia privo di verità!
L’uno senza l’altra diventa una menzogna distruttiva.

(S. Teresa Benedetta della Croce).

COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano

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