GIORNATE EUCARISTICHE / SS. QUANTANTORE

 

Sono in corso le tradizionali “ SS. Quarantore”, che richiamano le 40 ore durante le quali la salma di Gesù giacque nel sepolcro.
Per noi: queste giornate devono condurci ad una più profonda comprensione del Sacramento della Eucaristia, centro e cuore di tutta la vita cristiana e a migliorare la nostra devozione verso il mistero del pane e del vino che diventano il Corpo e il Sangue di Cristo. Nel silenzio adorante e nella preghiera davanti al Signore solennemente esposto sull’altare, dovremo reimparare a ringraziare, a riscoprire l’obbedienza, e a leggere i segni.

Ritornare a ringraziare.
La gente oggi sembra diventata incapace di ringraziare e perciò si allontana sempre più dalla gioia. Prevale l’idea che l’uomo debba tutto a se stesso, alla sua intelligenza, alla sua abilità. Si va smarrendo il senso di ciò che ci preesiste e non è stato né costruito né pensato da noi: per questo sembra che tutto sia consentito. Così l’uomo rischia di introdurre nella sua esistenza il principio della disgregazione e della morte con le sue stesse mani. E’ necessaro riscoprire la parola “grazie” e il senso dell’essere e della vita come dono che ci è stato fatto e da cui prende inizio la nostra avventura. Oggi viene anche esasperata la coscienza dei propri diritti, del ciò che ci è dovuto, e si dimentica che, almeno sul piano delle ultime cause, tutto è gratuito e noi non possiamo avanzare pretese. Anzi non abbiamo neppure il diritto di esistere: la nostra esistenza è un puro regalo che poteva anche non essere fatto. L’Eucaristia è essenzialmente l’azione di grazie (questo è il significato della parola), il grande ringraziamento del Cristo e del popolo di Dio a nome della umanità. Pregando davanti ad essa, impariamo a riscoprire la gratitudine come valore esistenziale e, implicita in essa, la fondamentale letizia di chi sa che alla sua origine c’è un dono, cioè un atto di amore.

Riscoprire l’obbedienza.
Per troppi, oggi, la libertà è pensata come assenza di riferimenti vincolanti ed è considerata un valore assoluto. Questo stato di “non obbedienza” sarebbe vero se l’universo, e in esso ogni singolo uomo, fosse frutto del puro caso e non invece di un disegno di amore sovrumano elaborato da una intelligenza superiore e antecedente. L’Eucaristia è memoria del sacrificio di Cristo, che si offre al Padre in obbedienza di amore per noi, ed è obbedienza a Cristo che ci comanda di fare ciò che Lui ha fatto (fate questo in memoria di me), perché possiamo associarci a Lui e fare della nostra vita il dono libero e totale di noi stessi come lode suprema al Padre. La celebrazione dell’Eucaristia, come anche la sua adorazione, ci aiuta ad avere almeno “nostalgia della obbedienza”: in fondo, vuol dire nostalgia di un atto di amore come causa di tutto, nostalgia di un Padre cui riferire la vita.

Reimparare a leggere i segni.
Oggi non si sa più leggere il libro dell’universo: le cose non ci appaiono più nel loro aspetto di simboli e di cifre, che sanno regalare qualche emozione allo spirito. Per la cultura prevalente, il mondo sembra diventato un magazzino esposto al saccheggio, più che un poema da comprendere e assaporare nella sua bellezza e verità. L’Eucaristia con i segni del pane e del vino possono indurci a riscoprire questa dimensione troppo trascurata. Del resto Gesù, istituendo i sacramenti, si è servito di cose create, che già possiedono una loro natura simbolica.

Contemplando l’Eucaristia ritroviamo, nella preghiera, nella riflessione e nel silenzio, questa chiave necessaria di interpretazione della realtà.

PREGHIERA
Signore Gesù, con gioia ci prostriamo in adorazione presso il tuo santo altare. Con te, o Gesù, tutto è merito di vita eterna, tutto è luce che rischiara la vita, tutto aiuta a proseguire il cammino, tutto è dolcezza… anche il dolore! Tu sei fonte copiosa di purissima gioia.

Gioia che cominciamo a gustare qui, nella valle del pianto, e che sarà piena quando ci svelerai la tua gloria: al gaudio della fede subentrerà quello della visione.
Signore Gesù, tu, pane vivo disceso dal cielo, ci basti.
Non abbiamo bisogno di altri. Tu sei la nostra vita. Tu sei la nostra gioia. Tu sei il nostro tutto. Ci affidiamo a te: nostro conforto, nostro gaudio, nostra pace.
( Beato Paolo VI)

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Non accettate nulla come verità che sia privo di amore.
E non accettate nulla come amore che sia privo di verità!
L’uno senza l’altra diventa una menzogna distruttiva.
(S. Teresa Benedetta della Croce).

COMUNITA’ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA della CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
S Giuseppe Artigiano – SS. Pietro e Paolo
LISSONE

 

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