Don Sandro Artioli: nella stiva dell’umanità di Don Tiziano Vimercati – Parroco

Don Tiziano Vimercati Parroco

Don Sandro Artioli, prete milanese, morto lunedì 27 marzo, dopo un lungo periodo di malattia invalidante.
Un prete che per 27 anni lavorò alla Breda come fabbro-saldatore-carpentiere, una mansione molto pesante che lo ha segnato nel fisico.
Mi ha colpito la storia della sua vita, da lui stesso riassunta in una lettera, scritta nel 2009.
Oggi leggiamo il vangelo della risurrezione di Lazzaro, ci stiamo avvicinando alla Pasqua: non ho potuto fare a meno di pensare che don Sandro accettò la croce come scelta di vita e, come Gesù, pagando di persona, si mise al fianco dei poveri.
Vi propongo alcuni passaggi della sua lettera.
Io ho fatto 27 anni di lavoro molto pesante perché, spinto dal mio Gesù, volevo affiancarmi agli operai più massacrati. L’avevo scelto per poter vivere la vita basso-operaia. Ho subìto cinque infortuni. Sono andato in pensione nel 2002 perché mi hanno notato una presenza di amianto sul mio polmone. Nel 2008 ho cominciato poi ad avere la drammatica perdita della memoria; peggiorando continuamente non capisco più nomi, vie, città e non riesco a leggere libri e giornali e capire radio e televisione. Sono in una situazione di grande sconforto e talvolta preferirei ormai di morire… L’Azienda in cui lavoravo mi ha proposto più volte di avanzare in forme di lavoro più raffinate: ma io mi sono sempre rifiutato perché volevo condividere la condizione degli operai più pesantemente massacrati. La mia vita è stata un collocamento nella stiva dell’umanità: le gerarchie politiche-padronali e quelle religiose-sacrali erano entrambe sul ponte della nave dell’umanità mentre io ero con tutti quelli nella stiva. Adesso da tre anni subisco la pesante conseguenza dalla mia vita lavorativa. La cosa peggiore è la mia testa che non capisce più i nomi di chiunque e parole di qualsiasi tipo. Sono molto triste. Sono ridotto chiuso nella piccola stanzetta del negozietto in cui facevamo gli incontri con gli operai. Non riesco a fare interventi culturali ma mi dedico a fare azioni umane a coloro che sono poveri e massacrati. In quella stanzetta alla domenica dico messa con alcuni amici. Abbiate pietà e misericordia di me. Vi ringrazio, don Sandro.”
Un uomo che ha scelto di stare, come prete, nella stiva dell’umanità, con gli ultimi e i “massacrati”. Ed è stato fedele fino alla fine, nonostante le enormi difficoltà incontrate, le incomprensioni, la solitudine patita anche a causa della chiesa ufficiale. “Sono molto triste”, è una pugnalata questa affermazione.
Anche Gesù era triste fino all’angoscia, quand’era nell’orto degli ulivi. Anche Gesù ha gridato sulla croce. Il seme nella terra porta frutto, ma prima deve marcire. Così è stata la vita di Gesù e di don Sandro.
Nell’angoscia hanno gridato la loro fiducia in Dio.
Don Sandro era malato ma non ha perso la fede: in quella stanzetta alla domenica dico messa con alcuni amici. Malato ma senza perdere il desiderio di essere solidale e vicino agli ultimi: mi dedico a fare azioni umane a coloro che sono poveri e massacrati. In quinta elementare, in un tema, scrisse che da grande “avrei voluto abitare nelle capanne, con i bambini della Cina, dell’India, dell’Africa, o in una roccia che mi scavo io, non nelle ricche cattedrali. E dichiarai che ero disposto a morire per Gesù.
Di sicuro don Sandro è morto con e per i fratelli che stanno nella stiva: il suo modo di morire per Gesù.
Mentre in questi giorni che ci separano dalla Pasqua ci lasceremo guidare dalla parola di Dio, lasciamoci anche illuminare dalla splendida luce di un testimone che ha fatto della sua vita una Pasqua vissuta.

 

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Preghiera per la Comunità Pastorale

Signore, che vivi e abiti con noi
Ti preghiamo per la nostra comunità.
Aiutaci a conoscerei meglio, a comprenderci di più,
perché ciascuno si senta sicuro dell’affetto degli altri.
Rendici capaci di tacere e di parlare
al momento opportuno e con il tono giusto,
perché le discussioni non ci dividano.
Liberaci dalla pretesa di imporre
agli altri il nostro modo di pensare.
Perdonaci quando dimentichiamo
di essere figli e amici tuoi,
quando viviamo in casa Tua
come se Tu non fossi presente.
Distruggi l’egoismo
e ogni forma di divisione e di discordia.
La nostra comunità sia sempre disponibile, ospitale per tutti,
rispettosa di ogni persona.
Signore, tienici uniti nella tua chiesa in cammino
perché vediamo insieme il tuo volto
nella comunità vera e nella comunione perfetta.
Amen

COMUNITA’ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA della CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
S Giuseppe Artigiano – SS. Pietro e Paolo
LISSONE

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