Un voto per il bene comune di Don Tiziano Vimercati – Parroco

Forse ci sentiamo più coinvolti quando siamo chiamati a votare per scegliere il nuovo Sindaco e la nuova Amministrazione Comunale: i candidati li conosciamo, li incontriamo per strada, possono essere parenti e amici, le scelte che dovranno compiere avranno un impatto immediato e concreto. Già lo scorso anno, in occasione del referendum sulle riforme istituzionali, scrivevo che votare è “un momento alto di esercizio della democrazia… un diritto-dovere che ci deve stare a cuore, a cui non dovremmo mai rinunciare, anzi esercitarlo con gratitudine e riconoscenza, nella consapevolezza di contribuire alla costruzione di una società migliore”. A patto di non illudersi che si possa costruire una società migliore semplicemente andando a votare, una specie di delega in bianco a chi sarà eletto. Costruire una società migliore passa attraverso uno stile di vita attento al bene di tutti e non solo al proprio, a un interesse costante verso la “res publica” ciò che è di tutti, a un votare, frutto però di conoscenza dei candidati e dei programmi proposti.
Il disinteresse per la politica, intesa come realizzazione del bene di tutti, è purtroppo un dato di fatto.
Un po’ perché si pensa alla politica come a un puro esercizio del potere, e non come un modo per essere utili, e un po’ perché il comportamento di chi entra in politica spesso è deludente, scandaloso, si difendono interessi di parte, si approfitta della posizione per aumentare in modo illegale i già cospicui introiti. Atteggiamenti di scetticismo, paura, astensionismo, chiusura in se stessi sono un po’ troppo diffusi.
Penso però che non possiamo permetterci di tirarci fuori: non nel senso che tutti dobbiamo entrare in politica in modo diretto, ma semplicemente che non ci è permessa la delega in bianco. Interessarsi, conoscere, fare proposte, capacità di giudizio, critiche quando pensiamo ci siano degli errori di percorso, sono invece atteggiamenti necessari per ridare vita alla città, per riscoprire la gioia di essere una comunità, per non cadere nella rassegnazione. Il cristiano poi, dovrebbe sapere che “la politica è la più alta forma di carità”, come spesso ripeteva il papa Paolo VI: «Prendere sul serio la politica nei suoi diversi livelli significa affermare il dovere di ogni uomo di riconoscere la libertà che gli è offerta per realizzare il bene della città, della nazione, dell’umanità. La politica è una maniera esigente di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri».
A
nche PAPA FRANCESCO insiste sul fare politica come forma di carità quando invita a pregare  “perché la responsabilità politica sia vissuta a tutti i livelli come forma alta di carità”.
Il cristiano si sente interpellato da queste indicazioni, capisce che la politica è un campo di apostolato che non può essere trascurato, e che la novità perenne del vangelo può essere una luce che guida le stesse scelte politiche. Il cristiano deve essere convinto che ciò in cui crede non è riservato alle sacrestie e alla cerchia ristretta dei praticanti, ma è parola “buona”, necessaria e preziosa per l’uomo d’oggi. Gesù ha qualcosa da dire a tutti, anche oggi.
A chi governa, a tutti i livelli, possiamo chiedere, e ne abbiamo il diritto, competenza, preparazione, genuino senso dell’onestà, rispetto della legalità per poterla poi chiedere ai cittadini, rispetto profondo verso tutti, avere a cuore i più deboli, favorire la solidarietà, il volontariato, tutelare il lavoro e dare speranza ai giovani, difendere la libertà di educazione, superare le emarginazioni. Gestire ciò che è di tutti, il denaro pubblico, il territorio, la qualità della vita, la ripartizione dei benefici e dei sacrifici, richiede molta serietà e rispetto della gente. Ma che ci può essere solo se chi ci governa non si dimentica che nessuno l’ha eletto padrone della città.
Chiediamo  anche che non ci si limiti all’ordinaria amministrazione, alle cose che appagano nell’immediato nella speranza che procurino qualche facile consenso, e tanto meno che si cavalchino e si fomentino le paure costruite ad arte, ma si pensi al futuro, alla città che desideriamo consegnare ai figli e ai nipoti, in qualche misura chiediamo che ci sia anche qualche “bel sogno” da realizzare, capace però di trasformare la quotidianità e renderci migliori.
Per tutti: cerchiamo però di non essere ipocriti. Possiamo chiedere tutto questo a chi ci governa e a chi ci governerà solo se anche per noi l’onestà, la competenza, l’impegno, il rispetto della legalità, sono valori in cui crediamo e che realizziamo nella vita.
Credo sia questo il modo di tutti di “governare la città”.

EDITH_STEIN_UFFICIALE_1_m

Preghiera per la Comunità Pastorale

Signore, che vivi e abiti con noi
Ti preghiamo per la nostra comunità.
Aiutaci a conoscerei meglio, a comprenderci di più,
perché ciascuno si senta sicuro dell’affetto degli altri.
Rendici capaci di tacere e di parlare
al momento opportuno e con il tono giusto,
perché le discussioni non ci dividano.
Liberaci dalla pretesa di imporre
agli altri il nostro modo di pensare.
Perdonaci quando dimentichiamo
di essere figli e amici tuoi,
quando viviamo in casa Tua
come se Tu non fossi presente.
Distruggi l’egoismo
e ogni forma di divisione e di discordia.
La nostra comunità sia sempre disponibile, ospitale per tutti,
rispettosa di ogni persona.
Signore, tienici uniti nella tua chiesa in cammino
perché vediamo insieme il tuo volto
nella comunità vera e nella comunione perfetta.
Amen

COMUNITA’ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA della CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
S Giuseppe Artigiano – SS. Pietro e Paolo
LISSONE

I commenti sono chiusi.