Mi ha stupito: 50,20% è il dato di affluenza dei lissonesi al primo turno di votazione per eleggere il sindaco.
Con una sezione dove la percentuale è stata addirittura del 42,07.
Preoccupante. In molti ritengono sia dovuto alle data scelta per le elezioni: non si vota nel mese di giugno, la gente è in vacanza, si va in gita.
Preoccupante lo stesso: votare è una grande fortuna, oltre che diritto e dovere del cittadino, a cui non si dovrebbe mai rinunciare.
Dovrebbe stare al primo posto.
Se è possibile, qualche sacrificio si può anche fare pur di votare. Mi sono fatto qualche domanda, come parroco di questa comunità cristiana. Ho qualcosa da dire ai cristiani, almeno a quelli che frequentano la messa della domenica?
Penso proprio di sì.
La lettera a Diogneto, risalente al II° secolo, delineando la figura dei cristiani nel mondo, afferma che “i cristiani rispettano e adempiono tutti i doveri dei cittadini”.
E’ dovere del cristiano essere un buon cittadino. Votare non è tutto, perché l’impegno del cristiano-cittadino deve essere continuo, teso alla realizzazione del bene di tutti. Ma almeno cominciano con l’esercitare questo diritto-dovere di votare.
Facciamo questa duplice fatica di andare a votare, anche con qualche sacrificio, e andiamoci dopo aver speso un po’ di tempo per conoscere il più possibile cosa ci propongono i candidati sindaci.
O Gesù, che nella tua infinita bontà
hai avuto compassione dell’uomo e non hai voluto che rimanesse
schiavo della sua debolezza,
infondi ancora il tuo Spirito
su ciascuno di noi e sulle nostre comunità,
perché possiamo sperimentare la gioia di sentirci nuove creature.
Fa’ che, toccando le tue ferite,
possiamo avere compassione dei nostri fratelli e sorelle.
Donaci sempre il tuo Santo Spirito
perché non rimaniamo mai confusi negli affanni e negli intrighi del mondo,
ma sappiamo rispondere al male con il bene.
Manda il tuo spirito Signore e rinnova il cuore di ogni uomo.