Due settimane fa abbiamo scritto che la chiesa deve riconoscersi in debito verso gli uomini e le donne di questo mondo. Non deve chiudersi in se stessa, preoccupata solo di stare a galla, affogando però nella meschinità di beghe interne, bensì aprirsi al mondo, cingersi le vesti con il grembiule, afferrare la brocca dell’acqua e inginocchiarsi per servire.
Ecco cosa il nostro vescovo mette al primo posto: ” La chiesa è in debito verso i fratelli e le sorelle di questo tempo della parola dell’Evangelo”. Gesù, ai suoi discepoli e alla chiesa, ha lasciato in modo inequivocabile la missione di annunciare il vangelo del Regno a ogni creatura.
Nel giorno dell’Ascensione abbiamo letto: ” il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati. Di questo voi siete testimoni.”
Questo non è solo il primo compito che Gesù ci ha affidato: è l’unico. Tutta l’opera della chiesa deve essere di evangelizzazione; quando si pensa a quali scelte compiere niente ci deve guidare se non la preoccupazione che attraverso le nostre scelte, Cristo, e solo lui, sia annunciato e possibilmente accolto.
Altrimenti c’è il rischio reale di fare tante cose, che possono anche essere buone, ma che poco hanno a che fare con il vangelo e che comunque possono essere realizzate anche da altri.
C’è un altro rischio: mentre facciamo altro è facile perdere di vista l’essenziale, ciò che invece dovrebbe occupare tutto il nostro tempo. Inutile dire che è un rischio per tutte le comunità parrocchiali, un rischio reale che purtroppo spesso ci porta a sbagliare: oberati da impegni, iniziative di ogni genere, burocrazie varie, e tante altre cose che non ci lasciano il tempo di dedicarci a ciò che invece è primario.
Nelle nostre parrocchie abbiamo proprio bisogno di tornare all’essenziale, di capire quali scelte compiere oggi per essere ubbidienti all’invito di Gesù di annunciare il vangelo del Regno ad ogni creatura. E di conseguenza avere il coraggio di tralasciare tutto ciò che ci dà solo sicurezza, ma ormai non dice più niente; il coraggio di guardare avanti, tralasciando tradizioni che ormai sono solo un ricordo di tempi e glorie passate.
Il primo passo da compiere, dunque, se vogliamo essere fedeli alla missione che Gesù ci ha affidato è di essere consapevoli che dobbiamo annunciare il Vangelo, che gli uomini e le donne che ci circondano hanno diritto di ascoltare, se lo desiderano, la parola di Gesù.
Altro non ci possono chiedere e li inganniamo se proponiamo altro.