18 maggio – Memoria delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa  

 

  Mio buon Gesù, so che l’amore per te non va mai disgiunto da un vero amore del prossimo; perciò io, Bartolomea, desiderando di darti gusto in tutto e di assecondare gli impulsi interni, faccio voto di usare al mio prossimo tutta la carità spirituale e corporale che potrò. Da ora in avanti tutto ciò che Dio mi ha concesso non lo considererò più mio, ma datomi per impiegarlo a vantaggio del mio prossimo. La vita, la salute, il talento, i pensieri, le parole, le azioni, la roba e tutto quanto potrò avere in mio potere li rivolgerò a vantaggio e a sollievo dei miei cari fratelli. Per i peccatori offrirò pratiche, orazioni, mortificazioni e ogni volta che mi presenterò ai piedi di te, Crocifisso, ti importunerò e pregherò tanto per la loro conversione che non mi potrai negare questa grazia. Per impedire il peccato poi farò di tutto e tu avvalora la mia debolezza.”  ( Bartolomea Capitanio)

SCHEDA della SANTE.

Bartolomea Capitanio, nata a Lovere sul lago d’Iseo il 13 gennaio 1807, ed educata in paese dalle Clarisse, nonostante l’opposizione del padre, diplomandosi maestra nel 1822 incominciando ad insegnare alle alunne delle elementari nello stesso educandato. Pur essendo attratta dalla vita claustrale, rientrò tuttavia in famiglia dopo due anni e aprì una piccola scuola per bambine povere nella sua casa, elaborando un metodo didattico che associava l’insegnamento scolastico a quello spirituale.

Per venire incontro al disorientamento della gioventù femminile, seguendo il suo intuito profetico, sensibile a quello che chiamava un bisogno “grande ed estremo” dei suoi tempi, fondò un oratorio e una congregazione, sotto la protezione di Maria Bambina. 

La giovane Bartolomea alternava poi la sua attività educativa a quella assistenziale in un piccolo ospedale per i poveri, fondato a Lovere da Caterina Gerosa, dove era stata chiamata in qualità di direttrice ed economa. Nel 1829, dopo avere steso una nuova regola spirituale, guadagnò al suo progetto di creare una famiglia religiosa dedita alla carità.

Caterina Gerosa,  nata il 29 ottobre 1784 sempre a Lovere, aveva ventitré anni più di Bartolomea, pur essendo figlia di un ricco commerciante, aveva adottato uno stile di vita modesto, dedicandosi alla preghiera, alla mortificazione e alla carità: andava a mendicare per i poveri e quattro volte alla settimana offriva un pranzo a tredici bisognosi; vestiva abiti semplici e rattoppati, di notte si flagellava e restava a lungo prostrata in preghiera sul pavimento.

Alla morte dello zio, avendo ereditato l’intero patrimonio della famiglia, a Lovere aveva istituito, insieme alla sorella Rosa, oltre alla Congregazione mariana per le fanciulle, un piccolo ospedale, affidandone la direzione appunto alla Capitanio la quale ogni giorno, dopo la scuola, vi prestava i più umili servizi medicando anche i malati più ributtanti e pericolosi.

La Capitanio però non ebbe il tempo di vedere gli sviluppi straordinari della sua opera, perché morì dopo soli otto mesi dalla fondazione: sul finire della Quaresima del 1833, tornando dalla chiesa parrocchiale dove aveva partecipato con le sue ragazzine all’adorazione del SS. Sacramento esposto, si sentì male e il medico la trovò affetta da bronchite e da un indebolimento generale dell’organismo dal quale non si riebbe più. Si spense serenamente il 26 luglio di quello stesso anno.

Per Caterina Gerosa, la scomparsa di Bartolomea fu un durissimo colpo, tanto che la congregazione parve vicina al naufragio; ma da donna forte quale era, si rimboccò le maniche e, docile ai consigli di Don Bosio, in piena fedeltà alla linea della fondatrice, prese le redini del governo, formando alla vita religiosa le vocazioni che affluivano sempre più numerose, ed esigendo da loro spirito di sacrificio e di povertà. Il 21 novembre 1835 ebbe luogo la vestizione solenne delle prime suore e l’elezione a superiora della Gerosa, che prese il nuovo nome di Vincenza con riferimento a san Vincenzo De Paoli.

Spirò dolcemente il 26 giugno. Beatificata da Pio XI nel 1933, fu ascritta nell’albo dei santi da Pio XII anch’essa il 18 maggio dell’Anno Santo 1950 insieme alla fondatrice. I resti delle due sante si venerano a Lovere nella cappella dell’Istituto.

LA CONGREGAZIONE

Da allora, le Suore di Carità delle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa (questa la denominazione ufficiale), sono comunemente chiamate “Suore di Maria Bambina” perché custodiscono nel santuario annesso alla Casa Generalizia, in via Santa Sofia a Milano, un antico simulacro della Vergine in fasce, proveniente dal convento delle Francescane di Todi e donato, dopo varie peregrinazioni, all’Istituto.

La congregazione, che ha come fine l’esercizio delle opere di misericordia, in particolare l’istruzione della gioventù e l’assistenza negli ospedali, è attualmente presente con 447 case in Europa (Italia, Regno Unito, Romania e Spagna), nelle Americhe (Argentina, Brasile, Perù, Uruguay e Stati Uniti) e in Asia (Bangladesh, Birmania, Giappone, India, Israele, Nepal, Thailandia e Turchia).

Lo sviluppo di queste Suore di Carità era stato previsto da Bartolomea che aveva detto, poco prima di spirare: “ Quando sarò in cielo, sarò più utile all’Istituto che se rimanessi in terra”.

Breve profilo storico in Lissone

La presenza delle Reverende ” Suore  di MARIA BAMBINA “ nella nostra comunità è stata ed è un dono preziosissimo della Provvidenza per cui è doveroso ringraziare il Signore e la Congregazione, ed è iniziata nel lontano 1903 con l’apertura dell’ “Asilo parrocchiale” poi  “Scuola Materna parrocchiale”, ed ora “ Scuola dell’Infanzia Paritaria  MARIA BAMBINA”.

Le Suore di MARIA BAMBINA a Lissone non hanno soltanto guidato l’asilo: va ricordata anche l’attività catechistica ed oratoriana. E non possiamo dimenticare poi l’attenzione e l’assistenza agli ammalati, nelle visite domiciliari e in quelle ospedaliere – Azienda Ospedaliera S. Gererdo di Monza – dove ancor oggi c’è la loro presenza.

Ringraziare coloro che in questi Centoquindici anni l’hanno sostenuta è una gioia: quella di sapere che tante persone, in comunità hanno reso un “servizio ai piccoli e alle loro famiglie” anche nei momenti più sofferti, nella generosa fedeltà hai principi evangelici, sovente a prezzo di tanti sacrifici…

Un “ GRAZIE con la Preghiera”  va a tutte le suore che hanno operato nella storia dell’asilo, alle sorelle lissonesi che hanno operato nella Congregazione e ora sono nel premio del Signore

La celebrazione nella memoria delle Sante Fondatrice dell’Ordine non sarà fine a se stessa…..La comunità Pastorale S. Teresa Benedetta della Croce, la Parrocchia di SS.Pietro e Paolo vuole ricordare, ringraziare, per rinnovare l’impegno nel futuro.

Venerdì 18 maggio 2018: Festa Liturgica – Memoria.

Programma:
Ore 7.00: celebrazione della messa in chiesa prepositurale (non in S. Carlo).
Ore 20,30 – Chiesa dell’Addolorata: preghiera comunitaria.

PREGHIERA

Concedi, Signore misericordioso, che la festa delle sante vergini Bartolomea e Vincenza sia un richiamo al nostro impegno di vita, perché, fedeli ai loro insegnamenti, ci dedichiamo con generoso slancio al servizio dei nostri fratelli, e imitando il loro esempio, in tutto e sopra tutto cerchiamo te, unico e sommo bene. Per il nostro Signore.

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COMUNITA’ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA della CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
S Giuseppe Artigiano – SS. Pietro e Paolo
LISSONE

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