Cresce lungo il cammino il suo vigore di Don Tiziano Vimercati – Parroco

L’otto settembre, festa della Natività di Maria, è da sempre il giorno in cui il vescovo presenta alla diocesi le linee programmatiche per il nuovo anno pastorale.

 L’immagine che il vescovo ci propone, che è un po’ il filo conduttore delle scelte compiute, è presa dal salmo 84: “Cresce lungo il cammino il suo vigore” .

Il salmo 84 esprime il desiderio insopprimibile che l’uomo porta nel cuore: conoscere Dio, cercarlo con grande desiderio, entrare in qualche modo in relazione pur nelle fatiche e nelle oscurità della vita, dove però c’è anche la possibilità di sentirci sostenuti, con “un vigore che cresce”.

Vorrei riflettere soprattutto su un passaggio iniziale della lettera pastorale perché mi sembra offrire preziose indicazioni in questo momento di ripresa delle attività, dopo la pausa estiva.

Scrive il vescovo: L’immagine del cammino comporta quella della fatica, del tempo da trascorrere nel deserto, delle insidie e degli ostacoli da superare . Eppure il cammino, secondo l’esperienza dei pellegrini, non consuma le forze, non spegne il desiderio, non induce allo sconforto, non fa spazio alla tentazione di “tornare indietro” o di abbandonare la carovana, finche resta viva la promessa di Dio e l’attrattiva della città santa.

La chiesa è un popolo in cammino.

C’è una mèta da raggiungere, c’è un cammino da compiere, fatiche da affrontare, sfide sempre nuove, errori e sbagli sempre in agguato. La chiesa non deve comportarsi come una realtà già “arrivata”, piena di se stessa, che ha solo da insegnare e nulla da imparare. E’ una chiesa che, con l’aiuto dello Spirito, cammina verso una pienezza non ancora posseduta e una fedeltà non ancora piena.

Sapere di essere in cammino e sempre in ricerca: occorre l’umiltà nello stare in ascolto della Parola, unico faro che può illuminare il cammino; umiltà nella capacità di stare in ascolto di tutto ciò che di buono ci circonda, delle voci profetiche di uomini e donne eccezionali; l’umiltà di chi accoglie e apprezza anche ciò che il “mondo” ci offre di bello e valido; l’umiltà di chi riconosce i propri errori e si lascia correggere, anche se ci si sente feriti nell’orgoglio.

Sapere di essere in cammino e sempre in ricerca: la chiesa, consapevole di essere in cammino, non deve preoccuparsi di occupare e difendere posizioni raggiunte, privilegi ottenuti, di stare comodamente seduta dentro la storia degli uomini. E’ tutta zavorra che appesantisce il cammino. Rende la chiesa meno credibile, per molti inutile, per altri addirittura dannosa. La chiesa in cammino è una chiesa pellegrina, preoccupata di guardare e contemplare la mèta da raggiungere e non di cercare le comodità per il viaggio. Una chiesa che non può e non deve parlare lo stesso linguaggio del “mondo”, ma il linguaggio di Dio, compiere scelte e stili di vita che ci fanno guardare oltre, capace di rispondere alla nostalgia di cose grandi e belle che l’uomo si porta nel cuore.

Penso a noi, al cammino della nostra comunità: dobbiamo volare alto, dobbiamo contemplare la mèta, dobbiamo ripensare a ciò che facciamo affinché esprima veramente la realtà di chiesa in cammino, fedele alla Parola ricevuta e al dovere di testimoniare il vangelo ricevuto. Con tristezza scorgo la difficoltà di pensare, di guardare avanti, di accettare quella fatica di rinnovarsi, e allo stesso tempo la facilità nel rimanere legati alle abitudini, al “si è sempre fatto così”, al non voler cambiare, desiderando magari rivivere le “glorie” del passato, un passato che però non esiste più.

Non si è fedeli quando si rimane fermi, per lo più in semplici scelte contingenti e concrete, ma quando in una realtà che muta si è capaci di individuare modi nuovi e migliori di vivere il vangelo nel nuovo contesto.
L’immagine del cammino comporta quella della fatica, del tempo da trascorrere nel deserto, delle insidie e degli ostacoli da superare.

Il vescovo ci ricorda una realtà di cui in ogni caso siamo ben consapevoli : il cammino è fatica, solitudine, con insidie e ostacoli. Non c’è da illudersi. Questo è vero, fin troppo vero, perché il lamento, la delusione, lo scoraggiamento sono di casa nelle comunità cristiane, e la nostra non fa eccezione. Non si tratta di negare la realtà, ma di non lasciarle l’ultima parola, di riscoprire che c’è qualcosa di grande che ci permette di andare oltre, di sperare e di agire: la mèta da contemplare in continuazione, l’incontro con il Signore, da non dimenticare mai. Mi sembra che ci soffermiamo troppo sulle difficoltà, sulle delusione, sul senso di solitudine e anche sui numerosi errori che si compiono e troppo poco su ciò che ci sostiene, sulla novità sempre entusiasmante della speranza che ci è donata.

Eppure il cammino, secondo l’esperienza dei pellegrini, non consuma le forze, non spegne il desiderio, non induce allo sconforto, non fa spazio alla tentazione di “tornare indietro” o di abbandonare la carovana.

E’ pieno di speranza questo pensiero del vescovo: il cammino non consuma le forze… “anzi”, potremmo dire noi. Lavorare per il Signore, e lavorare bene, ritempra, dà vigore, ci rinnova. C’è una bellezza in sé, una pienezza di vita, un realizzarsi quando si sceglie e si vive per il Signore.
Ricordo un romanzo di B. Marshall, “A ogni uomo un soldo”, dove agli operai che avevano lavorato tutto il giorno sotto il sole nella vigna del padrone, dopo aver comunque dato loro un soldo, si ricorda che anche solo poter lavorare nella vigna del Signore è adeguata ricompensa.

Eccoci dunque richiamati alla gioia, consapevoli di non lavorare invano, che se anche non c’è e non ci sarà riscontro immediato, se sappiamo testimoniare il vangelo doniamo ciò di cui l’uomo di sempre ha più bisogno. A patto, come ho già ricordato, che resti “viva la promessa di Dio e l’attrattiva della città santa”.

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Questo tempo chiede di vivere da protagonisti, 
la vita è bella se la viviamo fino in fondo,
non lasciamo che siano altri a decidere per noi.
  (Papa Francesco )

COMUNITA’ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA della CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
S Giuseppe Artigiano – SS. Pietro e Paolo
LISSONE

 

 

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