Giornata della memoria di Don Tiziano Vimercati – Parroco

 

S.Dalì: La persistenza della memoria

Avevo circa vent’anni quando ebbi la fortuna di partecipare a un viaggio in alcuni campi di sterminio che i nazisti costruirono per eliminare gli ebrei, le minoranze etniche (rom, sinti), testimoni di Geova, omosessuali, malati di mente, handicappati. Gli ebrei sterminati furono tra i cinque e sei milioni.

Mi segnò in modo indelebile quel viaggio. C’erano anche alcuni superstiti, uomini che avevano vissuto l’orrore, testimoni di ciò che è perfino impossibile immaginare. Si sentivano dei sopravvissuti, giravano per i campi ma sembravano essere altrove, il cuore in tumulto. Con uno di loro conversai molto, anche perché condivisi per più giorni la camera. Penso sia stata una di quelle esperienze che più mi hanno segnato nella vita. Forse però allora feci una considerazione sbagliata: dopo l’orrore della seconda guerra mondiale e i campi di sterminio, dopo aver toccato il fondo, forse impareremo a vivere in pace, ad accoglierci, a non discriminare nessuno, e che essere diversi non vuol dire essere nemici e che la diversità accettata è una ricchezza.

Mi sbagliavo: ci sono state tante altre tragedie, con milioni di morti, e c’è addirittura il rischio di dimenticarsi.
Provai gli stessi sentimenti e lo stesso turbamento quando visitai, una decina di anni fa, le prigioni ei luoghi di tortura e di sterminio in Vietnam e Cambogia (pensate che in Cambogia fu assassinata un quarto della popolazione).
Mi sbagliavo anche perché mai avrei pensato che un giorno si potesse negare tutto questo orrore, insultare chi ha sofferto, imbrattare ciò che ricorda l’olocausto, inneggiare a una ideologia così perversa.
E’ bene farne memoria; è bene ricordare ciò che è stato; il male commesso non può essere né cancellato né negato ma tenuto ben presente per condannarlo, sempre, e poter andare avanti.

E’ bene insegnare ai giovani ciò che è avvenuto.

E’ bene organizzare pellegrinaggi in questi luoghi del dolore (magari come gita di classe nell’anno della maturità), anzi credo che tutti nella vita dovrebbero fare questa esperienza. Fare memoria per ricordare e per imparare ad essere migliori, per non permettere al male di prevalere nella nostra vita.
E’ bene, quindi, che si celebri ogni anno la Giornata della Memoria.

Il 27 di gennaio, giorno in cui nel 1945 fu liberato il campo di sterminio di Auschwitz.
Significativo è quanto abbiamo compiuto oggi a Lissone: la posa di una pietra di inciampo per ricordare un lissonese deportato e ucciso in un campo di sterminio.

Le pietre d’inciampo sono delle targhe, pensate e realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig, per tenere viva la memoria delle persone deportate e uccise dai nazisti. Sulle pietre è inciso il nome, l’anno di nascita, l’anno e il luogo della morte, e vengono messe dove abitavano o dove le vittime svolgevano le loro attività.

Abbiamo ricordato Mario Bettega, deportato e assassinato nel campo di Mauthausen il 19 marzo del 1945. Mario Bettega, (nella foto d’archivio è segnato con un circoletto ndr) nato nel 1918, era un operaio della Breda, calciatore della Pro Lissone, antifascista impegnato nella Resistenza.

La pietra di inciampo è stata messa presso lo stadio Brugola, dove Mario svolgeva l’attività sportiva.

Posizionare una pietra di inciampo vuol dire lasciarsi mettere in discussione da ciò che è avvenuto, è una pietra che parla, una pietra a cui non dovremmo mai abituarci, che non fa semplicemente parte dell’arredo urbano.

Una pietra con la quale dovremmo fare i conti, perché è una pietra che ci ricorda uno scandalo, un male che ha trovato dimora in tanti uomini e donne.

Ed è una pietra di inciampo perché non si può passare e ignorarla.
Credo che ci inviti anche a vigilare perché le logiche che sono sfociate nell’orrore dell’olocausto non si ripresentino anche oggi, per chiederci se non abbiamo già imboccato la strada dell’odio dimenticando quella dell’umanità,o imboccando la strada dell’indifferenza, lavandocene le mani, tirandosi fuori, affermando che ciò che si fa oggi è tutt’altra cosa, ma in realtà rendendoci colpevoli del male inflitto a tanti uomini, donne e bambini.

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Lasciami, Signore,seguire ciecamente i tuoi sentieri,
non voglio cercare di capire le tue vie:sono figlia tua.
Tu sei il Padre della Sapienza e sei anche mio Padre,
e mi guidi nella notte:portami fino a te.
Signore, sia fatta la tua volontà:”Sono pronta”,
anche se in questo mondo non appaghi nessuno dei miei desideri.
Tu sei il Signore del tempo,il momento ti appartiene,
il tuo eterno presente lo voglio fare mio,
realizza ciò che nella tua sapienza prevedi:
se mi chiami all’offerta nel silenzio,
aiutami a rispondere,fa che chiuda gli occhi su tutto ciò che sono,
perchè morta a me stessa, non viva che per te.

( S. Teresa Benedetta della Croce )

COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE

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