Il Regno di Dio è già tra noi di Don Tiziano Vimercati – Parroco


Don Tiziano Vimercati – Parroco
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Il vangelo di oggi mi aiuta ad avere speranza e a interpretare alcune notizie di questi giorni.
Vangelo di Matteo: “...Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete. I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo.”

Così ha risposto Gesù alla domanda che Giovanni Battista gli aveva rivolto attraverso i suoi discepoli. Momento di profonda crisi per lui, rinchiuso in carcere, assalito dai dubbi, il senso stesso della vita e di ciò che si è fatto fino a quel momento può annebbiarsi. La risposta di Gesù è un invito a cogliere i segni del regno di Dio che si sta realizzando.

I ciechi vedono: Gesù ci apre gli occhi, non siamo nelle tenebre.
Gli zoppi camminano: camminiamo verso una mèta, non verso il nulla.
I lebbrosi sono purificati: la lebbra è morte anticipata ed è come essere esclusi ma per Gesù tutti, sempre, sono benvenuti.
I sordi odono: finalmente possiamo ascoltare la parola di Dio.
I morti risuscitano: Gesù va oltre la paura e ci fa vincere anche la morte.
Ai poveri è annunciato il Vangelo: i poveri, dimenticati da tutti, ma non da Dio e, si spera, non dai cristiani.

La logica di questo mondo è capovolta: il cristiano non la segue, contesta il valore illusorio di tale logica, il più delle volte ingiusta e disumana, e soprattutto cerca di testimoniare i valori che Gesù ci ha insegnato, anche a costo di andare controcorrente, di sentirsi solo, troppo solo, accusato di ingenuità e utopia se non addirittura di ipocrisia.

E’ successo anche a Gesù.

E se succede al cristiano, perché segue Gesù, penso si possa dire che va bene così. Sempre il vangelo di oggi ci ricorda che “…è beato colui che non trova in me motivo di scandalo”.

Ecco la notizia che mi ha colpito in questi giorni e che mi ha fatto pensare che il regno di Dio è già tra noi, che opera in modo meraviglioso in chi si lascia plasmare dalla sua Parola. Ricorderete che tre anni fa a Dacca, in Bangladesh, in un attentato terroristico furono uccise più di venti persone, tra cui nove italiani.

In questi giorni il verdetto della giuria: sette condanne a morte. Alcune dichiarazioni dei parenti stupiscono e spiazzano quasi tutti noi.

Rispondere alla morte con altra morte non è la soluzione… La pena di morte per noi non è una consolazione. Lo sarebbe capire le motivazioni per cui degli innocenti sono morti. La pena capitale per noi è inconcepibile come cultura, è qualcosa contro l’essere umano… Per la mia famiglia non è una consolazione sapere che subiranno la pena capitale… Dispiace che sia stato usato il nome di Dio per mascherare odio, quando Dio è Amore.

Non sono affermazioni fatte a tavolino, solo teoriche, tanto per discutere, da chi non è stato sfiorato da nessuna tragedia: sono i padri, le madri, i fratelli e le sorelle delle vittime. Non so nulla di loro; di uno solo so che è un prete, fratello di una donna che portava in grembo una creatura. Non so cosa penserete leggendo queste dichiarazioni, abituati come siamo a inveire quando ci sembra che nei tribunali si usi troppa misericordia, pronti a invocare pene sempre più severe, fino alla pena di morte che, grazie a Dio, è stata abolita da tempo.

Io oso pensare che la parola di Gesù in qualche modo sia entrata nel cuore di qualcuno di noi, che il vangelo proclamato ormai da duemila anni, anche in modo imperfetto e con tanti errori, ci abbia reso migliori. Spero che sia così.

Da credente mi sento chiamato a essere segno di speranza, segno del regno di Dio che è già tra noi, segno di un amore preferenziale per i poveri, per quelli a cui nessuno pensa, per coloro che definiamo “ultimi” (saremmo noi i primi?).

Il cristiano starà sempre dalla loro parte, perché il Regno di Dio è già tra noi quando scegliamo i poveri.

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S. Teresa Benedetta della Croce

COMUNITA´ PASTORALE
S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
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S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE

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