AVVENTO: il segno della vita consacrata di Mons. MARIO DELPINI – Arcivescovo – 3° parte

Quest’anno il nostro Arcivescovo, Mons. MARIO DELPINI, ha inviato una Lettera pastorale – La Situazione è occasione. Per il progresso e la gioia della vostra fede – divisa in più parti, una per ogni momento dell’Anno
liturgico. Durante l’Avvento pubblichiamo la parte che riguarda questo tempo liturgico che precede il Natale.

Che ne pensi tu lettore della vita consacrata vissuta in un monastero, finestra sempre aperta e molto “presente” nelle vicende del mondo? Quale “sapore” al mondo può ancora portare questa scelta di vita, in questo momento storico e nella Chiesa?
La vita consacrata è un dono alla Chiesa e per il mondo. La storia ci mostra quanto la sua presenza sia stata dono all’interno della Chiesa e strumento di umanizzazione per la società di ogni tempo, con i suoi diversi carismi a servizio dell’uomo. Un dono, come tale, va accolto sempre con gratitudine e responsabilità perché possa beneficiare chi lo riceve. (ndr)

Il segno della vita consacrata.

Una grazia incomparabile che la nostra Chiesa ha ricevuto e che ha molto fruttificato nei decenni passati è la vita consacrata nelle sue varie forme.
La vita consacrata è la risposta a una vocazione ad essere testimoni del Regno che viene.
Perciò la comunità di vita consacrata e le persone consacrate possono farsi carico di insegnare a pregare come espressione

particolarmente coerente con il loro carisma, messo a servizio dell’edificazione di tutti.

Il tempo di Avvento può offrire l’occasione per invitare la gente a condividere la preghiera, a conoscere più da vicino la gioia e la speranza dei consacrati e delle consacrate, a raccoglierne la “provocazione”  a confrontarsi con una scelta di vita e con una testimonianza di vigilanza nell’attesa.
E’ il modo cristiano di interpretare la vita, la morte, la gloria.

Tra le varie forme di vita consacrata riconosciamo poi la testimonianza peculiare della vita contemplativa, dei monasteri che curano in modo particolare la preghiera e la vita liturgica; la vita claustrale esprime con forza la vigilanza nell’attesa; è bene in questo tempo poter attingere dalla loro spiritualità per il nostro cammino di Chiesa.

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Molte comunità di vita consacrata sono composte da persone di diversa cultura e sono radunate dall’unico carisma per coltivare l’unica speranza e l’unica profezia: dobbiamo chiedere che aiutino tutta la comunità cristiana come ” laboratori ” della Chiesa dalle genti che stiamo costruendo, per grazia dello Spirito Santo.  

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