Conservare la memoria di Don Tiziano Vimercati – Parroco

Don Tiziano Vimercati – Parroco

Domani (27 gennaio 2020 ndr.) si celebrerà la Giornata della Memoria. Non si vuole dimenticare ciò che accadde con il tentativo dei nazisti di sterminare il popolo ebraico.

Ricordare non solo per non commettere gli stessi errori, ma per andare esattamente nella direzione opposta: ogni popolo ha diritto alla vita, al rispetto, a non essere giudicato e condannato per pregiudizi e luoghi comuni di nessun tipo. Dovrebbe essere una Giornata inutile, questa della Memoria: la tremenda tragedia dell’Olocausto era più che sufficiente a tener lontano chiunque anche solo dal pensare a simili efferatezze. Eppure: il seme dell’odio razziale sembra trovare terreno fertile, acqua abbondante, giardinieri solleciti. Sembra facile e comodo scaricare su altri le cause dei propri problemi, le insicurezze, e chiudersi nella difesa dei privilegi (spesso ingiusti) di cui godiamo.

Stazione C. Milano: Binario 21 – Vagoni usati per le deportazioni


Il seme dell’odio razziale ha portato ad altre tragedie umanitarie dopo la Shoah. Ma a queste tragedie non si arriva all’improvviso: sono precedute da tanti piccoli fatti, espressioni verbali, scelte di esclusione che avvelenano le relazioni. E che non siamo pronti a condannare, anzi, troppo spesso tendiamo a giustificare: sono ragazzate, goliardia, cose da poco, in fondo cosa è successo di così grave?

Giudicate voi: è una cosa da niente quanto successo a Mondovì in questi giorni? Sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, una partigiana-ebrea deportata nei lager nazisti, è comparsa una scritta: “Juden hier”, “qui ci sono ebrei”. 
Le stesse parole scritte sulle porte delle case degli ebrei nelle città tedesche. Certo, oggi si reagisce. In tanti condannano questi atti di razzismo e si organizzano gesti e manifestazioni di solidarietà. Ma è un continuo rincorrere, un continuo vergognarci, e sembra che gli episodi aumentino.
PAPA FRANCESCO, ricevendo una delegazione del “Simon Wiesenthal Center”, così si è espresso: Ancora recentemente abbiamo assistito a barbare recrudescenze di antisemitismo.
Non mi stanco di condannare fermamente ogni forma di antisemitismo.
Interessante quando ricorda, allargando il discorso, che ogni forma di violenza, di sopraffazione, di umiliazione “prepara terreni fertili ai particolarismi e ai populismi, che vediamo attorno a noi. Su questi terreni cresce rapido l’odio”.
Questa Giornata, dunque, non è inutile.
Sempre PAPA FRANCESCO: Il silenzio aiuta a custodire la memoria. Se perdiamo la memoria, annientiamo il futuro. L’anniversario dell’indicibile crudeltà che l’umanità scoprì 77 anni fa sia un richiamo a fermarci, a stare in silenzio e fare memoria. Ci serve per non diventare indifferenti.
Ecco il pericolo che corriamo: l’indifferenza al dolore del fratello, quando, al contrario, la stessa vita dei fratelli mi dovrebbe stare a cuore. In qualche modo, prenderci cura l’uno dell’altro. 
So che non è facile, so che può costare.
E’ certamente più facile mettere una corazza e restare indifferenti (ma è davvero facile?) o, peggio ancora, lasciarsi prendere dall’odio. Ma l’odio, dovremmo ormai saperlo fin troppo bene, genera solo altro odio, sofferenza, ingiustizia, morte. Alla messa per la pace del primo dell’anno, più o meno dicevo: non dobbiamo rinunciare alla memoria su ciò che ha segnato la nostra storia. Il male commesso non va dimenticato, ma neanche il bene che ci ha reso migliori. Perdere la memoria è come perdere se stessi, smarrirsi nel cammino della vita, esporsi a ripetere gli stessi errori, non cogliere i frutti del bene seminato. E’ indispensabile fare memoria, ascoltare chi porta nella carne o nel proprio cuore le ferite della follia umana.
Sabato mattina ( 25 gennaio 2020 ndr.), ieri, è stata posata una “pietra d’inciampo” in via Matteotti. Sappiamo di cosa si tratta: ne abbiamo parlato anche lo scorso anno.

Pietra d’inciampo – Via Matteotti – Lissone


E’ in ricordo di Attilio Mazzi, arrestato e deportato a Mauthausen nel 1944, ucciso il 9 aprile del 1945. La follia umana, quando si scatena, distrugge tutti, nessuno è al sicuro. Che questa pietra d’inciampo ci ricordi ciò che siamo: uomini, semplicemente uomini e donne, splendide persone con tanta dignità, e per chi crede, fratelli.

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S. Teresa Benedetta della Croce


E per vivere in solitudine nella pace e nel silenzio
ai confini della realtà,
mentre ad Auschwitz soffiava forte il vento
e ventilava la pietà,
hai lasciato le cose del mondo,
il pensiero profondo dai voli insondabili,
per una luce che sentivi dentro, le verità invisibili.
Dove sarà Edith Stein?
Dove sarà?
I mattini di maggio riempivano l’aria
i profumi nei chiostri del carmelo di Echt.
Dentro la clausura qualcuno che passava
selezionava gli angeli.
E nel tuo desiderio di cielo una voce nell’aria si udì:
gli ebrei non sono uomini.
E sopra un camion o una motocicletta che sia
ti portarono ad Auschwitz.
Dove sarà Edith Stein?
Dove sarà?
E per vivere in solitudine nella pace e nel silenzio
nel Carmelo di Echt.

COMUNITA´ PASTORALE
S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE

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