Nella Memoria di PAPA PIO XI°: Tra preghiera e cultura

PAPA PIO XI°

Sabato 8 febbraio 2020, a 81 anni dalla sua scomparsa avvenuta il 10 Febbraio 1939, a partire dalle 9.30, la città di Desio ricorda il suo illustre concittadino Achille Ratti con l’undicesima edizione del convegno “Pio XI e il suo tempo”, in programma presso la casa natale (via Pio XI 4). 

LA FIGURA

PAPA PIO XI° salì sulla cattedra petrina in anni fra i più tormentati dalla presenza di feroci dittature, con la premessa di mantenere vivo l’annuncio cristiano in un contesto politico di segno opposto.
Il ricordo della sua morte può costituire l’occasione per richiamare anche certi meriti dimenticati di questo Pontefice del XX° secolo (per il quale non è mai stata avviata una procedura di beatificazione), per certi versi schiacciato fra il Papa dell’ “inutile strage” BENEDETTO XV° e il successore PIO XII°. Un Pontefice, a ben vedere, raramente affrontato in tutta la ricchezza e complessità della sua biografia. Infatti all’inizio è quella di un prete appassionato di libri e alpinismo, e va pur cercata dentro trent’anni da lui consacrati all’erudizione. Un periodo che lo vede professore in seminario, passare – nella tempesta del modernismo – dalla prestigiosa Biblioteca Ambrosiana alla Vaticana: affascinato sì dalla scienza, ma senza rinunce alla vita di pietà.

Poi, ma solo per breve tempo, la sua vita è quella di un diplomatico e di un pastore. Nel primo rimando per la nomina nel 1918 a visitatore apostolico in Polonia e nel 1919 a nunzio apostolico a Varsavia, arcivescovo titolare di Adana (missione delicata per l’invasione comunista del Paese nel 1920).
Nel secondo per il ritorno a Milano come Arcivescovo, con la porpora, servita per un solo anno sulla cattedra di fu di Ambrogio prima di uscire Papa dal Conclave del 1922. E qui le direttrici di un pontificato sono molte di più di quelle di cui ogni tanto si torna parlare.

Eletto PAPA, PIO XI° si trova fronteggiare fascismo e nazismo, quasi “religioni politiche” dai disegni totalitari (mentre nell’Urss si consolida l’altro totalitarismo, quello comunista); che dilata gli orizzonti missionari; che vuole ricristianizzare la società con piglio decisionista; che interpreta una sua linea politico-diplomatica connotata dall’ “illusione concordataria”: diciassette concordati o convenzioni con Stati diversi specie se baluardi contro bolscevismo e modernità laica .
Con PAPA PIO XI°, ancora, che segna il suo magistero con tante encicliche in ogni campo (da ricordare qui quella di denuncia del nazismo e del comunismo, la Mit Brennender Sorge e la Divini Redemptoris); che gestisce l’accentramento sotto l’autorità diretta della Santa Sede delle opere missionarie (tra proteste di vescovi e congregazioni condizionate da logiche coloniali); che nomina i primi vescovi indigeni in Cina dando impulso alle Chiese Orientali; che canonizza figure di Santi come SanGiovanni Bosco, San Tommaso Moro, Santa Bernadette, Santa Teresa di Lisieux; che conosce già il peso dei media ed inaugura la Radio Vaticana progettata personalmente da Guglielmo Marconi; che vive il “tempo della guerra” – l’eredità del primo conflitto mondiale, la guerra contro l’Etiopia, poi, nel quadro degli anni Trenta, le differenti guerre contro la Chiesa nella Russia comunista, nel Messico rivoluzionario, nella Spagna repubblicana; che ha una sua posizione sull’antisemitismo e manifesta il suo pensiero sulle leggi razziali…

Noi ci potremo persino convincere che, sì, forse è stato lui il primo Pontefice dell’epoca contemporanea. Di certo, tengono a sottolineare i collaboratori del Centro Internazionale di Studi e Documentazione Pio XI una cosa ebbe ben chiara: “…Che la Chiesa sarebbe stata chiamata nei decenni seguenti ad annunciare il suo messaggio in un mondo profondamente scristianizzato”. Inoltre gli va attribuito “un grande merito: quello di aver dotato il Vaticano di tutte quelle strutture che ancora oggi consentono al Papa di dare concretezza al proprio mandato spirituale”.

Noi, a cui è motivo d’umiltà ne ammiriamo gli esempi, ne onoriamo la storia, ne suffraghiamo l’anima eletta pensandola ormai nel possesso della luce eterna; a noi cattolici tutti, a noi uomini di questo mondo raccomandiamo la memoria di PAPA PIO XI°- PAPA RATTI, come degna di restare fra quelle dei migliori uomini del XX° secolo.

I commenti sono chiusi.