E’ il tempo della profezia e della compassione di Don Tiziano Vimercati – Parroco

Don Tiziano Vimercati – Parroco

Nessuno di noi poteva immaginare che ci saremmo trovati in una situazione così difficile e complessa, mai da noi sperimentata nel passato. Le epidemie le consideravamo ricordi del passato o, se attuali, realtà che riguardano altri popoli, soprattutto se poveri. L’emergenza dovuta al coronavirus, invece, riguarda noi e ci sta facendo vivere giorni strani, dove sembra esserci un atteggiamento di smarrimento, e di paura, che tutto avvolge. Non sappiamo, non conosciamo, sentiamo tante notizie contraddittorie che ci rassicurano e ci spaventano allo stesso tempo; anche le misure prese dalle Autorità, che vanno rispettate con responsabilità e diligenza, ci appaiono non del tutto coerenti. Non c’è come il non sapere che ci rende inquieti.
 Il presidente della Repubblica ha invitato gli italiani ad avere fiducia nello Stato, a osservare le norme stabilite dalle autorità sanitarie, e che insieme si potrà superare l’emergenza.
Il nostro Sindaco, ieri ha dovuto comunicare che due cittadini sono risultati positivi al test del coronavirus, ora ricoverati al San Gerardo, ci invita a rispettare i comportamenti indicati dal Ministero della salute e ci ricorda che  “la collaborazione di tutti è fondamentale, quindi occorre continuare a seguire e rispettare le indicazioni di igiene già divulgate”.

Anche il nostro vescovo è intervenuto più volte con messaggi ai fedeli della diocesi ambrosiana, incoraggiandoci ad avere fiducia in Dio che ci è sempre

vicino, negli scienziati e nei medici che si stanno impegnando senza riserve, nelle Autorità civili chiamate a compiere scelte giuste per il bene di tutti.

Domenica scorsa il vescovo ha celebrato la messa nella cripta del Duomo di Milano, alle ore 11, trasmessa da Rai3: vi abbiamo invitato a seguirla sentendoci così uniti con i fedeli della diocesi ambrosiana. Anche oggi, domenica 8 marzo, celebrerà dalla basilica di Agliate e sarà trasmessa sempre da Rai3: rinnoviamo l’invito a seguire la messa in televisione, come se fossimo presenti, pregando, ascoltando le parole dell’omelia, e ricevendo la comunione spirituale che, in occasioni come questa, ha lo stesso valore di quella eucaristica.

Anche noi sacerdoti di Lissone vi invitiamo a vivere questi giorni con fede, nella preghiera, e assumendo uno stile di vita il più possibile conforme alle indicazioni ricevute. Oggi celebreremo tutti insieme la messa, alle ore 12.00. Purtroppo senza la partecipazione del popolo.
Eppure non sarà una messa senza fedeli: anche se celebreremo da soli, vi porteremo tutti nel cuore, vi ricorderemo al Signore, pregheremo per voi e in questo modo sarete presenti. Celebrare senza di voi è un grande sacrificio. In parole semplici: ci mancate. In questi giorni capiamo quanto siete importanti per noi, di quale grazie abbiamo goduto potendoci incontrare, capiamo quanto è dolce incontrarci tra fratelli.  

Ci piacerebbe poter contare anche noi sulle vostre preghiere, la vostra vicinanza, il vostro affetto. Vissuto bene, pur se difficile, questo momento potrebbe essere provvidenziale, per riscoprire e gustare la bellezza che la nostra fede ci offre ma che, troppo abituati, non riusciamo sempre ad apprezzare.     Come spesso dice il nostro vescovo “ogni situazione è occasione”.
Credo che il cristiano, in questa situazione inedita e difficile, debba cercare di essere un segno profetico. Non solo un leale cittadino che sa rispettare le norme civili, che sostiene le scelte compiute da chi riteniamo esperto, e non cade nella critica ad ogni costo trovando sempre qualcosa che non è perfetto.  

Il cristiano, in forza della propria fede, deve testimoniare che anche in questi momenti non viene meno la carità, la disponibilità ad impegnarsi, la fantasia nel mettersi al servizio scoprendo forme nuove, perché nuovi sono i bisogni che si possono evidenziare in questo momento. I cristiani, nel passato, durante le epidemie, hanno saputo essere presenti, molti non si sono tirati indietro per la paura del contagio, hanno saputo restare vicini agli ammalati anche a costo della propria vita.

Abbiamo l’esempio del nostro grande vescovo San Carlo: durante la peste di Milano visitava i malati, pregava con il popolo e fece, a piedi nudi, una processione per implorare la fine dell’epidemia.


Nel romanzo I promessi sposi, troviamo il buon fra Cristoforo al lazzaretto, tra gli appestati.  
E tanti altri. Come don Raffaele Crippa, cittadino di Lissone, missionario in Colombia, che donò l’intera sua vita ai lebbrosi, e che morì come loro, lebbroso.
Penso che in questo momento non si debba cedere alla paura, all’egoismo, al sospetto verso chi ci sta vicino, che non sia il momento in cui tirar fuori il peggio di sé.
Esattamente il contrario: è il momento in cui prenderci per mano, essere solidali, essere compassionevoli, avere pietà e tirar fuori il meglio di sé. Dobbiamo uscirne insieme, con l’aiuto di Dio.

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S. Teresa Benedetta della Croce

COMUNITA´ PASTORALE
S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE

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