Il momento della fragilità, dello stupore, della pietà di Don Tiziano Vimercati – Parroco

Don Tiziano Vimercati – Parroco
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Basilica di S. Pietro: Pietà di Michelangelo

Ora che la pandemia di coronavirus diventa sempre più insidiosa chiediamoci davvero come comportarci, anche se la risposta non è semplice.

Non è solo il momento della paura e dello smarrimento.
Il momento in cui cadono le certezze che finora ci hanno sostenuto.
Sapevano anche prima che la morte ci attende.
Sapevamo che non c’è medicina miracolosa, o illustre luminare della scienza, e neanche una fortuna in soldi, che ci possono strappare alla morte.

Piazza del Duomo Milano – Sabato 14 marzo, ore 13,30

Possiamo fuggire fino al luogo più lontano, anche fino a Samarcanda, ma non c’è scampo.
L’incontro con la morte è certo. Ma non così, non in questo modo.
Non eravamo pronti alla possibilità di morire per un’epidemia, cosa d’altri tempi, almeno per noi. Non eravamo pronti a combattere un nemico invisibile, senza neanche sapere bene con quali armi combattere. 

E’ il momento in cui ci scopriamo fragili, deboli, mortali.
Così scriveva Pascal: L’uomo non è che una canna, la più debole della natura, ma è una canna che pensa. Non serve che l’universo intero si armi per schiacciarlo; un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo. Ci può far bene perdere il desiderio, più o meno inconfessato, di onnipotenza.  Ci aiuterà a riscoprire che la vita è un grande dono che ci apre al ringraziamento e che diventa ancora più vera e bella quando si trasforma in dono prezioso.

E’ il momento, questo, in cui umilmente giudichiamo i valori su cui fondiamo la nostra vita sociale.
A cosa stiamo rinunciando, prima di tutto, in questo momento così difficile?
Perché abbiamo chiuso subito le scuole e non altre attività, non indispensabili, che riuniscono più persone? Sembra che le misure adottate siano imposte più per ragioni economiche che dall’obbligo di tutelare il bene comune.
L’economia, e la finanza, ci governano.
Mi ha fatto impressione quanto affermato due giorni fa da Lewis Hamilton, campione di Formula Uno (in fondo, però, è quanto ormai in tanti pensiamo, anche a proposito del calcio): la NBA (basket americano) si è fermata, la Formula1 continua ad andare avanti. Il denaro è re.
Su questo ci sarà molto da riflettere, dopo.

E’ il tempo dello stupore per ciò che di meraviglioso, pur con tanto dolore e sofferenza, sta avvenendo.
Uomini e donne, medici e infermieri, perfino volontari, la lista è davvero lunga, che si sacrificano senza risparmiarsi, schiacciati dalla fatica fisica e psicologica.
Non sono scappati, non si sono messi al sicuro, alcuni si sono fatti avanti. E poi i piccoli gesti quotidiani, grandi però nel significato, di chi si mette a disposizione del vicino di casa, magari anziano e solo.

Castello Sforzesco Milano: Pietà Rondanini


Stiamo nelle nostre case, è necessario, ma preoccupiamoci del vicino in difficoltà, lo possiamo fare nella massima sicurezza. Ci sono molti modi per rimanere vicini, anche senza abbracciarci. Forse questo ci aiuterà a capire quanto in realtà gli altri ci stiano a cuore, quanto non possiamo fare a meno degli altri e gli altri di noi.

Non è l’economia, che ci rende uomini felici. Anche questo non dimentichiamocelo, domani.  

E’ il tempo della pietà intesa come capacità di relazione, di aiuto reciproco, efficace e costante.
E’ fedeltà verso i compagni di viaggio, capacità di camminare insieme nel tortuoso sentiero della vita, condividendo quanto si incontra lungo la strada, rallentando il passo quando qualcuno si attarda, fermandosi quando ci sono ferite da curare, volando quando la gioia ci avvolge. Un’espressione che mi piace molto: prenderci cura l’uno dell’altro.

E’ il momento di inventare, mentre siamo in emergenza, come prenderci cura dell’altro.
Alcune forme belle, significative, semplici, con le quali esprimevamo il nostro amore e il nostro affetto per ora non sono possibili. Dobbiamo cambiare le forme, non diminuire l’amore e l’affetto.
La pietà non deve morire. Questo è il tempo che ci può rendere migliori.

Siamo nel deserto della Quaresima, nel buio del Sabato Santo, ma in attesa della Pasqua: risorgeremo.

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S. Teresa Benedetta della Croce

Vedi, Signore, com’é fragile l’uomo!
Cerca le ferite che hai curato
tanta indulgenza hai avuto con noi,

ma ancora troverai da perdonare.
Stendi le tue mani che guariscono,
risana le membra malate
rinfranca ogni nostra debolezza,
conserva ciò che è intatto in fedele costanza.
Amen

COMUNITA´ PASTORALE
S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE


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