Vieni, suor Giovanna, benedetta del Padre mio di Don Tiziano Vimercati – Parroco


Don Tiziano Vimercati – Parroco

Suor GIOVANNA MAGRINI


Un mese fa, improvvisamente, moriva suor Giovanna Magrini. Eravamo già nel clima di emergenza per l’epidemia in corso. Ci eravamo ripromessi di ricordarla con una celebrazione eucaristica di suffragio lunedì 23 marzo. Non è stato possibile e non sappiamo quando lo sarà. Ho pensato di condividere le parole dell’omelia che ho tenuto il giorno del funerale. In attesa di poter celebrare insieme. Questa sera la ricorderemo nella messa delle ore 18.00, in prepositurale: sarà trasmessa su: chiesalissone.it

Vieni, suor Giovanna, benedetta del Padre mio.

Così è iniziata la vita di suor Giovanna, e di ciascuno di noi. Benedetti da Dio. E’ dal suo amore che scaturisce la vita, noi tutti siamo un’espressione, una splendida immagine di Dio stesso. Siamo figli sempre amati da Dio e dal primo istante all’ultimo della nostra vita siamo sotto il suo sguardo: Lui ci accoglie, ci accompagna, ci perdona, fa festa con i suoi angeli quando torniamo a rivolgere i nostri occhi e il nostro cuore verso di Lui.

Vieni, suor Giovanna, benedetta del Padre mio.

La vita del cristiano è una sequela. Vieni e seguimi. Incontrare Gesù, scoprire in Lui il tesoro per cui vale la pena rinunciare a ogni cosa, è vocazione di tutti, perché ogni cristiano deve saper mettere Gesù al centro della propria vita, seguirlo, amarlo, avere gli stessi sentimenti, camminare sulle sue orme. Sr. Giovanna, di Gesù, ne ha fatto addirittura lo Sposo, il compagno indivisibile nelle sue fatiche apostoliche, il suo sostegno e la sua consolazione ogni giorno. La sua vita è stata un seguire Gesù, con amore e fedeltà.                                     

Vieni, suor Giovanna, benedetta del Padre mio.

Il cristiano sale con Gesù sulla croce. E’ faticoso abbracciare la croce, non è comodo poi rimanerci, ma è lì che Gesù ci invita, perché è il luogo dell’amore, dell’offerta di se stessi, è il luogo dove, con Gesù, manifestiamo l’amore di cui siamo capaci, quell’amore che scaturisce da un cuore colmo di gioia per aver seguito Gesù. Suor Giovanna lo ha seguito anche sulla croce. Non si è mai tirata indietro, non badava a se stessa, prima gli altri, la precedenza a chi aveva bisogno. Sembrava non essere mai stanca.

Vieni, suor Giovanna, sulla croce con me, una croce che è piena di fiori. C’è una croce vicino alla bara: avrà sorriso suor Giovanna, vedendola. E’ la croce usata con i bambini del catechismo, lo scorso anno in Quaresima e nel tempo di Pasqua. I bambini appendevano un fiore con un pensiero di speranza, di gioia, di amore, di semplicità e anche di ingenuità. La croce che esprime speranza e salvezza, che fa fiorire la vita e non è più segno di condanna e infamia ma giogo dolce e leggero da portare.
E’ la croce di chi risorge, di chi in realtà è chiamato alla vita. Sr. Giovanna

era sempre contenta, le fatiche per Lei erano fonte di pace, si spendeva senza risparmiarsi, ma era contenta, realizzata. Forse, se aveva qualche insoddisfazione, era perché non riusciva a fare di più, perché avrebbe potuto fare meglio, perché in qualche situazione si è sentita impotente. Non avrebbe potuto fare meno di quanto ha fatto, non sarebbe stata contenta. Per Lei la croce era davvero fiorita, una croce che dona vita, il giogo che portava era dolce e leggero.

Vieni, suor Giovanna, benedetta del Padre mio.

Ho avuto fame e mi hai dato da mangiare. Ho avuto sete e mi hai dato da bere. Ero forestiero e mi hai ospitato, nudo e mi hai vestito, malato e mi hai visitato, carcerato e sei venuta a trovarmi. Suor Giovanna ha fatto tutto questo, non trascurava nessuno in difficoltà. Credo anche che sia stata capace di scoprire e servire Gesù in situazioni non contemplate nel vangelo, tanta era la sua fantasia nel fare il bene. Ma le vai a cercare proprio tutte, le dicevamo.

Una pagina semplice quella del vangelo letto, ma che dobbiamo riscoprire e lasciare che ispiri e anche giudichi la nostra vita. Ci deve aiutare ad aprirci ai fratelli, a tutti i fratelli, perché tutti siamo bisognosi, e a vedere nel fratello Gesù stesso, povero e bisognoso, che tende la mano cercando il nostro aiuto. Questa pagina di vangelo ci affida un compito gravoso: non solo tendere la mano verso il povero, non solo vedere in lui il volto di Gesù ma essere, come cristiani, luce del mondo e sale della terra, saper testimoniare quei valori di accoglienza e di solidarietà senza confini che oggi sembrano alquanto offuscati. In noi si deve notare che ciò che ci tiene in piedi, la ragione ultima della nostra vita, è l’amore. Un duplice amore, per Gesù e per i fratelli.

Così scrisse Santa Bartolomea Capitanio, fondatrice delle Suore di Carità, le suore di Maria Bambina, cui apparteneva suor Giovanna: Non vedo che amore, non conosco che amore, e meditandolo,non provo che amore. E poi queste altre parole, sempre della Santa Bartolomea, che mi sembrano una descrizione perfetta di suor Giovanna e che testimoniano quanto sia stata fedele al carisma dell’Istituto. Mio buon Gesù, so che l’amor vostro non va mai disgiunto da un vero amore del prossimo. Sicché, da ora in avanti tutto ciò che Iddio mi ha concesso non lo considererò più mio, ma tutto datomi per impiegarlo a vantaggio del mio prossimo… Mi terrò sommamente cara la gioventù, tutto il mio amato oratorio. Se le mie attenzioni non gioveranno, non mi stancherò, anzi, raddoppierò le cure. I poveri ammalati saranno veramente la delizia del mio cuore. Li visiterò più spesso che potrò, sarò verso loro operativa con parole e opere. Soccorrerò più che potrò i poveri. Procurerò di conoscere quelli che sono veramente bisognosi e a questi farò sentire più largamente la mia carità. Io sono strumento infimo, indegno, incapace di tutto. Però, vi prego, trionfate in me con la vostra potenza… Aiutatemi, o buon Gesù, ché io mi voglio impegnare assai per le vostre creature, e ciò per amor vostro.


Così era suor Giovanna, così è suor Giovanna, perché è vero che ci ha lasciato ma ciò che è stata rimane, ciò che ha seminato germoglierà.
Vieni, suor Giovanna, benedetta del Padre mio, ricevi in eredità il premio preparato per te fin dalla fondazione del mondo. Santa Bartolomea scrisse anche questa frase: Quando sarò in cielo, sarò più utile all’Istituto che se rimanessi in terra.

Forse è così anche per suor Giovanna.
Eppure avrei preferito che rimanesse qui tra noi, a lavorare in questa vigna del Signore, a donare le sue fatiche apostoliche per il bene della nostra Comunità pastorale, a scuoterci con la sua vitalità e il grande entusiasmo, a ricordarci che dobbiamo prenderci più cura degli ammalati, dei poveri, di chi ci disturba a ogni ora del giorno e della notte.

Questa croce fiorita rimanga in noi impressa, ci ricordi il bene che hai compiuto cara suor Giovanna, ci stimoli a cercare sempre occasioni di bene: è il modo che abbiamo per vivere anche noi la tua risurrezione, in attesa della nostra.

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S. Teresa Benedetta della Croce

Salmo 87
Proteggimi o DIO, in Te mi rifugio


 Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l’orecchio al mio lamento.


Io sono colmo di sventure,
la mia vita è vicina alla tomba.
Sono annoverato tra quelli

che scendono nella fossa,
sono come un morto ormai privo di forza.


Hai allontanato da me i miei compagni,
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo;
si consumano i miei occhi nel patire.


Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.


COMUNITA´ PASTORALE
S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE

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