Martirio: un fatto di fede nella luce della Pasqua.

 

“Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne,io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. (cfr Galati 2,20)
Chi ci separerà dal suo amore? Chi ci separerà la tribolazione, forse la spada? Né morte o vita ci separerà dall’amore in Cristo Signore. Chi ci separerà dalla sua pace? La persecuzione, forse il dolore?
Nessun potere ci separerà da Colui che è morto per noi.

Don David Donis Barrera, sacerdote, ucciso in Guatemala il 27 gennaio. Don Denaro Avina Garcia, sacerdote, ucciso in Messico, il 28 gennaio. Suor Liliale Mapalayi, uccisa il 2 febbraio in Congo. Don Luigi Plebani, sacerdote italiano ucciso in Brasile il 29 aprile. P. Valentim Eduardo Camale, missionario della Consolata, ucciso in Mozambico il 3 maggio. P. Bruno Raharison, gesuita del Madagascar, ucciso il 30 settembre. Don Eduardo Teixeira, sacerdote brasiliano ucciso il 16 dicembre…
Potremmo continuare con tanti altri nomi. Questi sono solo alcuni dei missionari uccisi nel corso dell’anno 2012. Ho letto tante volte i nomi di questi martiri della fede.
Mi turba pensare come ancora oggi si possa essere uccidere facilmente a causa della propria fede, e rischiare la vita semplicemente perché si desidera annunciare il Vangelo e schierarsi dalla parte dei poveri e degli oppressi.
E non sono solo i missionari a rischiare la vita: ci stiamo ormai abituando alle sempre più numerose notizie di cristiani perseguitati e uccisi in tanti paesi del mondo. Dentro a questo grande dolore si scorge però anche un segno di speranza: ancora oggi ci sono persone che arrivano ad accettare la morte per il Vangelo e per il bene dell’umanità.
Riflettendo ho capito che questo è il mistero pasquale, la vicenda dei missionari uccisi si chiama PASQUA.
Come Gesù, fedeli e obbedienti alla missione ricevuta dal Padre,
hanno annunciato il Vangelo, hanno curato i malati, hanno aiutato i poveri, costruiti ospedali e scuole, e come Lui sono passati attraverso il calvario della passione e della morte. Certamente il loro essere uniti a Cristo non si è fermato alla morte. Lo hanno seguito anche nella risurrezione.
Sono ancora più vivi perché lo sono per sempre nella gloria di Dio. Siamo anche certi che  il loro sangue si trasformerà in Risurrezione per tutta la chiesa. “Sanguis martyrum semen christianorum”, scriveva Tertulliano.
E’ la stupenda logica della Pasqua, del chicco di grano che deve marcire per far scaturire la nuova pianta, della vita che riesce ad avere la vittoria sulla morte. Forse nessuno di noi sarà mai chiamato al martirio.
Eppure ciò che ci aspetta non è meno impegnativo: entrare nella logica evangelica del dono di sé nella concretezza della vita di ogni giorno, non rassegnarci a rapporti formali, stanchi, saper scorgere orizzonti nuovi, riscoprire la fiducia, guardare avanti e soprattutto accettare di salire sulla croce con Gesù.
 “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo ma Cristo vive in me” , scriveva san Paolo ai Galati.
Facciamoci questo augurio per la prossima Pasqua.
Un Appuntamento
Quest’anno possiamo iniziare la Settimana Santa partecipando alla Veglia di Preghiera per i Missionari martiri, che si terrà Domenica 24, alle ore 21.00 presso la parrocchia della Bareggia.

 

COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
 Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE

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