La lettera pastorale di S. Em. Card. A. Scola: una lettera che parla a tutti
Lunedì 9 settembre, nell’omelia del Pontificale nella festa della Natività di Maria, il Card.
Data:
12 Settembre 2013
Lunedì 9 settembre, nell’omelia del Pontificale nella festa della Natività di Maria, il Card. A. Scola ha condiviso con i fedeli il sogno di una comunità cristiana aperta al mondo a 360 gradi nei diversi ambiti del mondo di oggi.
Un desiderio che trova spazio nella Lettera pastorale: “Il campo è il mondo. Vie da percorrere incontro all’umano”
Primo capitolo
“Preziose conferme”, il Cardinale ripercorre il cammino dell’anno pastorale concluso, la chiusura dei “cantieri” e il passaggio a linee pastorali comuni.
Ricorda anche le dimissioni di Benedetto XVI – «un gesto umile di profonda fede» – e l’elezione di Papa Francesco, attraverso i cui gesti e parole “lo Spirito del Risorto ha voluto toccare in modo singolare il cuore non solo dei cristiani, ma di tutti gli uomini”.
Concentrando lo sguardo sulla nostra Diocesi Ambrosiana, l’Arcivescovo ne sottolinea la realtà popolare e i segni di vitalità, ma nota anche come il cattolicesimo ambrosiano sia “chiamato a rinnovarsi”.
Secondo capitolo
“Il ‘buon seme’ del Vangelo”, viene presentato il Vangelo del buon seme e della zizzania ( cfr. t 13, 24 – 30, 36-43), evidenziandone alcuni insegnamenti. Il mondo è il luogo in cui Dio si manifesta agli uomini.
Gesù “ama la nostra libertà e la pro-voca chiamandola a decidersi per Lui” e “la risposta personale della libertà che permette al buon seme di diventare grano maturo ha bisogno di tempo”.
Proseguendo:” Non tocca a noi giudicare in modo definitivo, condannare senza appello”: serve quello “sguardo nuovo sul mondo” che dona Gesù per essere capace di non inoltrarsi “sui sentieri della condanna, del lamento e del risentimento”.
Terzo capitolo
“Il campo è il mondo” pone in evidenza alcuni punti centrali: è Dio che viene al nostro incontro, “la fede è riconoscerLo“; l’entrata di Dio nella storia ha cambiato la vita degli uomini attraverso “una trama di relazioni nata dall’incontro con Lui”; il mondo “che Gesù chiama il campo” è costituito da tutti gli ambiti dell’esistenza quotidiana (famiglie, quartieri, scuole, università, lavoro, modalità di riposo e di festa, luoghi di sofferenza, di fragilità, di emarginazione, luoghi di condivisione, ambiti di edificazione culturale, economica e politica…).
Si individuano poi i “cardini” dell’esistenza umana – affetti, lavoro, riposo – e importanti implicazioni come fragilità, tradizione e giustizia.
Quarto capitolo
“Gesù Cristo Evangelo dell’umano”, partendo dal presupposto che nulla e nessuno è estraneo ai seguaci di Cristo, si afferma che ” non dobbiamo costruirci recinti separati in cui essere cristiani“. Si ribadisce che il mondo è il campo in cui è offerto l’incontro con Gesù e che l’attenzione non va posta sul “fare”, “ma sul seme buono che il seminatore, Gesù, vi ha gettato”.
DIO, entrando nella storia, vuole fecondare la realtà “con la sua presenza rinnovatrice”.
Ogni fedele e ogni realtà ecclesiale della Diocesi sono quindi chiamati a rileggere il senso dell’esistenza cristiana alla luce dell’urgenza ” a uscire da se stessi “, per una testimonianza aperta al confronto leale, a 360 gradi, ” con tutti e in tutti gli ambienti dell’umana esistenza”.
Il cattolicesimo ambrosiano deve esprimersi “attraverso l’annuncio esplicito della bellezza, della bontà e della verità di Gesù Cristo all’opera nel mondo” nella consapevolezza di realizzare il disegno buono di Dio sugli uomini, nel rispetto della loro libertà.
Da qui la verifica “non più rinviabile” sulla propria testimonianza nelle ” tre dimensioni della comune esperienza umana”: affetti, lavoro, riposo, a cui l’Arcivescovo dedica specifici interrogativi.
Quinto capitolo
“Uno strumento offerto a tutti” rimarca come la Lettera pastorale sia offerta a tutti come strumento di riflessione sul senso, il significato e la direzione della vita.
Sesto capitolo
I “Tre criteri” con cui accostare la Lettera:
1) valorizzare l’esistente;
2) assumere “con decisione” il criterio della “pluriformità nell’unità” nell’accoglienza e nel coinvolgimento dei diversi carismi presenti nelle parrocchie e comunità pastorali, negli istituti religiosi, nelle associazioni, nei movimenti a livello diocesano;
3) ripensare l’attività della Curia e degli uffici diocesani.
Settimo capitolo
“Una metropoli europea, una Chiesa presa a servizio”, parte dalla “ambrosianità” di Milano, nelle sue dimensioni civile e religiosa impossibili da separare. Nella metropoli anche le contraddizioni e le fragilità, i conflitti e le manifestazioni del male fisico e morale chiedono di essere affrontati con ” amicizia civica resa possibile da un incessante dialogo, teso al riconoscimento reciproco”.
Poi lo sguardo si allarga all’Europa, dove ” si riconosce in una fede religiosa ancora il 71% della popolazione”, anche se l’esperienza religiosa “tende a caratterizzarsi in modo spiccatamente individuale”.
Un altro dato significativo è la permanenza di “una spinta inequivocabile a fare famiglia”.
In questo quadro, i nuovi orientamenti della società plurale vanno considerati ” più che una minaccia, una opportunità per annunciare il Vangelo dell’umano”.
Appendice
Sono elencati alcuni appuntamenti e impegni comuni: non un programma vero e proprio, quanto lo stimolo a maturare uno stile missionario rinnovato
La Lettera pastorale “Il Campo è il mondo” (72 pagine, edizione Centro Ambrosiano, 2,5 euro) é da lunedì 9 settembre in tutte le librerie e nei punti di vendita presso le nostre Chiese Parrocchiali.
COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE
Ultimo aggiornamento
12 Settembre 2013, 05:33