La VOCE del PREVOSTO – La Solidarietà: uno stile di costruzione della storia.

Don Tiziano Vimercati – Prevosto della Comunità

Nella nostra diocesi ormai da diversi anni celebriamo, nel mese di febbraio, la Giornata della Solidarietà. E’ intesa come occasione per ripensare ai rapporti tra le persone, ma anche tra le varie nazioni della terra. La solidarietà non è compiere qualche gesto di bontà ogni tanto; neanche il semplice partecipare in modo emotivo alle sofferenze degli altri. E’ una parola da intendere bene, c’è il pericolo di non comprendere il significato vero. 

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Giornata Diocesana della Solidarietà: 9 Febbraio 2014

         Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “La gioia del Vangelo”, che ormai da un po’ di tempo stiamo commentando, ci mette in guardia contro questo rischio: La parola solidarietà si è un po’ logorata e a volte la si interpreta male, ma indica molto più di qualche atto sporadico di generosità. Richiede di creare una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni (n. 188).
Poco prima, al numero 186, aveva così definito la solidarietà: Dalla nostra fede in Cristo fattosi povero, e sempre vicino ai poveri e agli esclusi, deriva la preoccupazione per lo sviluppo integrale dei più abbandonati della società.
E’ questo preoccuparsi per gli ultimi la solidarietà, farsi carico della loro miseria, promuovere un’azione che restituisca loro dignità e autonomia.
La solidarietà, continua il papa, si deve vivere come la decisione di restituire al povero quello che gli corrisponde (n. 189).
Non si tratta quindi semplicemente di fare un po’ di bene, ma di cambiare le regole del gioco e di individuare uno stile nuovo di costruire la storia. Cosa serve soccorrere un po’ il povero se non lo aiutiamo a uscire dalla miseria in cui si trova?
Avrà sempre bisogno di aiuto. Cosa serve inviare aiuti (speriamo siano sempre e solo disinteressati) ai paesi poveri se poi non cambiamo le regole economiche?
Non riusciranno mai a uscire dalla loro miseria e i nostri aiuti diventeranno, paradossalmente, dei pesi.
E’ compito primario della Chiesa e di ogni cristiano ascoltare il grido del povero, la sete di giustizia di tanti uomini e donne.
Non si può seguire Gesù, misericordioso verso tutti, e non guardare in faccia il povero. Rimangono sempre vere e attuali le parole di San Giovanni nella prima lettera: Se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? ( cf 1 Gv 3,17).
La solidarietà ci spinge a metterci di fronte al prossimo in difficoltà in modo totale, senza riserve.
Questo comporta impegnarsi a fondo per cercare di risolvere le cause strutturali della povertà e della miseria e aiutare i poveri  a raggiungere la pienezza della dignità umana. Senza però trascurare quei gesti semplici, la carità quotidiana e feriale, l’aiuto concreto, anche piccolo e modesto ma estremamente necessario, che le situazioni di tutti i giorni ci presentano.
Nel vangelo di Marco, di fronte alla folla che lo aveva seguito, ma che ora aveva il problema di dover mangiare qualcosa, Gesù non ha detto agli apostoli di tenere dotte lezioni sulla povertà e sull’equa distribuzione dei beni, li ha invitati a fare subito qualcosa: Voi stessi date loro da mangiare ( cfr Mc 6,37).
Possiamo fare nostro l’impegno che si sono presi i vescovi del Brasile e che il papa ha ricordato nell’Esortazione Apostolica: Desideriamo assumere, ogni giorno, le gioie e le speranze, le angosce e le tristezze del popolo brasiliano, specialmente delle popolazioni delle periferie urbane e delle zone rurali – senza terra, senza tetto, senza pane, senza salute – violate nei loro diritti.
Vedendo le loro miserie, ascoltando le loro grida e conoscendo la loro sofferenza, ci scandalizza il fatto di sapere che esiste cibo sufficiente per tutti e che la fame si deve alla cattiva distribuzione dei beni e del reddito. Il problema si aggrava con la pratica generalizzata dello spreco (Vescovi del Brasile).
Anche la nostra comunità cristiana, tutti noi dovremmo dire: Desideriamo assumere, oggi, le gioie e le speranze, le angosce e le tristezze dei cittadini di Lissone, specialmente di chi più fa fatica, di quelli che, per un motivo o per un altro, perdono il passo, degli anziani, degli ammalati.
Desideriamo essere una comunità che, anche pagando di persona, sa prendersi cura di tutti.

 

COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE

Parrocchie:

Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes 
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù

SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano

LISSONE

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