Il PENSIERO di DON ANDREA MOLTENI: Dire, Fare… Testimoniare – Una ripresa alla fine del percorso
Don Andrea Molteni Nel mese di gennaio, per la prima volta nel cammino unitario delle parrocchie di Lissone, ci si è fermati insieme per conversare attorno al tema della Chiesa missionaria, capace di andare incontro all’uomo e di annunciare con slancio rinnovato la gioia del Vangelo, accogliendo l’invito rivolto – ciascuno a suo modo – dal vescovo Angelo e da papa Francesco.
Data:
15 Febbraio 2014
Don Andrea Molteni
Nel mese di gennaio, per la prima volta nel cammino unitario delle parrocchie di Lissone, ci si è fermati insieme per conversare attorno al tema della Chiesa missionaria, capace di andare incontro all’uomo e di annunciare con slancio rinnovato la gioia del Vangelo, accogliendo l’invito rivolto – ciascuno a suo modo – dal vescovo Angelo e da papa Francesco.
Desideriamo crescere nella comunione e nella corresponsabilità.
Ci ha guidati padre Mario Danieli, sacerdote gesuita, che ha fatto la scelta per le sue relazioni di un taglio pastorale, forse meno gratificante per lui, ma sicuramente più vicino a noi che non un taglio teologico ed ecclesiologico.
Il numeroso gruppo dei partecipanti ha reso difficoltosa ogni volta la divisione in gruppi per il confronto sugli spunti offerti dal relatore. Pertanto da più parti è giunto il suggerimento di ritrovarsi ancora, per il lavoro nei gruppi.
VENERDI 21 febbraio, alle ore 21.00, presso la Parrocchia san Giuseppe Artigiano vivremo il confronto a gruppi.
Ecco in sintesi il percorso e i contenuti offerti, per preparare il momento della restituzione di venerdì prossimo.
Primo incontro: la Chiesa, che idea ne abbiamo e ne dovremmo avere
– Il Concilio ripropone il volto di una Chiesa “comunità” che si fa vicina all’uomo, mettendo in secondo piano il volto di una Chiesa gerarchica che insegna. Quali sono le conseguenze di questa scelta?
– La Parola di Dio ci offre il volto di una Chiesa di carismi, dove il dono di ciascuno, preti e laici, è a servizio del bene comune e si comunica. Che differenza c’è tra una Chiesa di servizi e una Chiesa in servizio? Quanti svolgono un compito nella comunità cristiana dovrebbero non solo preoccuparsi di verificare se il proprio rapporto con la Chiesa non sia funzionale all’erogazione di servizi, ma anche se nell’esercitare il loro compito non danno a chi è “fuori” l’immagine di una Chiesa che eroga servizi. E’ il problema dell’accoglienza che non solo incontra, ma che contagiando accoglie.
– La Chiesa è una comunità dove insieme si prega, si fa comunione, si va incontro al prossimo, senza sbilanciamenti.
Secondo incontro: la Chiesa, una comunità che prega e testimonia
– La comunità cristiana trasmette la fede non come un insegnamento, ma come una memoria: il racconto di una storia di alleanza e di appartenenza, da dove emerge il volto fedele di Dio. La Chiesa fa memoria.
– Le Scritture ci presentano un volto di Dio amante della vita, che perdona e che attende. I discepoli con Gesù Maestro vivono la loro vita nella carità verso i fratelli e spezzando il pane dell’Eucaristia. La Chiesa condivide la fede.
– La comunità cristiana prega, e non dice le preghiere, aderente alla storia nella quale cerca i criteri del discernimento.
– La comunità cristiana vive la tensione missionaria, nel dare il buon esempio, nella capacità di compassione, nella capacità critica con cui non solo conosce i fatti di cronaca, ma si informa delle cause in modo responsabile. La Chiesa vive de-centrata: attenta agli altri e ai loro bisogni più profondi.
Terzo incontro: La Chiesa, comunità che discerne e decide insieme
– Il discernimento: è uno dei nomi della coscienza. È la capacità di capire qui e adesso che cosa è gradito a Dio, la sua volontà, sia per ciascuno di noi che per la comunità intera. La sfida della comunità è quella di mantenere l’unità della comunità, non ostante i diversi modi di sentire.
– La comunità deve fare discernimento innanzi tutto a proposito dei suoi carismi che danno origine ai servizi specifici nella comunità. Non sono da vivere come competizione, ma messi in gioco per l’utilità comune.
– Nel clima di ascolto di Dio (preghiera) e dei fratelli (assemblea) cercando di parlare dei fatti della storia, e non delle opinioni personali.
– Sarà possibile vivere con questo spirito se prima di essere apostoli ci preoccupiamo di essere discepoli: i discepoli seguivano Gesù per imparare a vivere come Lui, adottando i suoi criteri, la sua visione della realtà. Questo richiama la necessità di una intensa vita spirituale. È più facile discernere la Volontà di Dio se si è imparato poco a poco a conoscere e fare propri i “gusti di Dio” (dono della sapienza).
Quarto incontro: La Chiesa, una comunità tra conflitti interni e persecuzioni esterne.
– Nei conflitti interni bisogna distinguere tra contrasti: riguardano il contenuto della comunicazione: divergenze di opinioni; e conflitti: toccano la relazione, la stima dell’interlocutore…
– Le persecuzioni esterne sono un mistero, connesso e distinto dal mistero della sofferenza: la sofferenza colpisce tutti, anche i giusti; la persecuzione colpisce i giusti perché sono giusti.
– Una caratteristica della comunità degli apostoli: la parresia: franchezza, coraggio, sicurezza. Atteggiamento del testimone che non può non dire ciò che ha visto.
– È un atteggiamento “profetico”. I profeti autentici sono persone capaci di resistere alle pressioni popolari e ai capricci e alle blandizie dei grandi; predicano delle verità considerate inopportune, non dicono nulla agli uomini di ciò che gli uomini desidererebbero sentirsi dire.
Vi aspettiamo numerosi a questa interessante serata.
Ultimo aggiornamento
15 Febbraio 2014, 11:53