Continuano gli scontri nella Repubblica Centrafricana.
Con tre giorni di lutto nazionale, a partire dallo scorso giovedì 10 luglio, la Repubblica Centrafricana ha ricordato le vittime dell’ultima strage di cristiani compiuta dai miliziani islamici Seleka: 26 morti e 35 feriti. Autore dell’eccidio, il 7 luglio, è stato un commando che ha fatto irruzione nel campo per sfollati allestito presso la sede dell’arcivescovado di Bambari, nei pressi della cattedrale di Saint-Joseph, che al momento ospitava oltre 10.000 persone.
Bambari si trova al centro del paese ed è lontana diverse ore di viaggio da Bouar e da Niem, sede dei missionari e missionari lissonesi.
La situazione.
Il fatto che ci sia una diaspora così immane verso gli altri Paesi, è causato essenzialmente da questi attacchi di ribelli che si trovano un’area assolutamente priva di controllo politico-istituzionale, quindi aperta ad intrusioni sia economiche sia di accordi politici da parte di molti altri Paesi. C’è per esempio l’influenza della Corea che fa accordi anche per l’esclusiva dell’accesso alle miniere e alle risorse economiche; questo ha provocato un impoverimento progressivo e molto forte delle popolazioni, che chiaramente si scontrano tra loro per la sopravvivenza.
La Repubblica Centrafricana, che vede la presenza missionaria di Padre Titti Pozzi e delle Suore della Congregazione di S. Carlo Sr. Rita e Sr. Morena – Suore Infermiere – è un Paese tra i più poveri del mondo, la vita media è intorno ai 54 anni e c’è un alta percentuale di sieropositività della popolazione più giovane.
E’ un Paese dove le persone soffrono di malnutrizione e quindi di problematiche di alimentazione e di malattie, e dove le risorse eco-ambientali sono continuamente minacciate. È veramente una situazione drammatica, per cui è chiaro che questi ribelli non si fermano.
C’è convenienza a tenere la Repubblica Centrafricana in questa situazione perché così c’è il reclutamento dei bambini soldato da parte di alcuni eserciti che adesso usano questo Paese proprio per il reclutamento.
La cosa da cui si deve ripartire – come sempre in queste aree del mondo – è l’istruzione, l’educazione, ed in questo il ruolo dei nostri missionari e missionarie, è strepitoso perché comunque fin quando c’è una presenza missionaria, una presenza educativa, di istruzione, soprattutto delle bambine femmine, allora si ha davvero la speranza di migliorare la società dal basso.
E’ chiaro che questi sono progetti a medio-lungo periodo, non possono essere soluzioni immediate.
L’Unione Europea ha inviato in “ missione umanitaria” ben 1600 soldati dalla Francia: ma senza una consapevolezza e un analisi precisa della realtà del Paese, senza la conoscenza delle lingue e delle realtà locali, è chiaro che una questo intervento sarà privo di risultato positivi e concreti.
Staremo a vedere.
Chi non ha gambe tanto sicure
nel cammino della fede
può servirsi della Croce
come bastone.
S. Teresa Benedetta della Croce
COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE