DIRE, FARE… TESTIMONIARE. Educare oggi: la speranza che si accende

                                                                                     Serate di riflessione e confronto per tutti i cristiani, e in particolare per chi è impegnato nelle parrocchie, sul tema della testimonianza e della trasmissione della fede.

Data:
12 Gennaio 2015

   

                                                                                 
Serate di riflessione e confronto per tutti i cristiani, e in particolare per chi è impegnato nelle parrocchie, sul tema della testimonianza e della trasmissione della fede.                                                                                                                
         Carissimi,
come già abbiamo fatto con successo lo scorso anno, nel mese di gennaio, desideriamo fermarci per incontrarci e ascoltarci tra membri di una comunità cristiana.
Desideriamo ascoltare l’invito di PAPA FRANCESCO che ci chiama a rinnovarci continuamente come Cristiani, come Comunità Pastorale e come Parrocchie.
Il mondo globalizzato rischia di fondare la vita dell’uomo unicamente su aspetti economici, trascurando i principi e i valori che stanno alla base della solidarietà e della convivenza civile.
Ciò, invece, risulta fondamentale se non vogliamo che la realtà ci sfugga di mano, se vogliamo affrontare con determinazione quella che si pone oggi come la più grande questione del secolo o forse del millennio che ci accingiamo a percorrere: l’educazione.

E’ importante avere le idee chiare su ciò che si intende per educazione.
Come aveva scritto il Card. C. M. Martini, si deve affermare innanzitutto che il cammino educativo non può essere inteso come qualcosa di personale, perché una persona che si sviluppa senza comunità è impensabile. Oltre a questo, il processo educativo ha bisogno di un progetto che abbia il suo fondamento nella storia, nel vissuto quotidiano. Educare, poi, è sempre possibile, in qualsiasi fase della vita dell’uomo, anche se è basilare ciò che si apprende durante l’infanzia e la giovinezza.
L’idea di educazione è  entrata in crisi man mano che la società  ha visto modificare il ruolo e l’identità delle tradizionali agenzie educative.
La trasformazione della famiglia da patriarcale a mononucleare ha determinato un profondo mutamento del suo ruolo, il passaggio delle consegne attraverso la narrazione del vissuto è qualcosa che si è perso in questo cambiamento.
La disgregazione a cui talora è destinato il nucleo familiare ha portato ad una perdita di identità, in cui i padri non riescono più ad essere per i figli testimoni  credibili  di tradizioni valoriali su cui i giovani dovrebbero improntare la loro crescita.
La mancanza di autorevolezza vede invece prevalere atteggiamenti quanto mai inopportuni di autoritarismo. I giovani si trovano un po’ disorientati perché non hanno dei forti punti di riferimento e al di là della famiglia neanche la realtà sociale riesce a proporre loro sicurezze.
La “vecchia generazione”, quella che oggi svolge la funzione genitoriale ed educativa, si è formata oltre che col supporto della famiglia, che basava il suo essere su alcuni valori fondamentali, anche con l’ausilio di alcune figure di riferimento che fungevano da grandi testimoni virtuosi.
Se chiediamo ai giovani di oggi quali sono i personaggi simbolo a cui ispirano la loro esistenza, che potrebbero fungere loro da testimoni, li sentiremo fare riferimento esclusivamente a modelli effimeri che basano la loro vita sul successo e sul denaro.
E’ vero che la certezza economica determina una base solida per l’individuo, ma non possiamo permettere che le generazioni future perdano la capacità di valutare la realtà che li circonda anche da altri punti di vista, non possiamo permettere che i giovani perdano la capacità di “sognare” una vita e una società migliore di quelle che noi, forse inconsciamente, gli stiamo consegnando.
Oggi siamo consapevoli del fatto che l’interesse nel prendersi a cuore l’educazione delle nuove generazioni deve essere condiviso, anche attraverso il Patto di corresponsabilità educativo, dalla scuola, dalla famiglia, dalle  istituzioni che hanno il dovere di collaborare e riscoprire il ruolo che gli compete in questo difficile compito che gli viene attribuito. Il modello che ci si deve prefiggere è quello di un efficace approccio del mondo giovanile, riconoscendo ad ognuno la propria individualità, stimolando  ciascuno verso un miglioramento secondo i propri talenti, perché,  “I giovani non sono vasi da riempire, ma fiaccole da accendere!”.                                                                                                                                                                                                                                     
Appuntamenti: i giorni e i temi delle serate.
Lunedì 12 Gennaio: Premesse fondamentali per educare .
Lunedì 19 Gennaio
: L’educatore umano e cristiano.
Lunedì 26 Gennaio: Relazioni ed esperienze dell’educare oggi . 
Venerdì 30 Gennaio: Conclusioni e lavori a gruppi.
Dove?
Presso la Parrocchia di San Giuseppe Artigiano, in via Fermi, n. 1, alle ore 20,45

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Relatore 
Saremo accompagnati nel dialogo dal dott. Ezio Aceti, psicologo.                                                                                            
E’ un momento in cui l’intera Comunità Pastorale si ferma per riflettere, per dare spazio alle radici del nostro essere Chiesa che ha il mandato missionario di “uscire”, di testimoniare la propria fede e la propria gioia. 

 

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Non accettate nulla come verità
che sia privo di amore.
E non accettate nulla come amore
che sia privo di verità!
L’uno senza l’altra diventa
una menzogna distruttiva.
(S. Teresa Benedetta della Croce)

COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes 
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano

Ultimo aggiornamento

12 Gennaio 2015, 06:09