Il luogo, Parco Dora, è lo stesso che ogni estate ospita a Torino i big della musica elettronica.
Sul palco, per una sera, non ci sono cantanti, ma l’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, che invita i giovani a cercare “il vero amore”, quello “che si dono senza chiedere niente in cambio”.
In 7000 sotto la tettoia immensa dello strippaggio al Parco Dora: la Notte Bianca della Fede che ha inaugurato l’” Ostensione dei giovani” ha avuto una numerosissima partecipazione.
E grandissima è stata anche la partecipazione della città per accogliere i nostri ragazzi accompagnati da Don Andrea, Don Matteo e Suor Gianfranca che facevano parte dei 3300 ragazzi della nostra Diocesi di Milano, con altri migliaia da Veneto, Toscana, dal Piemonte.
La Notte Bianca della Fede, all’insegna del motto ” L’Amore più Grande” , è cominciata con musica e animazione.
Alle 21,30, il saluto dell’arcivescovo CESARE.
“L’Amore più grande – ha detto Mons. Cesare Nosiglia – va oltre la comunità di amici e discepoli con cui camminiamo e allarga l’orizzonte della missione verso tutti senza preclusioni, ma con spirito di accoglienza, rispetto e cura. Così ha fatto Gesù, portando a tutti, anche a chi che considerati lontani da Dio ed emarginati, la sua parola ed il suo amore. Così ha fatto don Bosco che a ogni giovane che cercava nelle carceri o nelle strade diceva : ti amo perchè sei giovane. Non perchè sei buono, bravo, intelligente: mi basta che tu sia giovane per darti il mio cuore”
Poi, in marcia verso Maria Ausiliatrice, la basilica eretta da Don Bosco, il santo dei giovani di cui si celebra il Bicentenario della nascita.
Gli adolescenti, nel cuore della notte illuminata da migliaia di braccialetti fosforescenti, prima di avvicinarsi alla Sindone, hanno potuto toccare con mano le esperienze che hanno segnato la storia della Chiesa torinese e non solo. L’esperienza dell’Oratorio di don Bosco, della Piccola casa della Divina Provvidenza di san Giuseppe Benedetto Cottolengo, l’Arsenale della Pace del Sermig e il Santuario della Consolata, dove hanno potuto ammirare una rappresentazione sulla figura del beato Piergiorgio Frassati a cura dell’Azione cattolica di Torino.
Questi “segni dell’Amore più grande” sono stati propedeutici per l’incontro nel buio con la Sindone.
Per chi ha potuto ammirarla anche in questa notte è un mistero ma anche per chi la conosce poco: per tutti, in ogni caso, la Sindone rappresenta una reliquia emozionante.
Sì, perché comunque la si pensi è impossibile fissare quel sudario o le sue immagini senza sentirsi attraversare al tempo stesso da un brivido e da un dubbio; il brivido di chi scorge l’immagine di uomo crocifisso, passato quindi per chissà quali sofferenze, e il dubbio che quell’uomo, in fondo, possa essere proprio Lui, Gesù di Nazareth.
E allora, l’amore è più grande, l’amore lascia un segno e il segno sono i nostri ragazzi che per Torino hanno portato la loro allegria, la loro fede.
E la gente che li ha incontrati si domandavano: chi sono questi?
Questi sono giovani che cercano l’amore.
L’avventura degli adolescenti è continuata al mattino quando hanno dovuto ripercorrere le strade di Torino per raggiungere nuovamente la Tettoia Vitali per la celebrazione dell’eucaristia.
La S. Messa celebrata dal nostro concittadino il Vescovo Mons. PierAntonio, in rito ambrosiano, è stato il momento sintetico e più alto di tutto l’Incontro diocesano adolescenti.
Monsignor Tremolada ha invitato tutti a fare memoria di quanto vissuto nella notte precedente e a concentrarsi sullo sguardo che ciascuno ha potuto dare verso il volto che la Sindone fa trasparire: “ E’ un volto, quello dell’Uomo della Sindone, che fa trasparire una profonda tenerezza e che è segno di quell’Amore più grande che chiede da parte nostra una risposta”.
Per Enzo, 13 anni, della nostra Comunità Pastorale “ è stata un’esperienza indimenticabile. Siamo stati preparati sulla Sindone – ha raccontato – sulla sua storia, i dubbi degli scienziati, la testimonianza che rappresenta”.
La speranza è che questa notte bianca rimanga un segno, perché l’amore lascia il segno: il segno che il Cristo Risorto può lasciare nel cuore di chi ha partecipato, perché se il tema è la notte, sappiamo quanto la notte possa essere buia.
Ma il Risorto ci dice che la notte si può attraversare e dunque si attraversa la notte, si incontrano delle sentinelle: incontriamo don Bosco, incontriamo il Cottolengo, incontriamo il Serming, vere sentinelle di luce sulla strada della vita.
Il morire con Cristo sulla Croce
per Risorgere con LUI
si traduce in una realtà –
per ogni fedele e specialmente per ogni sacerdote –
nel sacrificio della Messa.
In chi lo celebra o vi partecipa con fede viva
si verifica esattamente quello che è accaduto sul Golgota.
S. Teresa Benedetta della Croce
COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE