Don Tiziano Vimercati – Prevosto della Comunità
Mi hanno sempre colpito queste parole di Gesù: Sento compassione per la folla.
Le troviamo nel brano di vangelo che leggiamo nella messa di oggi. Il Signore Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: “Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno durante il cammino”.
Mi affascina questo atteggiamento delicato e molto umano di Gesù.
Il contesto è quello del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
La compassione di Gesù: qualcosa di forte, di concreto, un vero partecipare alla vita degli uomini. Gesù sente, nel profondo del cuore, la nostra vita e le nostre preoccupazioni, come la sua vita e le sue preoccupazioni. Il nostro dolore è il dolore di Gesù, con noi soffre.
Il suo amore è il segno dell’amore di Dio. Gesù ama l’uomo come Dio da sempre ama l’umanità.
E’ un amore, quello di Gesù, che assomiglia all’amore di una madre per i propri figli: profondo, viscerale, concreto. Un amore che sempre si chiede quale sia il bene del figlio. Il proprio bene, quello della madre, passa in secondo piano.
Mi viene spontaneo pensare alle tragedie che affliggono l’umanità, al volto di tante madri e padri che piangono la morte dei figli, al dolore inflitto in modo cinico e gratuito, alle immagini di uomini, donne e bambini che muoiono in mare.
Chissà quante volte ci siamo chiesti, quasi in tono di sfida, dove sta il così tanto proclamato amore di Dio; sicuramente in tanti facciamo fatica a comprendere il suo amore e a ritrovarlo anche in mezzo a simili tragedie.
Oggi possiamo davvero chiederci come si manifesta la compassione di Dio: ogni tanto va bene farci queste domande scomode anche se le risposte potremmo non trovarle, o essere insufficienti e retoriche, o anche sconvolgenti e portarci alla perdita della fede.
Dobbiamo fare come Giobbe, il famoso personaggio biblico che, duramente provato negli affetti e nel corpo, non rinuncia a chiedere spiegazioni a Dio e a pretendere una risposta, salvo poi accettare quanto gli rivela Dio.
La risposta di Dio non gli risolve il problema del perché del dolore, del perché proprio lui, fervente credente, sia stato così duramente messo alla prova, ma gli fa capire che conviene fidarsi di un Dio che ha creato ogni cosa e che ha dato inizio alla vita. Un Dio che sa rimanere vicino all’uomo.
A noi la risposta da parte di Dio è già stata data: è la scelta di farsi uomo, di diventare come noi, in tutto, anche nella debolezza, nell’umiliazione e nella sconfitta della morte.
La risposta è stata quella di un Dio che non ha tenuto una lezione sul mistero della sofferenza, ma, semplicemente l’ha vissuta, c’è passato anche lui.
Guardando allora al vangelo di oggi, alla compassione di Gesù verso tutti, possiamo davvero pensare che oggi continui a sentire compassione per le vittime di tutte le tragedie, le guerre, gli odii; che oggi Gesù soffre e piange con chi, in ogni parte del mondo, sta soffrendo e piangendo.
Ma ci chiede anche di partecipare alla sua compassione. I discepoli gli dissero: “Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?” Gesù domandò loro: ” Quanti pani avete?” Dissero: ”Sette, e pochi pesciolini”. Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Ci chiede di distribuire i pani che lui moltiplica.
Ci chiede di chinarci su di loro, ci chiede di prendere i pochi pani e i pochi pesci che possediamo, per dividerli con loro.
Ci chiede di diventare gli strumenti della sua misericordia e compassione.
Non solo: Gesù è là, in ogni situazione di dolore, in ogni parte del mondo, nella persona dell’uomo povero, Gesù prolunga la sua agonia nell’orto degli ulivi, fino alla fine del mondo, come diceva lo scrittore francese Pascal.
Gesù non ha terminato di vivere e di soffrire il venerdì santo, sulla croce; soffrirà fino alla fine del mondo, fino a quando ci sarà anche un solo fratello sofferente.
Dare il nostro contributo
a portare la CROCE di CRISTO
é fonte di una letizia forte e pura.
S. Teresa Benedetta della Croce
COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE