La VOCE di Don MATTEO – Il VESCOVO visita il nostro Decanato

Don MATTEO CASCIO     Martedì scorso (25 Ottobre 2016 ndr), in una sera feriale, la chiesa di Sovico ha accolto la visita del nostro vescovo Angelo Scola, che quest’anno sta iniziando le visite pastorali in ogni decanato della nostra diocesi.

Data:
31 Ottobre 2016

Don MATTEO CASCIO

 

 

Martedì scorso (25 Ottobre 2016 ndr), in una sera feriale, la chiesa di Sovico ha accolto la visita del nostro vescovo Angelo Scola, che quest’anno sta iniziando le visite pastorali in ogni decanato della nostra diocesi. E’ un passaggio che lascerà il segno, infatti dopo le sue parole che hanno rilanciato il cammino delle nostre comunità, e che hanno ripreso le domande raccolte nelle diverse parrocchie nelle settimane precedenti, il vicario di Zona suo rappresentante verrà ad incontrarci personalmente nella nostra realtà pastorale. Insieme concretizzeremo un passo per continuare a camminare imparando sempre di più a fare nostro il pensiero di Cristo. 

Il cardinale ci ha provocato molto nello sguardo unitario e nei criteri di giudizio che possono nascere proprio dalla nostra fede, da considerare non più come una convenzione tradizionale ma una convinzione personale.
Una convinzione, come la nostra partecipazione alla vita della chiesa, ma con un attenzione più profonda perché «quando rientriamo in famiglia e siamo sul lavoro, è come se il senso dell’Eucaristia non avesse incidenza. Lo scopo della Visita vuole essere un tentativo di fare questo passo: vivere, scegliere, giudicare con il cuore di Cristo, secondo il suo modo di affrontare il bisogno».
Di fronte alla domanda sulla sofferenza innocente, raccontando diversi episodi personali nei quali ha incontrato alcune situazioni di sofferenza, ci ha ricordato che «la verità cristiana non è solo un buon esempio, ma è saper cavare dal buon esempio un criterio, un giudizio comunicabile», un dolore che non si può giustificare a parole ma che può essere occasione di “conforto” cioè di forza che si corrisponde facendosi vicino, anche nel silenzio, di fronte alle situazioni di sofferenza allo stesso modo di Gesù.
Provocato sul tema delle famiglie risponde che non sono l’oggetto della pastorale, sempre i destinatari di iniziative quasi fossero clienti della Chiesa, ma bensì si devono sentire un soggetto capace di prendere iniziative ed essere parte attiva della vita comunitaria.
Così, come per quanto riguarda l’impegno dei laici, ha sottolineato con forza che quando il singolo si riconosce in una comunità capace di accogliere e di trasmettere il Vangelo nelle pieghe della vita quotidiana, si riesce a realizzare quella chiesa in uscita che desidererebbe anche il nostro PAPA FRANCESCO: «Prendete iniziative a partire dalla realtà che vivete. Noi siamo figli nel Figlio del Padre, fratelli in Cristo con la nuova parentela da Lui inaugurata, e dobbiamo viverla. Una parentela che non annulla quella del sangue, ma la dilata: questo sono i cristiani nel mondo. L’io ecclesiale, battesimale, nel noi della Chiesa, non è qualcosa di astratto, ma è l’essenza della nostra fede. […] Nessuno come i laici sono “in uscita” quando vai a lavorare, all’università a scuola lì tu intrecci rapporti e relazioni e di fatto senza tanti ragionamenti comunichi ciò che sei».
Un’uscita che però non vuol dire catalogare qualcuno con l’appellativo di lontano da raggiungere perché «non c’è nessuno lontano dalle esperienze umane, dagli affetti, dalla gioia, dal riposo, dal dolore e dalla morte. Chi è l’uomo e la donna che è lontano da questo?
E Gesù è venuto per darci il senso di queste realtà.
Dobbiamo smetterla di parlare di lontani perché a volte i lontani siamo noi che non viviamo con verità queste esperienze. Qualunque fedele deve immedesimarsi in Gesù, questo è il senso dell’Eucarestia, della lettura della Parola e di tutte le nostre iniziative.
Ed è questo un criterio per far passare alcune tradizioni, lasciare andare verso il proprio destino quello che non riesce più a esprimere questo».
E da questa prospettiva ha riletto anche l’esperienza delle comunità pastorali definendole così: «La Comunità pastorale è stata ed è un’idea geniale. Non nasce dalla riduzione del numero dei preti, ma dalla missione. […] Pensiamo alla cultura che, oggi, in una società plurale, così come il mondo giovanile, chiede un’apertura più ampia, una cura più larga rispetto al “campanile”.
Non usate mai quella frase orribile: “Qui si è sempre fatto così”».
L’arcivescovo poi ha concluso con questo invito: «Con il “noi” i cristiani non sono un partito, comunicano il dono della fede ricevuto con semplicità. Vivete l’incontro con Cristo, attraverso il quale, a livello personale, ognuno riattualizza il proprio battesimo, e permanete nella comunità e nella Chiesa».
Alla luce di queste parole riprendiamo il nostro cammino con rinnovato slancio cercando nuove strade per vivere oggi la nostra fedeltà a Cristo nella Chiesa.
Ci disponiamo ora a vivere la visita pastorale feriale del nostro vicario episcopale Padre Patrizio Garascia. dal giorno 10 al giorno 20 di novembre 2016.

Se desideri vedere il video della visita al Decanato di S. Em il Card. Arc. Angelo Scola clicca qui: https://www.youtube.com/watch?v=0haiX5M4eh0&feature=youtu.be

 

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Non accettate nulla come verità che sia privo di amore.
E non accettate nulla come amore che sia privo di verità!
L’uno senza l’altra diventa una menzogna distruttiva (Edith Stein).

COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
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SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE

Ultimo aggiornamento

31 Ottobre 2016, 06:03