Siamo autorizzati a pensare. È questa la sostanza della riflessione che mi permetto di offrire alla città in occasione della festa del patrono sant’Ambrogio. È questo il percorso promettente che mi dichiaro disponibile a continuare insieme con tutti coloro che abitano in città e ne desiderano il bene. Siamo autorizzati anche a pensare!
Così si esprimeva l’Arcivescovo, nel tradizionale Discorso alla Città, pronunciato giovedì 6 dicembre nella Basilica di S. Ambrogio, davanti alle autorità civili, militari, religiose e ai fedeli ambrosiani. E concludeva esortando chi ci governa all’assunzione di responsabilità, e prendendo l’impegno, a nome delle comunità cristiane, a compiere la propria parte, come chiesa, per il bene comune.
Invito coloro che hanno responsabilità nella società civile ad affrontare con coraggio le sfide, nella persuasione che questo territorio ha le risorse umane e materiali per vincerle. E nella mia responsabilità di vescovo di questa Chiesa confermo che le nostre comunità sono pronte, ci stanno, sono già all’opera.
Credo sia questo il motivo per cui siamo autorizzati a pensare (anche se per pensare non abbiamo bisogno di autorizzazione alcuna): il bene comune, il bene di tutti, il bene che viene prima di quello personale ma che lo comprende e lo valorizza. Siamo chiamati a pensare, atto indispensabile per essere davvero uomini protagonisti della nostra vita. Pensare per riscoprire la gioia della vita della comunità, l’importanza della dedizione per il bene di tutti, la bellezza del prenderci cura l’uno dell’altro. Il bene comune, per essere raggiunto, ha bisogno della nostra riflessione, del meglio di noi stessi, di visioni alte e coraggiose che non si fermino al presente (e quindi a noi) ma sanno guardare al futuro (e quindi ai figli).
Pensare per non cadere nell’illusione di facili promesse, nella tentazione dell’indifferenza, nell’abbaglio di chi vorrebbe farci credere che abbiamo solo diritti da difendere e non anche doveri da ottemperare.
Abbiamo bisogno di una classe politica che sappia pensare, di uomini e donne che accettino la fatica dell’impegno, di politici, a tutti i livelli, dediti al bene comune, senz’altri interessi che non siano di servizio, di disponibilità, di amore per il bene di tutti. Politici capaci di guardare al futuro, e di lasciare in eredità una bella città. Politici capaci di preoccuparsi di ogni cittadino, di ascoltare le esigenze di ciascuno, e se proprio devono fare dei privilegi, siano per i poveri e gli ultimi.
E la comunità cristiana?
Il nostro vescovo si è impegnato a nome di tutte. Desidera che anche ogni cristiano sia autorizzato a pensare, che la chiesa partecipi alla ricerca e alla realizzazione del bene comune. Credo che il cristiano, nella fedeltà al vangelo, possa offrire un grande contributo per il bene di tutti. Certo, con molta disponibilità e umiltà.
Magari ne riparliamo.
Se vuoi leggere il testo integrale del Discorso alla città 2018, intitolato “Autorizzati a pensare. Visione e ragione per il bene comune”, pronunciato dall’Arcivescovo, Mons. MARIO DELPINI, nella Basilica di Sant’Ambrogio alla vigilia della solennità del Vescovo Patrono, clicca qui.
Preghiera d’abbandono
Lasciami, Signore,seguire ciecamente i tuoi sentieri,
non voglio cercare di capire le tue vie:sono figlia tua.
Tu sei il Padre della Sapienza e sei anche mio Padre,
e mi guidi nella notte:portami fino a te.
Signore, sia fatta la tua volontà:”Sono pronta”,
anche se in questo mondo non appaghi nessuno dei miei desideri.
Tu sei il Signore del tempo,il momento ti appartiene,
il tuo eterno presente lo voglio fare mio,
realizza ciò che nella tua sapienza prevedi:
se mi chiami all’offerta nel silenzio,
aiutami a rispondere,fa che chiuda gli occhi su tutto ciò che sono,
perchè morta a me stessa,non viva che per te.
( S. Teresa Benedetta della Croce )
COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE