Fratel Fabio Mussi e Padre Tiziano Pozzi, due lissonesi da tanti anni in missione.
Il primo vive in Camerun, il secondo in Centrafica.
In questo numero di “Insieme” troverete due loro scritti (quello di fratel Mussi è la seconda parte, perché si tratta di una lettera molto lunga).
Trovo sempre interessante leggere le lettere dei missionari: li sento ancora vicini alla nostra comunità cristiana, in qualche modo legati a noi. Il missionario cresce in una comunità e quando parte per la missione è perché si sente chiamato dal Signore, ma è anche inviato dalla comunità cristiana nella quale è cresciuto. Si mantengono dunque legami di affetto, di amicizia, di preghiera e anche di aiuto materiale, se necessario.
Credo però che le lettere dei missionari aiutino anche noi: ci fanno aprire gli occhi su una realtà più grande, ci parlano di uomini e donne che spesso sono poveri, miseri, senza cultura, ma sono uomini e donne come noi, con gli stessi desideri, paure, bontà e cattiverie che sono di tutti.
I missionari, attraverso le loro storie vissute e sofferte in prima persona, e non come esperti e professori che insegnano da una comoda cattedra, ci ricordano che il cristiano si prende cura del fratello, che fa tutto ciò che può, anche se sa benissimo che potrebbe essere poco più di una goccia nel mare.
Abbiamo bisogno di queste testimonianze?
Penso proprio di sì. Oggi più di ieri.
Oggi, perché basta prendersela con i più deboli, soprattutto se stranieri che sarebbero causa di ogni nostro male, per ottenere l’applauso e il consenso.
Oggi, perché negli stadi si inneggia all’odio razziale.
Oggi, perché sembra che durante una messa, allo scambio della pace, un uomo si sia rifiutato di stringere la mano a un ragazzo di colore (spero sia una notizia falsa).
Oggi, perché qui a Lissone un uomo di colore ha ricevuto uno sputo in faccia da una signora, così, senza alcun motivo (e questo, purtroppo, è un fatto vero).
Oggi, perché fare del bene sembra quasi una colpa: non solo non si favorisce chi lo compie, ma si mettono i bastoni tra le ruote.
Potrei continuare, forse però non serve: chissà quante ne conosciamo di episodi simili. Ecco ne abbiamo davvero bisogno di sentire storie come quella di Gregorine, in Centrafica; dell’ansia per scongiurare la carestia e del grande desiderio di pace del popolo camerunense.
Uomini e donne come noi: occorre capirlo in fretta. Ne va del futuro di tutti.
Questo tempo chiede di vivere da protagonisti,
la vita è bella se la viviamo fino in fondo,
non lasciamo che siano altri a decidere per noi.
(Papa Francesco )
COMUNITA’ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA della CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
S Giuseppe Artigiano – SS. Pietro e Paolo
LISSONE