Domenica 26 settembre: 107°Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.

Verso un noi sempre più grande: è il tema di questa 107° giornata.

“ Da 107 anni, dal tempo del primo terribile conflitto del Novecento, la Chiesa invita i credenti, e non solo, a prestare attenzione a questo fenomeno, che porta con sé drammi e tragedie che si ripetono spesso nell’indifferenza del mondo.”

Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi” 
Prima noi, prima gli italiani, prima il mio gruppo, prima ciò che ruota attorno a me.

In realtà, siamo tutti sulla stessa barca e siamo chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri che ci separano, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità.                                                                 

Dopo la barriera di cemento e quella legale per sbarrare la via ai profughi provenienti dall’America centrale, è arrivato il “muro di metallo”.

Il governatore del Texas ha schierato migliaia di auto lungo il confine per sbarrare la strada ai profughi  centramericani

Le migrazioni contemporanee ci offrono l’opportunità di superare le nostre paure per lasciarci arricchire dalla diversità del dono di ciascuno.


Tragedia dei profughi di Haiti: fuggono da una spaventosa miseria. 
Niente li fermerà, la fame non permette di starsene in poltrona.

E’ necessario, qui e altrove, creare corridoi umanitari dove tutti i popoli si ritrovano uniti, in pace e concordia, celebrando la bontà di Dio e le meraviglie del creato.

L’incontro tra popoli diversi arricchisce chi è accolto e chi accoglie.

Il rifiuto, i muri, l’abbandono, i respingimenti, il disprezzo, le violenze impoveriscono il noi del mondo

Oggi la Chiesa è chiamata a uscire per le strade delle periferie esistenziali per curare chi è ferito e cercare chi è smarrito. Nelle periferie troveremo migranti e rifugiati, sfollati e vittime di tratta, ai quali il Signore vuole sia manifestato il suo amore. Ogni giorno ci troviamo davanti alla scelta di essere buoni samaritani oppure viandanti indifferenti che passano a distanza. ( PAPA FRANCESCO)

“L’appello del Papa a non costruire muri, ma ponti per venire incontro alle sofferenze di tanti, è contraddetto dai muri che in queste settimane sono stati eretti in fretta tra Grecia e Turchia, fra Turchia e Iran ed anche in altri Paesi, per non consentire l’arrivo di profughi dall’Afghanistan. Forse però i muri non sono solo quelli materiali, ma anche quelli del pregiudizio e dell’egoismo.” ( red.)

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COMUNITA’ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA della CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
S Giuseppe Artigiano – SS. Pietro e Paolo
LISSONE

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