Ripartire dagli ultimi. Aggiustare il mondo praticando l’amore – Don Tiziano Vimercati – Parroco.

Don Tiziano Vimercati

Interessante il titolo della Giornata Diocesana della Caritas: Ripartire dagli ultimi nello stile del Vangelo.
Eppure m’inquieta un po’, sento il rischio di cadere in riflessioni più o meno moralistiche, che non cambiano proprio nulla, lasciano tutto come prima, sia in me come in chi ha il tempo e la pazienza di leggere. 
Mi viene un po’ in aiuto il sottotitolo, altrettanto interessante: Aggiustare il mondo praticando l’amore.

Mi sembra che ci siano due modi, penso altrettanto buoni, di intendere l’impegno di attenzione verso i poveri e gli ultimi, nello stile del vangelo.

 – I poveri non vanno dimenticati, ma non sono coloro che devono accontentarsi delle briciole che cadono dalle tavole dei ricchi. I poveri non esistono per farci il favore di aiutarli e mettere in pace la nostra coscienza. Il vangelo ci insegna a prendercene cura, a dividere in due il nostro mantello per coprire chi ha freddo, saziare chi ha fame e dissetare chi ha sete. Abbiamo poi capito che dobbiamo andare oltre: attraverso le leggi fare le scelte giuste in modo che chi lo desidera, e s’impegna, possa guadagnarsi onestamente il pane. E chi non può lavorare riceva il giusto sussidio. Mentre chi non ne ha diritto non lo riceva.

Questo primo modo di pensare all’attenzione verso i poveri è certamente più diffuso.


Di solito, quando si parla di Caritas, ciò che quasi tutti pensano immediatamente è che sia l’associazione che aiuta i poveri, che organizza collette per intervenire in situazioni di calamità, che distribuisce viveri e vestiti, che paga le bollette di acqua, luce e gas e qualche volta, quando ce la fa, anche l’affitto.

Vai alla Caritas che loro ti aiutano, si dice spesso quando si incontra una persona bisognosa (purtroppo però non sempre si riesce ad aiutarli, non ci sono le risorse per rispondere a tutti in modo adeguato, alle volte i bisogni sono troppo grandi, al di là delle possibilità, o così complessi e delicati che l’unica cosa che si può fare è ascoltarli con sincerità e compassione).

– Il secondo modo di intendere l’attenzione verso i poveri e gli ultimi credo sia riscoprire che tutti noi siamo poveri, bisognosi degli altri, fragili, e comunque abbiamo tante cose da imparare da loro, da chi soffre, da chi subisce violenze e prepotenze, da chi, perché lotta per la giustizia e la libertà, è torturato e ucciso.
È un diventare poveri per scelta, poveri nel cuore, poveri perché confidiamo nel Signore, poveri perché sappiamo umilmente tendere la mano per invocare aiuto e per chiedere la carità.
Ecco cosa scrive Papa Francesco nel messaggio per la Giornata Mondiale dei poveri: Gesù non solo sta dalla parte dei poveri, ma condivide con loro la stessa sorte. Questo è un forte insegnamento anche per i suoi discepoli di ogni tempo.
Condividere la loro sorte ci permette di capirli davvero, di conoscere di che cosa ha veramente bisogno il povero, quali sono le sue paure, le sue fatiche, i suoi limiti e le miserie.
È solo stando in mezzo a loro, accettando di camminare al loro fianco sulla strada della vita, che insieme si potrà crescere. Senza fare l’errore di considerarli l’oggetto delle nostre scelte, di lasciarli sempre ai margini della comunità, aiutati sì ma non inseriti e valorizzati, lasciati fuori da ogni decisione e scelta che la comunità compie, anche quando riguarda loro.


È chiaro che se vogliamo andare in questa direzione ci attende una vera conversione del cuore e delle azioni che compiamo. Ci costa molto meno fare un’offerta (che comunque tanti non fanno mai) piuttosto che spendere del tempo con chi è solo.
È più facile impegnarsi nel volontariato, che è un’ottima cosa, piuttosto che invitare a pranzo un disperato, uno che è sempre solo, uno da cui staremmo volentieri alla larga, alle volte anche un parente che non ci è simpatico.
È più facile fare del bene, stando però il più lontano possibile, che prendere per mano chi ha bisogno di sostegno, e tenerla stretta, quella mano, per tanto tempo.
È molto difficile cambiare il cuore e la testa, eppure è l’unico modo se vogliamo parlare e intenderci con i poveri. Altrimenti su di loro potremo solo scrivere libri, saggi, studi di ogni tipo. Inutili. In cui i poveri non si riconoscerebbero.

Papa Francesco termina così il messaggio per la Giornata dei poveri: I poveri sono in mezzo noi. Come sarebbe evangelico se potessimo dire con tutta verità: anche noi siamo poveri, perché solo così riusciremmo a riconoscerli realmente e farli diventare parte della nostra vita e strumento di salvezza.

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Signore,
dinanzi a te rendi sincero
ogni mio desiderio di conversione:
aperto e disponibile alla tua Parola
e nel confronto schietto
con quella degli altri.


Radicato così nell’Amore,
tenga lontano ogni tipo
di scoraggiamento
e la tranquilla accettazione
della mediocrità
.

COMUNITA’ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA della CROCE
Parrocchie:
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S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
S Giuseppe Artigiano – SS. Pietro e Paolo
LISSONE

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