Don Tiziano Vimercati.
Quanto accaduto mercoledì scorso a nostro fratello Matteo è uno di quei momenti in cui le nostre parole si rivelano inadeguate, pur se dette con tutto l’amore e la compassione di cui siamo capaci.
Inadeguate, ma anche necessarie perché dicono amicizia, affetto, solidarietà.
Sono come il balsamo che sulle ferite dona un po’ di sollievo.
Però, ancor più delle nostre parole, è la Parola, quella di Dio, che ci apre alla speranza, ci consola, ma soprattutto è una parola di verità, ci rivela che cosa ci attende, dove ci porta la splendida avventura della vita, capace anche di liberarci dalla paura della morte.
Clemente Rebora, sacerdote e poeta, così descrisse il suo cammino spirituale, l’incontro con la fede: La Parola zittì chiacchiere mie.
Poche parole, solo per dire che possono essere inutili, che le nostre parole, pur necessarie e importanti, possono farci girare su noi stessi, illuderci, ingannarci, parole vuote che pretendono e promettono molto ma mantengono poco.
Durante la liturgia dei funerali di Matteo, venerdì pomeriggio, pur tra tanta sofferenza, lacrime, cuore spezzato, ho intravisto una speranza, mi sono sentito consolato, un balsamo è stato spalmato sulle ferite.
La Parola di Dio ha dato un senso al nostro saluto, tutto richiamava l’annuncio del mistero pasquale, anche le nostre parole, poche e povere, erano solo di aiuto per comprendere il mistero che celebravamo.
La nostra Comunità cristiana, la società civile, la città di Lissone si sono strette attorno alla famiglia di Matteo, hanno espresso la vicinanza, abbiamo condiviso il dolore, saremmo stati pronti a fare qualsiasi cosa per alleviarlo.
La forza di una Comunità si manifesta quando sappiamo prenderci cura l’uno dell’altro, quando si è capaci di guardare il volto e gli occhi dei fratelli, si apre il cuore per accoglierli, non si chiudono le porte, e non si costruiscono i muri per impedirne l’accesso.
Una comunità aperta, non chiusa in sé stessa, non preoccupata di difendere solo i propri interessi, è una società migliore, una società che si arricchisce enormemente del contributo che offrono coloro che sappiamo accogliere.
Matteo, con la sua morte tragica, ci ha offerto l’occasione per essere migliori, ci spinge a prenderci cura del fratello, della sorella, dell’amico, del nemico, del povero, di ogni amato figlio di Dio.
L’oggi di Dio, l’oggi della salvezza, che si manifesta anche nei momenti oscuri e bui della morte.
Ora che sei tutto in Dio,
nel Dio che è amore perdonami,
perdonaci Matteo.
Aiutami e aiutaci
a diventare adulti migliori,
non perché possiamo
smettere di sbagliare o di soffrire,
non perché possiamo
diventare perfetti,
ma prega affinché
possiamo diventare più credibili,
più capaci di accorgerci
delle tempeste nel cuore
di chi ci sta accanto,
più attenti a chi ci grida:
“Non ti importa di me?”
più accoglienti rispetto
alle nostre fragilità e alle nostre paure,
più responsabili
gli uni della vita degli altri.
Fa’ che questo dolore e smarrimento
possano diventare memoria indelebile
di quanto siamo preziosi
agli occhi di Dio
e nella vita di chi incontriamo,
fa’ che questo vuoto che lasci
possa diventare
nostalgia di bellezza,
occasione di fede,
necessità di speranza.
COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
LISSONE