Cinque pani e due pesci da condividere – Don Tiziano Vimercati – Parroco.

Don Tiziano Vimercati

Non leggiamo il vangelo di oggi considerandolo solo come il racconto di un miracolo, la moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Forse rimarremmo stupiti (ma anche no perché ormai l’abbiamo ascoltato tante volte), ma niente di più. Invece è un brano che interpella noi, oggi, e che ci pone di fronte al nostro modo di affrontare le situazioni della vita rispetto a quello, diverso, di Gesù.
Congeda la folla dicono gli apostoli a Gesù.
Si rendono conto del problema, l’impossibilità di trovare cibo sufficiente per così tanta gente, ma non sanno trovare nessuna soluzione, ciascuno si arrangi come meglio può.

Voi stessi date loro da mangiare, risponde invece Gesù, preoccupatevi di loro, fatevi carico dei loro bisogni, delle loro fragilità, ho annunciato la buona novella e ho guarito quanti avevano bisogno di cure.
Questo è il modo di vivere di chi ha scelto di seguirmi diventando mio discepolo.  
Non abbiamo che cinque pani e due pesci, rispondono gli apostoli: nulla, è come non avere nulla, cinquemila uomini da sfamare sono troppi. Fateli sedere, insiste Gesù, condividete ciò che siete e ciò che possedete, questo è il miracolo, ciò che potrà sfamare quella grande folla.

C’è qualcosa che dobbiamo comprendere e amare, ma anche qualcosa da eliminare, che ci pone in imbarazzo con gli altri ma anche con noi stessi.  

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C’è un miracolo che anche noi possiamo compiere: distribuire il pane a ogni uomo che vive su questa terra, perché è ancora possibile, con scelte giuste e lungimiranti, dar da mangiare a tutti, ottenere il massimo dalle risorse di cui disponiamo, distribuire quanto la terra e il lavoro dell’uomo ci offrono, in modo generoso, leale, con il desiderio di non lasciare nessuno a mani vuote.

Condividere ciò che possediamo crea una comunione profonda tra fratelli.
Il miracolo della moltiplicazione dei pani lasciamolo a Gesù, se vorrà. 
Eliminiamo, però, la tentazione di starcene fuori, di non sporcarci le mani, di giustificarci troppo dicendo che non ne abbiamo la possibilità.


Non siamo obbligati a compiere miracoli, se non quello della condivisione, del caricarci sulle nostre spalle il fratello ferito, di sederci a tavola in compagnia dei fratelli e delle sorelle, con tanti bambini che, gioiosi, ci girano intorno.

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COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
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Lissone

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