Per una cultura della vita – Don Tiziano Vimercati – Parroco.
Don Tiziano Vimercati – Parroco La Giornata per la Vita non è per dividerci pro o contro qualcosa.
Data:
4 Febbraio 2023
Don Tiziano Vimercati – Parroco
La Giornata per la Vita non è per dividerci pro o contro qualcosa.
La questione è molto più complessa.
Parlare di vita vuol dire parlare dell’uomo, del significato dell’esistenza, porsi le domande a cui non dovremmo sottrarci: quale la nostra origine, quale la mèta, il dolore, la sofferenza, le ingiustizie, ma anche l’amore, la solidarietà, la tenerezza.
Su questi valori dobbiamo interrogarci e confrontarci con molto rispetto e onestà. Anche se sappiamo che è un cammino arduo: oggi assistiamo a una frammentazione dell’orizzonte dei valori comuni, non è più possibile parlare di valori condivisi da tutti, e dunque è inevitabile non ritrovarsi sulle scelte concrete che siamo chiamati a compiere o a subire.
Con profonde e dolorose lacerazioni, anche per l’incapacità a dialogare e la cieca obbedienza alle ideologie, nel recente passato abbiamo già sperimentato e sperimentiamo ancora oggi, la distanza insuperabile di posizioni diverse: divorzio, aborto, eutanasia, coppie di fatto.
Non è soltanto la frammentazione dei valori comuni che rende difficile raggiungere una posizione condivisa. La scienza e la medicina, con i meravigliosi e continui progressi, ci pongono di fronte a situazioni inedite, direi di frontiera, dove non si riesce a giudicare con le categorie usate finora.
Occorre coraggio e onestà intellettuale per individuare una strada che sia il più possibile condivisa, e soprattutto la migliore possibile per favorire il bene comune.
Dal valore che si dà alla vita, alla sua origine e al suo termine, dipendono poi le scelte che si fanno.
Non è la stessa cosa avere una visione religiosa della vita o, al contrario, escludere Dio dal proprio orizzonte.
Ritenere la vita, per quanto possa essere bella, chiusa in sé stessa è diverso che considerarla aperta all’eternità, destinata all’incontro con Dio.
Non è lo stesso considerarla di nostra proprietà per cui possiamo disporne liberamente o ritenerla un dono da amministrare al meglio e di cui dovremo renderne conto.
Il Vangelo è chiaro, è per la vita, la vita di tutti, senza discriminazioni, dall’inizio alla fine, tutti figli di Dio, amati al di là di ciò che riusciamo a essere, non importa se forti o deboli, sani o malati, buoni o cattivi. Questa fede ha portato a una cultura della vita, fatta di attenzioni, di opere spirituali e materiali non da poco, la capacità profetica di scorgere nuove povertà, nuove emergenze umane cercando di dare il miglior aiuto possibile. C’è stata la preoccupazione di non limitarsi a proclamare la sacralità della vita ma di tentare di renderla per tutti dignitosa.
Ora credo sia necessario continuare questa cultura della vita dialogando e trovando punti di incontro con chi ha un approccio differente, cercando di motivare in modo coerente il pensiero cristiano, senza fanatismi religiosi, senza la pretesa di imporre la verità a chi, liberamente e onestamente, ha fatto altre scelte.
Di fronte alla complessità della vita, alle situazioni sempre nuove che si creano e alla non piena condivisione dei valori fondamentali, un punto di incontro potrebbe essere questo: lasciarci guidare da una cultura della vita, e non dalla cultura della morte senza pensare alla morte come alla soluzione dei problemi.
La potrò accettare, anche invocare qualche volta, potrò considerarla “sorella morte”, ma non spetta all’uomo né dare né darsi la morte.
Il cristiano preferisce percorrere i sentieri della vita e pur non ignorando i drammi che accompagnano la storia degli uomini cerca di rispondere con un amore sempre più grande, con la scelta di prendersi cura di chi gli sta accanto.
Dare la morte, in qualsiasi modo, può sembrare una scelta conveniente, veloce, addirittura pietosa, ma può essere devastante e lasciare tracce indelebili e dolorose nel cuore.
Chi si mette al servizio della vita sceglie di percorrere un tratto di strada, senza sapere quanto lungo possa essere, con l’altro, con il malato, il migrante, il depresso.
Si mette in gioco assumendosi una grande responsabilità.
Se tacete, tacete per amore.
Se parlate, parlate per amore.
Se correggete, correggete per amore.
Se perdonate, perdonate per amore.
Sia sempre in voi la radice dell’amore,
perché solo da questa radice
può scaturire l’amore.
Amate, e fate ciò che volete.
L’amore nelle avversità sopporta,
nelle prosperità si modera,
nelle sofferenze è forte,
nelle opere buone è ilare,
nelle tentazioni è sicuro,
nell’ospitalità generoso,
tra i veri fratelli lieto,
tra i falsi paziente.
L’amore è tutto.
(Sant’Agostino)
COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
S. Giuseppe e Antonio Maria Zaccaria
LISSONE
Ultimo aggiornamento
4 Febbraio 2023, 11:55