Neanch’io ti condanno – Don Tiziano Vimercati – Parroco.
Don Tiziano Vimercati – Parroco Sembra che la pagina di vangelo che la liturgia di oggi ci propone sia di nostro gradimento.
Data:
13 Febbraio 2023


Don Tiziano Vimercati – Parroco

Sembra che la pagina di vangelo che la liturgia di oggi ci propone sia di nostro gradimento.
Ci piace sentire le parole di Gesù, rivolte a una donna adultera che stava per essere lapidata, “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.
Sono parole piene di amore e di perdono, le stesse che vorremmo fossero rivolte a noi.
Eppure questo brano, se ben compreso, mette in crisi perché ci riconosciamo, forse, nella donna perdonata ma non negli scribi, nei farisei e nella folla che stava per lapidarla.

E siamo così sicuri che ci stia bene che Gesù perdoni chi, in modo lampante, ha trasgredito la legge e non subisce la pena?
Noi che siamo così pronti a condannare, a invocare pene severe, a scandalizzarci quando la legge prevede qualche atto di clemenza. Noi che troppo spesso, senza averne diritto, giudichiamo e condanniamo una persona a vivere per sempre sotto il peso dell’errore commesso.
Se ci riconosciamo nella donna peccatrice perché ci comportiamo come la gente che voleva ucciderla?
Gesù ha invitato sì a scagliare la pietra contro la donna, ma solo chi è senza peccato lo può fare. Almeno allora, coloro che erano presenti, non hanno scagliato alcuna pietra, hanno riconosciuto, forse a malincuore, di essere peccatori, hanno guardato nel loro cuore e in tanti hanno scoperto di aver commesso lo stesso peccato, altri di averne commesso anche di peggiori, e chissà cos’altro scorgiamo nel nostro cuore quando con coraggio e umiltà ne scrutiamo le profondità.

Il peccato di quella donna non ha impedito a Gesù di amarla.
Amata da subito, così com’era.
Solo Lui, il Giusto, le è rimasto vicino quando tutti se ne sono andati.
Se, incautamente, ci riteniamo giusti, è comunque vicino ai peccatori che dobbiamo stare. Se, con più verità, riconosciamo di essere peccatori, è ancora vicino a loro che dobbiamo stare, preoccupandoci non di giudicare e condannare l’altro dello stesso peccato da noi commesso, ma di accogliere quella parola di amore che Gesù ci rivolge, la sola che ci può permettere di “andare e non peccare più”.
È l’amore accolto che può compiere miracoli, l’amore gratuito che rende possibile il pentimento.
Quella donna, condannata e schiacciata dallo zelo ipocrita, sperimenta ora la bellezza di una nuova vita rinnovata dall’amore.

COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano
S. Giuseppe e Antonio Maria Zaccaria
LISSONE
Ultimo aggiornamento
13 Febbraio 2023, 10:55