Il dolore e la misericordia di un Padre – Don Tiziano Vimercati – Parroco

Don Tiziano Vimercati – Parroco Jean-Marie Pirot (Arcabas); Il figlio perduto e ritrovato.

Data:
20 Febbraio 2023

Il dolore e la misericordia di un Padre – Don Tiziano Vimercati – Parroco

Don Tiziano Vimercati – Parroco

Jean-Marie Pirot (Arcabas); Il figlio perduto e ritrovato.
Chiesa di Saint-Hugues-de-Chartreuse
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La parabola del figliol prodigo, come si diceva una volta; del Padre misericordioso, come preferiamo dire oggi: è il brano di vangelo che ci è proposto nella liturgia odierna e che, penso, conosciamo abbastanza bene.

Tre scene in questa parabola.


Nella prima c’è la decisione del figlio minore di andarsene da casa pretendendo la sua parte di eredità, la bella vita che si è concesso, la brutta vita a cui è stato costretto, la sofferta decisione di ritornare.
È la storia della crisi di un giovane che crede di trovare la libertà lontano dalla propria famiglia, nelle attrattive del mondo, nelle illusioni che catturano la nostra attenzione.

Ma anche la storia di chi sa tornare sui propri passi, di chi sa riconoscere di aver sbagliato e chiede il perdono.


Nella seconda scena, cuore dell’intera parabola, spicca l’amore immenso del Padre, un amore così grande da lasciarci liberi anche di sbagliare. Immaginiamo il dolore di quel Padre che sicuramente conosceva bene il figlio e sapeva che si sarebbe cacciato nei guai.

È davvero grande l’amore di chi non cerca di imporsi e di possedere la persona amata, come fosse una sua proprietà, e la lascia libera.

Anche se questa libertà concessa gli procurerà sofferenza. Il figlio maggiore non è da meno nel procurare dolore al Padre perché non prova la gioia di riabbracciare il fratello e non condivide la misericordia del Padre, sembra quasi dire di non essere contento di averlo come Padre.


Nella terza scena, quella più controversa e inquietante, troviamo il fratello maggiore che, oltre a non condividere la scelta del Padre, percepisce come un’ingiustizia che si faccia pure festa.
Inquietante perché ci sembra di assomigliarli, ci ritroviamo in lui, non gli diamo tutti i torti e scopriamo che molto spesso ragioniamo nello stesso modo.
Inquietante perché il giudizio di Gesù su questo comportamento è negativo e ci ricorda che non dobbiamo metterci troppo facilmente nel numero dei giusti.
Chi può dire di non essersi mai allontanato dalla casa del Padre, di non aver mai fatto scelte sbagliate nel corso della vita?
Atteggiarsi a giusti e condannare nell’altro ciò che in realtà è anche dentro di noi esprime cecità e ipocrisia.
Ci si assolve, trovando mille attenuanti, dai propri errori ma non siamo misericordiosi con il fratello che commette i nostri stessi sbagli.
E anche una certa tolleranza che oggi sappiamo esprimere è forse più il frutto di una marcata indifferenza che non del prendersi cura del fratello.

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Ultimo aggiornamento

20 Febbraio 2023, 21:45