Lacrime di consolazione – Don Tiziano Vimercati – Parroco.

Don Tiziano Vimercati – Parroco Nello straordinario film “Uomini di Dio”, dove si racconta il martirio di sette monaci in un’Algeria provata da lotte intestine, c’è una frase interessante, pronunciata Frère Luc, il monaco che svolgeva la funzione di infermiere: Non ho nemmeno paura di morire.

Data:
25 Marzo 2023

Lacrime di consolazione – Don Tiziano Vimercati – Parroco.

Don Tiziano Vimercati – Parroco


Nello straordinario film “Uomini di Dio”, dove si racconta il martirio di sette monaci in un’Algeria provata da lotte intestine, c’è una frase interessante, pronunciata Frère Luc, il monaco che svolgeva la funzione di infermiere: Non ho nemmeno paura di morire. Sono un uomo libero.

Forse non sono in tanti a poter dire questa frase con verità e sincerità. La paura della morte sembra essere di tutti.

È un’esperienza di cui non sappiamo nulla, né quando e come avverrà per ciascuno di noi, né, con certezza, cosa ci attende. Frère Luc l’ha pronunciata, non in astratto ma quando ormai sentiva i lacci della morte stringersi inesorabilmente.
Sono un uomo libero: era un monaco, aveva seguito Gesù e donata la vita al Signore.
Nell’obbedienza alla volontà di Dio, che per lui era la verità, ha trovato la libertà, la pienezza di vita e in fondo, certamente, anche la pace e la gioia. Come Gesù ci ha ricordato nel vangelo della terza domenica di Quaresima: Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.

Dichiarava anche di non aver nemmeno paura di morire: libero anche da quella paura. Non perché non la provasse ma perché sapeva di essere in buone mani.

Quel Gesù che aveva scelto e seguito per tutta la vita gli stava dicendo: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno.
Si può piangere di fronte alla morte degli amici e anche pensando alla propria.

L’ha fatto Gesù alla notizia della morte dell’amico Lazzaro, hanno pianto Marta e Maria, e tanti altri che conoscevano Lazzaro.
È il contrario che dovrebbe stupire.
E’ il pianto di chi ama, di chi è innamorato della vita e dei fratelli e delle sorelle che lo circondano, quando si percepisce che quella presenza amata sarà ora un’assenza, che la nostra stessa vita si impoverisce.

Almeno fino a quando non lasciamo che le parole di Gesù dette a Marta, e fatte proprie da Frère Luc, chi crede in me non morirà in eterno, diventino vita anche per noi.
Continueremo a piangere, le lacrime bagneranno il nostro volto (fino a quando, asciugata ogni lacrima, i nostri occhi vedranno il tuo volto – dalla liturgia) ma saranno lacrime di consolazione, che nascono dal dolore, aperte però alla speranza.

Gesù, con la compassione dimostrata nella morte di Lazzaro, ci ha rivelato che il nostro dolore e la stessa morte non gli sono estranei, che Lui stesso li ha provati, che lo possiamo trovare, in modo unico e speciale, proprio nell’esperienza del dolore e della morte. Per arrivare ad affidarci in modo così completo alla parole di Gesù credo che occorra coltivare uno stile di vita che esprima almeno questi due atteggiamenti.
Fidarsi di Gesù, della sua parola, della promessa di vita eterna.

Una scelta che non si improvvisa, ma che si deve coltivare durante tutta la vita. Sperimentare che seguirlo ci fa vivere bene e che la sua parola non ci delude: questo ci aiuterà a fidarci, anche quando pensiamo alla morte che ci attende.

Fare della nostra vita un dono d’amore.
La consapevolezza che la vita è dono ricevuto, e che torneremo da chi è la fonte del dono, ci fa capire che si risponde con altrettanto amore, che siamo come il seme che porta frutto, che la cosa più bella è di amare come ha fatto Gesù. Trattenere la vita per sé, credere di bastare a se stessi, e magari anche fare da padroni su tutto e su tutti, non credo possa darci una felicità duratura, in ogni caso non è la prospettiva del cristiano, non è ciò che ci ha insegnato Gesù.
Attraversare la scena di questo mondo, facendo tutto il bene che possiamo fare, con il dispiacere di non riuscire a fare di più, con gli occhi attenti a cogliere il dolore negli occhi dei fratelli ci aiuta a riconciliarci con la morte e arrivare a incontrarla con il cuore sereno e fiducioso.

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Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato.
Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.

( Salmo 51, 10-15 )

COMUNITA´ PASTORALE S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria – Madonna di Lourdes 
S. Maria Assunta – Sacro Cuore di Gesù
SS. Pietro e Paolo – S. Giuseppe Artigiano

SS. Giuseppe e Antonio Maria Zaccaria
LISSONE

Ultimo aggiornamento

25 Marzo 2023, 18:19